Ma volete davvero un chiasso continuo fra le colline del Monferrato?

Primo "caso" per la neocostituita sezione astigiana del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (8 dicembre 2019) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo il progetto su circa 8 ettari di terreni agricoli e boschi per la realizzazione dell’ennesimo crossodromo piemontese nel Comune di Castagnole Monferrato (AT), in frazione Valenzani, località Valle Randalo, predisposta dalla società Monferrato s.r.l.
Sono stati coinvolti i Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali, la Provincia di Asti, l’A.R.P.A. Piemonte, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Alessandria, il Comune di Castagnole Monferrato...

Gli impianti per le competizioni sportive per le moto da cross sembrano davvero pane quotidiano per il Piemonte: ne esistono già 29, di cui 17 omologati dalla Federazione sportiva di settore.

Che senso ha, quindi, l’ennesimo circuito da motocross in una zona collinare con caratteri di spiccata valenza ambientale e paesaggistica (“in prossimità della pista è presente anche un sentiero inserito nella Rete Regionale dei Percorsi Escursionistici ex L.R. 12/2010”), nonché agrituristica ed enogastronomica, palesemente degradati e danneggiati dall’insediamento di un impianto di tale genere?

Nessun senso, se non quello di un’iniziativa economica.

Attualmente è in corso la procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) integrata con la procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) relativa a una necessaria variante allo strumento urbanistico comunale (l’area è agricola) presso la Provincia di Asti e numerosi sono stati gli atti e i pareri depositati.

Nel giugno 2018 vi fu anche una dichiarazione di improcedibilità per una serie di carenze documentali.

Lo scorso 25 novembre 2019 si è tenuta una riunione della conferenza di servizi decisoria durante la quale è avvenuto il deposito di ulteriore documentazione ambientale.

Particolarmente rilevante il parere dell’A.R.P.A. Piemonte, molto netto sull’impatto acustico dell’impianto in progetto: “lo svolgimento delle diverse attività motoristiche presso l’impianto determinerà una situazione di ‘disturbo diffuso’ che sarà sicuramente percepito dai recettori individuati nei Comuni limitrofi e nelle frazioni di Castagnole Monferrato, Portacomaro con escursioni sonore accentuate da momenti di inversioni termiche atmosferiche, nebbie, situazioni di vento favorevole”.

Senza volerci girare intorno, addio a qualsiasi attività turistica e un pesante disturbo alla vita quotidiana dei residenti della zona.

Manifestazioni e petizioni dei cittadini e del battagliero locale Comitato di Vigilanza, che da anni si battono per difendere il proprio ambiente e la propria qualità della vita, finora non hanno ancora fatto aprire gli occhi a chi deve decidere.

L’area interessata è situata in “un contesto collinare agricolo, fortemente caratterizzata dalla presenza di boschi di invasione e superfici forestali mature con presenza di esemplari appartenenti all’associazione del Querco-carpineto, Salici, Aceri e Ciliegi selvatici. L’ambito è naturalmente vocato ad ospitare la fauna selvatica in considerazione della presenza di alcune radure, aree umide in corrispondenza della rete idrografica secondaria e limitata presenza di sorgenti sonore ed attività antropiche. Non sono presenti le principali opere di urbanizzazione e la viabilità è strutturata su strade interpoderali non asfaltate”. E’ tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con vincolo idrogeologico (regio decreto legge n. 3267/1923 e s.m.i.).

Sono le terre del Ruchè e del turismo lento e chiasso permanente e gas di scarico ci stanno come i classici cavoli a merenda.

E’ così difficile capirlo?

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha chiesto alle amministrazioni pubbliche competenti l’adozione di atti di revoca o di annullamento in via di autotutela delle eventuali autorizzazioni emanate e ha evidenziato alcuni vizi di legittimità del procedimento di V.I.A./V.A.S. in corso.

Buon senso e legalità ambientale, non è troppo chiederlo.

Per ulteriori informazioni: http://gruppodinterventogiuridicoweb.com

 

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