Quando la libertà è pari alla grandezza di una tettoia ...

di Mario Malandrone
ImageCosa è la politica ? La politica è l'arte di saper amministrare una città: la polis, per l'appunto.
Dalla politica ci si aspetta che gli interessi privati, seppur salvaguardati, non prevalgano totalmente sugli interessi pubblici, sul bene comune, sul saper leggere problematiche emergenti quali, ad esempio, il consumo del territorio.
A chi appartiene un territorio, il suo suolo, il paesaggio ? Solo ai proprietari o alla collettività ?

Temi importanti; sulle scelte riferite a queste tematiche si regge il futuro del paesaggio turistico, agricolo della nostra provincia; in questo caso dell'area agricola del comune di Asti.

L'occasione di affrontare questi temi è stata l'ultima seduta in consiglio comunale, per la discussione sulla variante urbanistica numero 21.
Ormai le varianti al nostro piano regolatore, già riferito al numero fantastico e irreale di di 125.000 abitanti anziche' dei circa 75.000 attuali, si susseguono velocemente, un po' a dimostrare che per coprire il suolo e permettere di cementificare non basta neanche un piano regolatoore con capacità insediativa gonfiata.

La pratica consiste nell'ampliare la possibilità di costruire tettoie, garage e cantine nelle zone agricole.
La libertà - invocata da piu' parti in consiglio comunale - è in nome del cittadino che sceglie, come nella canzone di Toto Cotugno di qualche San Remo fa', di andare a vivere in campagna.

Secondo la maggioranza, il povero cittadino, non puo' accontentarsi dei metri quadri legati ai parametri dei suoi terreni, su cui già potrebbe costruire, ma ha bisogno di tettoie da 100 metri quadri e di cantine da 80 metri quadri ...
Viene insomma proposta una possibilità di libertà, che è abnorme rispetto alle reali esigenze e spesso viene citato l'agricoltore, il nuovo cittadino trasferitosi in campagna, dimenticandosi che l'agricoltore ha già delle norme che permettono di costruire capannoni e ricoveri vari.

La domanda quindi è semplice. A chi giova la nuova variante ? Come vincoleranno alla metratura della casa e dei terreni la posibilità di costruire ?

Insomma, tutto fa pensare che recepiti gli indirizzi nazionali a condonare e ampliare, anche il nostro Comune inizi a percorrere la strada della libertà, una libertà basata sul fare un po' come si vuole.
Immaginate una tettoia di 100 metri quadri; è grande come un appartamento già ampio ... Si parcheggiano due auto, si puo' fare pure una sala conferenze all'aperto, o un posto dove osservare la pioggia insieme a un centinaio di amici.
Bello,  non trovate ?
Immaginate che molte case rurali facciano quest'operazione, che ne sarebbe del nostro territorio ?
Viene invocata dal consiglio l'importanza della presenza di persone che grazie a questi ampliamenti, non vivranno piu' in anguste case ottocentesche e che potranno cosi' fare i custodi del nostro territorio.
Una bella fantasia ci vuole a immaginare tutto questo; i veri custodi del territorio sono o le realtà che tutelano parchi e riserve o spesso singoli contadini, che coltivando (se in maniera coscienziosa) si prendono cura di fossati, boschi e del territorio.

Fino ad ora era già consentito ai contadini di poter ampliare per la propria attività, ma tutto questo con regole legate all'azienda.
A rassicurarci ci ha pensato il sindaco: ha ripetuto il suo interesse alla bellezza e al paesaggio, ha rimpianto di non essere in Germania, ricordato che da noi i mucchi di fieno sono disordinati, in Germania belli e che le mucche sono anche piu' carine, si mettono un fiore tra i capelli, o orecchie ...e in posa quando passano i turisti.
Ha detto di essere preoccupato per gli scempi del passato e del futuro, ma apre comunque alla delibera.
Ci rassicura; dice che costituirà una Task force con la Provincia per mascherare con piante (non cita le magnolie) e verde i capannoni e le brutture che verranno fatte.
Noi personalmente non ci sentiamo per nulla rassicurati, immaginiamo già il mascheramento, che pian piano nasconde vetrate e poi mattoni e poi condoni ...

Poniamo queste semplici domande alla giunta e in particolare al Sindaco:
Perchè (e su quali basi) si ritengono non sufficienti le attuali metrature per i cittadini non coltivatori ?
Su quale studio si basa un tale possibilità di ampliamento ?
Esiste già un piano del decoro extraurbano, perchè inventarsi cose nuove ? Questo piano viene applicato ?
Chiediamo, inoltre, se il regolamento edilizio attuale viene o non viene seguito ...
Perchè istituire un progetto nuovo, basterebbe seguire i due strumenti ?
Quante persone sono in organico per i controlli su cio' che viene realizzato; quanti casi di abusivismo sono stati scoperti senza la denuncia di singoli cittadini, cioè dal comune stesso ?
Non crede, signor Sindaco, che ampliare le possiblità non abbia una capacità di controllo conseguente ?

Caro sindaco, non si puo' poi chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, non si puo' liberalizzare tutto, non apra ancora di piu' le porte, non assecondi ogni esigenza: la politica è l'arte di gestire controllare, amministrare con saggezza, consci dei limiti e semmai aumentando le possibilità di controllo.
Un ultima considerazione: una volta cementificate aree di territorio, non si torna piu' indietro e mascherare le brutture non ci permette di riavere suolo permeabile e coltivabile ...

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