Dopo l'approvazione della convenzione con la Silvateam si apre il dibattito con un incontro promosso ed organizzato dal Comitato Difesa Valle Tanaro.
Martedì 27 febbraio scorso il Consiglio Comunale di Castagnole Lanze ha approvato una convenzione con l'azienda Silvateam S.p.A. di San Michele Mondovì, per la costruzione sul territorio della frazione Valle Tanaro di una centrale termoelettrica funzionante a biomassa legnosa.
Questa decisione è stata presa senza informare né consultare adeguatamente la popolazione di Castagnole, e senza che fossero resi noti i dati tecnici dettagliati dell'impianto.
Si sa comunque dalle fonti comunali che la centrale brucerà legna per produrre elettricità e consumerà circa 130.000 tonnellate di legno all'anno. La sua potenza (circa 13,5 MW elettrici) sarà pari o addirittura superiore a quella della centrale di Airasca, la più potente di questo genere finora costruita in Piemonte.
Per far luce sui numerosi interrogativi sollevati dalla vicenda, nelle settimane scorse si è costituito spontaneamente il Comitato Difesa Valle Tanaro, il quale, in collaborazione con Legambiente, ha organizzato un dibattito pubblico sulla questione per lunedì 19 marzo alle ore 21, nel Salone parrocchiale di San Bartolomeo, a Castagnole Lanze.
Al dibattito interverranno Michele Bertolino, del Circolo Legambiente di Mondovì, Davide Gionco, ingegnere progettista di impianti energetici e, per l'Amministrazione comunale di Castagnole, il sindaco Marco Violardo e il vicesindaco Flavio Roero. Auspichiamo anche la partecipazione degli abitanti e degli amministratori dei Comuni vicini, i cui territori sarebbero toccati dall'impatto ambientale della centrale. Sono stati ufficialmente invitati i sindaci dei Comuni di Costigliole d'Asti, Govone, Castiglione Tinella, Coazzolo e Neive.
Il dibattito sarà la sede più opportuna per confrontarsi con l'Amministrazione ed esporre in maniera articolata i nostri dubbi e le nostre valutazioni. Cogliamo però l'occasione di questo comunicato stampa per anticipare in maniera sommaria le nostre posizioni.
Informazione
In primo luogo, l'informazione alla cittadinanza è stata assolutamente carente. La stragrande maggioranza degli abitanti di Castagnole è venuta a conoscenza della questione non prima del Consiglio comunale straordinario del 27 febbraio, cioè a decisione ormai avvenuta. Ma appaiono carenti anche le informazioni sulla base delle quali il Comune ha deciso di accettare l'offerta della Silvateam: infatti i consiglieri si sono basati sul parere di una commissione di consulenti che sono stati scelti con criteri opinabili e che non hanno stilato alcuna relazione tecnica sull'argomento.
Elettricità o teleriscaldamento?
La Silvateam S.p.A. di S. Michele Mondovì è una società che estrae tannino e dispone perciò di grandi quantità di legna (castagno). L'impianto che intende costruire a Castagnole brucerà legna per produrre elettricità. Centrali di questo tipo hanno un rendimento energetico bassissimo, al massimo del 25%. È superfluo aggiungere che basso rendimento significa spreco e molto maggiore inquinamento. Diverso sarebbe il discorso se la centrale producesse calore per teleriscaldamento, perché in questo caso il rendimento sarebbe quattro volte superiore. In effetti le centrali a legna hanno senso solo se producono in primo luogo calore per teleriscaldamento, eventualmente cogenerando una piccola quantità di energia elettrica.
Questa, fra l'altro, è la posizione non solo di molti autorevoli esperti, ma anche della FIPER, la Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, che riunisce le aziende leader del settore (vedi l'allegato 'All. 1 FIPER Biomasse' e, per estratti da questo documento, l'allegato 'All. 2 Stralcio FIPER Biomasse).
La stessa FIPER sottolinea che le centrali a biomassa dovrebbero essere di piccole dimensioni e situarsi auspicabilmente in zone ricche di boschi e perciò di legname, in modo da mettere in moto una filiera locale del legno e da ridurre l'inquinamento legato al trasporto a lunga distanza (ricordiamo che S. Michele Mondovì dista circa 80 km da Castagnole e che quotidianamente dovrebbero essere trasportate dall'uno all'altro luogo circa 356 tonnellate di legna).
Di fronte a queste considerazioni, che abbiamo già riportato al Sindaco e all'Assessore all'Ambiente in un recente incontro, l'Amministrazione di Castagnole sta cercando in tutta fretta di 'appiccicare' alla centrale elettrica la possibilità di cogenerare calore per teleriscaldare le zone circostanti. Su questo tema desideriamo ribadire due cose: 1) in realtà non è stato elaborato a tutt'oggi alcun progetto serio e concreto di teleriscaldamento, né per le abitazioni vicine alla centrale né tanto meno per l'intero abitato di Castagnole; 2) se anche si decidesse che il teleriscaldamento di Castagnole è un obiettivo sensato e realistico, la centrale potrebbe essere di potenza molto inferiore e, come detto, per ridurre sprechi e inquinamento dovrebbe generare prevalentemente calore e secondariamente energia elettrica. Saremmo felici di ricrederci, ma al momento non ci sembra affatto questo l'intento del Comune e della Silvateam.
