L’assemblea/dibattito si terrà Sabato 7 Febbraio 2009, dalle ore 16, presso il Centro Culturale San Secondo di Asti, in via Carducci 22/24 ...
Parteciperanno:
Gino Scarsi e Alessandro Mortarino - Primi firmatari del manifesto nazionale del neonato Movimento “Stop al Consumo di Territorio”;
Domenico Finiguerra - Sindaco di Cassinetta di Lugagnano;
Giorgio Ferrero - Ex Presidente Coldiretti Piemonte, Componente CNEL Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro;
Marco Devecchi - Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano.
In sala saranno inoltre presenti - e parteciperanno individualmente alla definizione dei programmi del neonato Movimento - tutti i numerosi “primi firmatari” astigiani del “manifesto nazionale” che ne ispira l’attività.
“Stop al Consumo di Territorio” è un Movimento di opinione per la difesa del diritto al territorio non cementificato: un percorso che si è avviato nel mese di Settembre dello scorso anno per opera di un gruppo di cittadini e cittadine residenti in quella sorta di “macroregione” piemontese che è la zona Roero-Langhe-Monferrato (territorio che si è recentemente candidato al riconoscimento Unesco quale “patrimonio dell'umanità”).
Poco prima del Natale 2008, il “passaparola” spontaneo della rete web ha diffuso il testo della sua bozza di “manifesto ideologico” e generato l’avvio automatico di una campagna nazionale, nata sotto i migliori auspici.
In poche settimane vi hanno aderito oltre 4.200 persone attraverso il gruppo e la causa aperte su Facebook, oltre 1.500 persone attraverso l’adesione on line sul sito della campagna e oltre 100 tra Associazioni, Comitati, Gruppi organizzati.
Tra essi, Urbanisti, Architetti, Giornalisti e Divulgatori scientifici, Amministratori pubblici, Ambientalisti, semplici cittadini …
L’incontro astigiano sarà, inoltre, particolarmente interessante anche per i Sindaci e gli Assessori competenti delle nostre amministrazioni comunali poiché consentirà loro di conoscere di persona la testimonianza del “virtuoso” Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo Comune d'Italia ad essersi dotato di un piano regolatore a "crescita zero". Nonostante la decisione di rinunciare alla "monetizzazione corrente" derivante dalle entrate degli oneri di urbanizzazione, questa testimonianza consentirà di scoprire che un Comune, in realtà, può farcela a garantire servizi ed una buona gestione ai propri circa 1.800 abitanti attraverso innumerevoli "altre" pratiche ... in pieno clima di co-gestione tra Amministratori e cittadinanza partecipativa.
Ad arricchire l’appuntamento astigiano, infine, una valutazione sul consumo di suolo agricolo ed una analisi del "terzo bando di concorso per la promozione di interventi progettuali di qualità nel paesaggio astigiano e del Monferrato", promosso dall'amministrazione provinciale di Asti in collaborazione con l'Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l'Astigiano che quest'anno prevede una terza sezione dedicata alle "buone pratiche sul paesaggio comunale", definendo un perfetto decalogo delle possibili virtuosità per un nostro municipio: non è una "legge" ma un orientamento; che sta ora ai cittadini astigiani ed alle loro amministrazioni trasformare in una forma di opinione diffusa di cultura del territorio che renda "abituale" ciò che oggi pare "eccezionale" (o "fantascientifico" ...).
L’Italia è un paese meraviglioso. Ricco di storia, arte, cultura, gusto, paesaggio.
Ma ha una malattia molto grave: il consumo di territorio. Un cancro che avanza ogni giorno, al ritmo di quasi 250 mila ettari all’anno. Dal 1950 ad oggi, un’area grande quanto tutto il nord Italia è stata seppellita sotto il cemento. Il limite di non ritorno, superato il quale l’ecosistema Italia non è più in grado di autoriprodursi, è sempre più vicino. Ma nessuno se ne cura. Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto.
Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti turistici, civili e militari.
Non si può andare avanti così !
La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto.
La Terra d’Italia che ci accingiamo a consegnare alle prossime generazioni è malata.
Curiamola !
Per maggiori informazioni: http://www.stopalconsumoditerritorio.it