di Alessandro Valfrè.
Su proposta dell’assessore alla Sanità del Piemonte, la Giunta regionale ha approvato il provvedimento (delibera giunta regionale 34-4965 del 29/04/2022) che rende nuovamente possibile svolgere alcune attività outdoor nelle zone interessate dalla peste suina (cd zona di restrizione II), in deroga alle prescrizioni previste dalle ordinanze europee e nazionali, e nel rispetto di rigorose misure di sicurezza...
Il vicepresidente della Giunta regionale e coordinatore delle attività di gestione dell'epidemia, e gli assessori alla Sanita, al Turismo e all'Agricoltura sottolineano come il provvedimento sia stato adottato in base all'evoluzione della situazione epidemiologica ed all'efficacia delle misure di contenimento adottate finora dalla Regione, in attesa che a livello centrale vengano erogati i ristori per le attività penalizzate.
Il provvedimento è il risultato di un lavoro responsabile e consapevole, svolto dalla Giunta regionale con i sindaci e con le tutte istituzioni territoriali e nazionali: ora è necessaria anche la collaborazione dei cittadini per proseguire su questo percorso.
Le principali attività che caratterizzano i comuni compresi nella zona di restrizione riguardano l'outdoor, la vendita di prodotti tipici, i negozi di noleggio e vendita di mountain bike, il turismo delle "seconde case", la caccia e pesca, le attività legate alla raccolta dei prodotti del sottobosco, quelle agrosilvopastorali e di silvocoltura: tutte attività che in questo periodo sono state limitate con danni notevoli alla micro-economia delle aree interessate.
Con la delibera della Regione nello specifico possono essere svolte in deroga, nel rispetto delle misure di biosicurezza previste dal Ministero della Salute, le attività di trekking, biking, competizioni di pesca sportiva, attività agrosilvocolturali, monitoraggio ambientale e faunistico ed attività di controllo della fauna selvatica.
La delibera prevede che la vigilanza sul corretto svolgimento delle attività sia esercitata dalla Polizia provinciale, comunale, dal personale di vigilanza delle aree protette, dai Carabinieri (unità forestali, ambientali ed agroalimentari) e dall'Asl competente per territorio.
Le deroghe, particolarmente attese dalla popolazione della zona, erano state anticipate informalmente ieri mattina nel corso di un incontro tra il vicepresidente della Regione, il commissario straordinario Ferrari, i tecnici degli assessorati alla sanità ed all'agricoltura, il vicepresidente della provincia di Alessnadria ed i sindaci della zona.
Tra i temi affrontati, il posizionamento delle reti di recinzione nelle zone a maggior rischio che inizierà nei prossimi giorni, per le quali la Regione ha anticipato la somma di 8 milioni di euro, non appena si sarà chiuso il bando di gara indetto da SCR società di committenza regionale, e l'aggiornamento sulle misure finora adottate per il contenimento e l'eradicazione della malattia.
Nel corso della riunione, il vicepresidente della Regione ha ribadito che è fondamentale accelerare i tempi per la posa delle reti di recinzione, attività che richiede la puntuale e costante collaborazione dei sindaci dei Comuni interessati, che sono stati convocati per un ulteriore incontro mercoledì 4 maggio ad Alessandria.
In conclusione il Piemonte si allinea alla posizione fatta propria alcune settimane fa dalla Regione Liguria.
Il risultato ottenuto é importante e frutto del lavoro di molti. Un GRAZIE a tutti i firmatari della petizione e, specialmente, ai comitati FUORI DI PESTE e BOSCHI PER TUTTI che hanno portato avanti la battaglia per riaprire senza risparmio di tempo, energie e risorse personali.
Come già detto in occasione della riapertura in Liguria, si ribadisce che questo risultato non è tuttavia né una vittoria né una conclusione. Il contesto gestionale della peste suina africana, gli interessi coinvolti e l'orografia del territorio in oggetto restano uno scenario variabile e non standardizzabile. L'eventualità di riscontrare la peste suina altrove o di un espandersi della zona infetta é più che concreta. L'auspicio é che le deroghe per riaprire all'outdoor rappresentino un precedente per evitare nuove chiusure drastiche e complete in futuro qualora la malattia fosse riscontrata in altre zone del territorio nazionale.