Impatto ambientale
Come si è già accennato, l'inquinamento prodotto dalla centrale sarebbe consistente. Non si possono per ora fare calcoli precisi perché non è ancora disponibile un progetto definito, ma è indubbio che la centrale (collocata fra l'altro in una zona dove si trovano numerose abitazioni, orti e vigneti) emetterebbe anidride carbonica, polveri, ossidi di azoto, vapori e microinquinanti, con un impatto sulla salute e sulle colture da valutare molto attentamente. Una parte dell'acqua riscaldata verrebbe reimmessa nel Tanaro, e occorrerebbe determinare con precisione quali sarebbero le conseguenze sull'ecosistema fluviale.
L'impatto visivo, con una ciminiera alta almeno 30 metri, sarebbe imponente. Situata all'ingresso di un territorio a vocazione vitivinicola che ha impiegato decenni di sforzi per darsi un'immagine di qualità, la centrale rappresenterebbe un pessimo biglietto da visita nei confronti dei clienti e dei turisti che si recano nelle nostre zone, e che purtroppo in Valle Tanaro già si trovano davanti a molti capannoni attivi e dismessi e a un enorme viadotto ferroviario.
Garanzie sull'impianto
La Silvateam ha già proposto centrali analoghe a quella di Castagnole ad altri comuni piemontesi, finora senza successo. Uno dei nostri timori è che, prima o poi, l'impianto possa passare a bruciare rifiuti (ricordiamo che bruciare rifiuti dà profitti superiori a quelli che si ottengono bruciando legna). Per evitare tale rischio, la convenzione preparata dal Comune prevede in un caso di questo tipo la sospensione del funzionamento dell'impianto e il pagamento di una penale. A nostro parere queste potrebbero essere però garanzie insufficienti; ad esempio, occorre capire bene se la convenzione, vietando una cosa del tutto legale (cioè l'incenerimento di rifiuti), non sia facilmente impugnabile, e se si applicherebbe anche nel caso di un passaggio di proprietà dell'impianto. Ricordiamo a questo proposito che la centrale di Rende (Cosenza), analoga a quella qui proposta, è stata recentemente venduta dalla Silvateam a una ditta che ha avviato le pratiche autorizzative per bruciare rifiuti. Ricordiamo anche che, nel settembre 2006, quando la Silvateam ha proposto un impianto analogo a Carrù, la Legambiente di Mondovì ha scritto una lettera alla ditta chiedendo di valutare la possibilità 1) che il Comune di Carrù e quelli limitrofi acquisissero una piccola quota della proprietà della centrale e 2) che il cambiamento di combustibile dovesse essere deciso all'unanimità da tutti gli azionisti (vedi l'allegato 'All. 3 Lettera Legambiente'). La lettera non ha mai avuto risposta e dopo poco tempo la Silvateam si è rivolta ad altri comuni, tra i quali Castagnole Lanze.
Considerazioni economiche e finali
Le compensazioni economiche che la Silvateam offre al Comune di Castagnole consistono in 80.000 per ciascuno dei primi due anni e in 145.000 all'anno per i dodici successivi. A fronte dei profitti ingentissimi che la centrale genererebbe si tratta a nostro avviso di somme insufficienti, non congrue. Inoltre, la centrale creerebbe certamente nuova occupazione (si parla di circa 18 persone), ma questo appare un falso beneficio. Infatti, se sull'area di ben 23.500 metri quadrati destinata all'impianto si insediassero attività alternative di tipo industriale o artigianale (ricordiamo che l'area in questione fa parte del PIP, cioè della zona destinata dal Comune ai nuovi insediamenti produttivi) il numero di nuovi posti di lavoro creati sarebbe senza alcun dubbio molto superiore. E trovare aziende alternative non sarebbe a nostro giudizio difficile, visto che gli altri lotti di quest'area hanno trovato acquirenti assai velocemente.
Un'ultima considerazione. Il Comune sta nominando una seconda commissione di esperti per assisterlo nella fase autorizzativa e attuativa: pur avendo compiti limitati (perché la scelta fondamentale, quella di approvare la centrale, è già stata compiuta dalla commissione precedente) questa commissione, come ci è stato più volte ripetuto dall'Assessore all'Ambiente, avrebbe un costo approssimativo di 100.000. Sborsati dalle tasche dei cittadini' Non sarebbe ora di fermarsi e di cominciare a riflettere seriamente?
Comitato Difesa Valle Tanaro