di Alessandro Mortarino.
Brondello, Cerretto Langhe, Isasca, Marsaglia, Paroldo, Roascio, Sambuco, Trezzo Tinella, Valloriate e Valmala in provincia di Cuneo.
Celle Enomondo, Cortandone, Revigliasco d'Asti, San Giorgio Scarampi e Vigliano in provincia di Asti.
Assieme ad altri 15 comuni piemontesi (tra cui l'alessandrino Ricaldone) e 90 nel resto d'Italia saranno i primi sperimentatori - oltre a diverse "smart cities" - dell'esposizione della popolazione alle tre bande della tecnologia 5G, una rete wireless di nuova generazione (ribattezzata "l'internet delle cose") che renderà possibile le connessioni mobili superveloci: antenne, modem che verranno implementati sugli smartphone, base station che sui tetti diffonderanno il segnale...
Non è fantascienza ma realtà. E non è solo un fatto di velocità di connessione ma un passo avanti della tecnologia applicata alle comunicazioni che potrebbe permettere di superare le prestazioni dell'attuale ADSL e favorire l'utilizzo di servizi di streaming (video in particolare) soppiantando le connessioni in fibra. Potremo così giocare online senza la necessità di disporre di macchine potenti, essere sempre connessi senza più passare continuamente da Wi-Fi a rete mobile, videosorvegliare, guidare droni o auto senza conducente, leggere i sensori dei cassonetti dell’immondizia per sapere quando svuotarli, telecomandare i robot senza bisogno di cavi, consentire ai medici di curare un paziente anche a distanza, indicare i prodotti scaduti presenti nei nostri frigoriferi, permettere ai nostri orti di richiedere di essere annaffiati e chissà che altro.
Tecnologia al servizio dell'uomo.
Ma senza rischi?
Secondo il giornalista Maurizio Martucci, autore del libro "Manuale di autodifesa per elettrosensibili" (Terra Nuova Edizioni), l'esposizione massiccia della popolazione a livelli di elettrosmog destinati ad aumentare a dismisura, con mini-antenne (ogni 10-12 case nelle aree urbane) collocate ovunque e persino sui lampioni della luce, rappresenta un rischio da non sottovalutare.
Il 5G viaggerà su frequenze altissime e mai usate finora, fino a 27,5 GHz (mentre con il 4G si arriva al massimo a 2,6 GHz): un’energia 11 volte superiore, ma che ha una “durata” di viaggio limitata. Queste onde vengono infatti facilmente assorbite dal terreno e sono “riflettenti”, non attraversano i palazzi. Per poter connettere tra loro fino a un milione di oggetti per chilometro quadrato, bisognerà installare migliaia di piccole antenne che rilanceranno il segnale proveniente da un’antenna base più grande.
L'esposizione umana alle onde elettromagnetiche aumenterà così in modo esponenziale e i rischi per la salute aumenteranno altrettanto esponenzialmente, favorendo la possibile alterazione del funzionamento delle cellule: la prestigiosa rivista scientifica Lancet ha presentato uno studio importante che dimostra gli effetti biologici e sulla salute causati dall’esposizione dell'uomo ai campi elettromagnetici con un aumento "statisticamente rilevante" del numero dei tumori, rarissimi schwannomi, al cervello e al cuore.
Altritasti non è contraria all'implementazione delle tecnologie e segue con interesse il dibattito, anche accademico, in corso. Ma si pone alcuni interrrogativi, in particolare:
1. Se esistono prove scientifiche del nesso tra radiofrequenze e cancro, non sarebbe opportuno che - in materia di salute umana - gli aspetti economici e ogni tipo di "modernismo" siano secondari rispetto al riconosciuto (ma poco rispettato) principio di precauzione che imporrebbe una politica di condotta cautelativa per quanto riguarda le decisioni - politiche ed economiche - sulla gestione delle questioni scientificamente controverse?
2. Chi ha deciso in quali comuni potrà (o dovrà) essere sperimentata la nuova tecnologia 5G (cioè la lista dei 120 piccoli comuni)?
3. I 120 comuni hanno condiviso con l'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni la loro adesione in qualità di "cavie" e le loro amministrazioni hanno discusso con le loro comunità tale scelta?
4. Chi potrà sottrarsi al 5G, evitando di esserne irradiato?
Più di 180 scienziati e medici provenienti da 37 paesi hanno da tempo diffuso un appello per avvertire dei potenziali gravi effetti del 5G sulla salute umana e richiesto una moratoria: fermiamo lo sviluppo del 5G finché gli scienziati indipendenti non siano in grado di garantire che 5G e il livello totale di radiazioni causati da RF-EMF (5G insieme a 2G, 3G, 4G e WiFi) non siano dannosi ai cittadini dell'UE, in particolare a neonati, bambini e donne in gravidanza, nonché all'ambiente.
Ci pare che ora questo appello debba diventare una perentoria richiesta "di buon senso".
Ora che a Brondello, Cerretto Langhe, Isasca, Marsaglia, Paroldo, Roascio, Sambuco, Trezzo Tinella, Valloriate, Valmala, Celle Enomondo, Cortandone, Revigliasco d'Asti, San Giorgio Scarampi, Vigliano d'Asti e in tutti i 120 comuni "cavia" l'ipotesi è diventata una grave realtà...
La preoccupazione tra i cittadini sta crescendo e l'Alleanza nazionale STOP 5G (di cui fanno parte Terra Nuova, Oasi Sana, il giornalista Maurizio Martucci, l' Associazione italiana elettrosensibili, la dottoressa Fiorella Belpoggi dell'Istituto Ramazzini, l'Associazione elettrosmog Volturino, l'Associazione obiettivo sensibile, i comitati Oltre la MCS e No Wi-Fi Days e l'equipe che ha realizzato il docu-film Sensibile) ha organizzato per il 2 marzo a Vicovaro (Roma) il primo meeting nazionale per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema e chiedere con forza una moratoria: https://oasisana.com/2019/01/03/stop-5g-il-2-marzo-tutti-a-vicovaro-roma-per-il-1-meeting-nazionale-contro-lo-tsunami-elettromagnetico-emergenza-politica-di-precauzione/
In ogni comune è opportuno che il tema venga discusso: mettiamo al centro (del futuro) la salute? ...
Fonti:
https://www.terranuova.it/content/download/53990/1355607/version/1/file/170913_scientist_5g_appeal_final_it.pdf
https://www.mise.gov.it/images/stories/normativa/delibera-AGCOM%20231-18-CONS.pdf (da pagina 144 a pagina 147 l'elenco dei comuni "cavia")