A cura di Co.M.I.S.–Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile, A.F.P.–Associazione Ferrovie Piemontesi, Associazione FuturAlba.
Alcune recenti dichiarazioni del presidente della Regione Cirio e di altri in merito alla riattivazione della tratta Asti-Alba sfruttando le risorse per la sperimentazione della trazione ad idrogeno, ci hanno lasciati sorpresi, poichè ci pare una repentina inversione d’intenti dell’Amministrazione Regionale Piemontese che in pochi mesi ha portato il suo Presidente ad intimare ai Sindaci dei territori attraversati dalla ferrovia una decisione sulla conversione in pista ciclabile, mentre oggi ne propone la riattivazione. Accogliamo comunque positivamente la nuova impostazione...
Precisiamo però che il ripristino del servizio dovrebbe avvenire a prescindere dalla tipologia di trazione in quanto è un’opera fondamentale per i territori e la mobilità delle persone che ci vivono. Ricordiamo e sottolineiamo che la suddetta ferrovia, prima delle sospensioni del 2010 e del 2012, trasportava più di 2000 passeggeri al giorno.
Dal recente convegno di Canelli, organizzato dal Club per l’UNESCO di Canelli, abbiamo appreso che se si crede nei progetti le risorse si trovano ed i servizi si effettuano, in questo la Fondazione Fs dovrebbe servire da esempio. Al termine di un sopralluogo effettuato un anno fa dal Direttore, Ing. Luigi Cantamessa, con una squadra di tecnici di RFI nel tratto tra Alba e Neive, si decise di ripristinare la ferrovia per il transito dei treni storico/turistici.
A fronte di progetti e di richiesta di finanziamento i lavori sono stati eseguiti e pochi giorni fa il primo treno è transitato sotto la galleria Ghersi che sembrava essere, a detta di molti, un problema insormontabile, risolvibile solo con elaborazioni faraoniche che prevedevano preventivi di spesa altrettanto esorbitanti, temi che, come da più parti evidenziato fin da subito, abbiamo capito essere stati utilizzati solo come pretesto per non affrontare il problema e ricercarne una soluzione.
Abbiamo ascoltato parecchie volte la scusa delle risorse mancanti ma in antitesi non abbiamo sentito parole d’impegno ad andare a richiederle nelle sedi competenti per restituire ai territori attraversati dalla linea un servizio fondamentale per le persone che si spostano per lavoro, studio e per turismo.
Per realizzare la riattivazione della linea si dovrebbero sfruttare le ingenti risorse messe a disposizione dal PNRR, da fondi statali e da altri a bilancio delle Ferrovie dello Stato in quanto era chiaro fin dalle prime indicazioni che nei piani del Governo Nazionale e della Commissione Europea queste fossero destiate allo sviluppo sostenibile con una percentuale consistente destinata alla mobilità ed al trasporto pubblico soprattutto su ferro.
Puntualizziamo un’imprecisione relativa all’ipotesi di elettrificazione che, secondo recenti dichiarazioni del Presidente Cirio e altri, risulterebbe irrealizzabile mentre al contrario tecnicamente lo sarebbe, intervenendo sulla massicciata abbassandone il livello come già realizzato per il tratto tra Alba e Bra.
Ci hanno poi stupito, inducendoci parecchi interrogativi, le recenti esternazioni dell’assessore Gabusi il quale con enfasi ha dichiarato che entro l’inizio dell’anno prossimo verrà sottoscritto il contratto per il servizio ferroviario regionale, unica Regione a non averlo, che a suo dire permetterà di mantenere l’offerta attuale laddove invece dovrebbe prevedere, come elemento essenziale, il ripristino del servizio pre-Covid ma con prospettive di ampliarlo con progetti concreti che riguardino anche le linee sospese.
Egli ha inoltre comunicato che il Consiglio Regionale ha stanziato 15 milioni di Euro per 10 anni destinati al trasporto su ferro che, essendo aggiuntivi, dovrebbero servire ad aumentare ulteriormente l’offerta mentre invece così non sembra.
Accogliamo comunque con favore il rinato interesse per le tratte ferroviarie dell’Unesco, verso Asti e verso Alessandria, a difesa delle quali, fin prima della loro sospensione, in molti ci siamo adoperati in tutte le sedi e con tutte le modalità a nostra disposizione.
Si potrebbe realizzare la “Metropolitana Unesco” che metterebbe in collegamento zone popolose, paesaggisticamente molto attrattive per i visitatori e per coloro che intendessero trasferirsi a vivere in luoghi che offrono una qualità della vita migliore rispetto ai grandi centri urbani ma che con questi devono essere collegati in modo sicuro, veloce, efficiente e rispettoso dell’ambiente.
Al Presidente Cirio proponiamo di realizzare ad Asti il polo dell’idrogeno, che comunque dovrebbe essere prodotto da fonti rinnovabili (cosiddetto idrogeno verde), in quanto la posizione baricentrica della città permetterebbe di raggiungere tutti i territori della Regione. Unendo poi le numerose linee, sospese, non elettrificate presenti sui territori dell’Astigiano e del Cuneese si formerebbe un banco di prova ideale e naturale per testare la trazione ad idrogeno.
Invitiamo il Presidente Cirio e l’assessore Gabusi ad accogliere le nostre numerose richieste d’incontro per condividere insieme i progetti per il futuro servizio di cui abbiamo realizzato elaborati ed ipotizzato modalità.