Castagnole Lanze, 11 giugno 2007; Comunicato congiunto CIA Coldiretti Legambiente Comitato Difesa Valle Tanaro.
Mercoledì 6 giugno il Comitato Difesa Valle Tanaro ha incontrato le associazioni agricole del territorio per discutere del progetto di centrale termoelettrica a biomassa di Castagnole Lanze.
Come noto, stando al progetto preliminare sottoposto dalla Silvateam S.p.A. al Comune di Castagnole, la centrale sarebbe la più potente del suo genere in Piemonte e brucerebbe 120/130.000 tonnellate di legno all'anno con un'efficienza molto bassa (circa il 25%), poiché produrrebbe energia elettrica senza sfruttare il calore risultante. Per la centrale in questione non esiste infatti a tutt'oggi alcun progetto serio di teleriscaldamento o altro metodo integrativo di recupero del calore.
Le associazioni presenti hanno sottolineato in primo luogo che la presenza della centrale arrecherebbe un forte danno sia ambientale che di immagine a una zona che vanta prestigiosi marchi DOC e DOCG e basa la propria economia principalmente sull'agricoltura.
La centrale libererebbe nell'aria notevoli quantità di vapore, che si depositerebbero sulle colture con conseguenze che si temono dannose, e scaricherebbe acqua calda nel Tanaro a una temperatura di almeno 30°C.
La biomassa legnosa non sarebbe reperibile in loco, né nelle immediate vicinanze, ma giungerebbe da San Michele Mondovì, e consisterebbe in residui della lavorazione del tannino. A questo proposito, dalla consultazione delle leggi in materia (cfr. allegati al dcpm 8 marzo 2002 e al d.lgs 152/2006) sembra di poter concludere che tali residui non sono biomassa vergine bensì rifiuto, e ciò rappresenta un ulteriore e serio elemento di preoccupazione (il Comune di Castagnole si è impegnato su tale questione a chiedere un chiarimento ufficiale all'Arpa).
La CIA, la Coldiretti, il Comitato Difesa Valle Tanaro e Legambiente hanno ribadito nel corso dell'incontro di non essere contrari all'utilizzo energetico delle biomasse, purché esso avvenga in coerenza con le indicazioni provenienti dalla Regione Piemonte, e cioè favorendo la costruzione di centrali prevalentemente termiche e di piccola taglia (3-6 MW termici, contro i quasi 50 MW termici della centrale proposta a Castagnole); tali centrali dovrebbero inoltre utilizzare legna locale, in modo da portare vantaggi alla filiera dell'agricoltura. La centrale di Castagnole appare inconciliabile con questo insieme di indicazioni.
A margine, seria preoccupazione è stata espressa infine dai presenti circa il progetto di un inceneritore di rifiuti recentemente proposto nel circondario.
Sulla base di tutte le considerazioni sopra riportate, la Coldiretti e la Cia si associano a Legambiente e al Comitato Difesa Valle Tanaro nell'esprimere una posizione nettamente contraria alla centrale di Castagnole, e osservano che la delibera di sospensione approvata recentemente dal Comune di Castagnole rappresenta una tappa positiva, ma non ancora risolutiva, nell'ambito della questione. Occorre perseverare nella battaglia affinché gli sforzi fino a oggi compiuti dal Comitato Difesa Valle Tanaro e da tutti coloro che lo hanno appoggiato non siano vanificati. Ne va della tutela dell'ambiente, dell'agricoltura e della salute dei cittadini, i quali non possono e non vogliono permettere a nessuno di ipotecare il loro futuro e quello dei loro figli.