di Alessandro Mortarino.
Dopo la firma del Protocollo di Intesa tra Regione, Comuni e RFI registriamo qualche timido - ma importante - segnale positivo: nelle scorse settimane tecnici delle Rete Ferroviaria hanno iniziato a rimuovere piante e rovi lungo il sedime dei binari e a verificare lo stato delle parti elettriche ed elettroniche ...
E' un dimostrazione della volontà che RFI mostra di avere nei confronti dell'impegno assunto di rendere concreto il ripristino delle linee Asti-Alba e Alba-Nizza Monferrato.
Parallelamente gli Ingegneri Grassi e Cantore, massimi dirigenti competenti di RFI, hanno ribadito l'intenzione di presentare un programma preliminare per la riattivazione delle linee entro marzo del prossimi anno, a cui far seguire un progetto definitivo entro giugno, corredato con gli importi di spesa necessari. Quelli che verranno sostenuti direttamente da RFI e anche quelli che dovranno essere garantiti dagli Enti locali e dallo Stato.
E' quanto è stato annunciato durante la riunione pubblica del Tavolo Tecnico (formato da Ordini professionali, Comuni, Associazioni e Asp) tenutasi a Isola d'Asti lo scorso 11 dicembre.
Una riunione che intendeva fare il punto della situazione e discutere azioni di controllo e suggerimento per un corretto iter cadenzato in grado di portare concretamente alla riapertura del traffico ferroviario nelle aree più vocate dei territori Unesco.
All'incontro ha partecipato questa volta anche Marco Gabusi, presidente dela Provincia di Asti e Sindaco di Canelli che ha spiegato a voce la sua posizione. Gabusi, come sapete, è uno degli amministratori che non ha sottoscritto il Protocollo d'Intesa, unitamente ad altri Sindaci di centro-destra. Il motivo lo ha ribadito e specificato meglio lo stesso Gabusi: «Noi siamo fermamente favorevoli alla riapertura delle tratte ferroviarie e lo avevamo già detto nel febbraio 2016, quando a Castagnole Lanze tutti i Sindaci e l'Assessore regionale Balocco avevano concordato la necessità di restituire i treni al nostro territorio. Ma da quel giorno non è successo nulla di tangibile e da parte della Regione non ci sono state azioni concrete tali da far comprendere quale dovrà essere il cronoprogramma e quali saranno gli impegni finanziari. Soprattutto a chi spetterà sborsare i denari necessari, tenendo conto che oltre all'investimento iniziale occorrerà far fronte anche ad uno sforzo per la gestione delle linee che l'Agenzia per la Mobilità Piemontese quantifica in oltre 3 milioni di euro aggiuntivi rispetto ad oggi. Questo investimento dovrebbe essere a carico del bacino cuneese, ma non mi risulta che sia stata data conferma e che vi siano precisi impegni».
La questione, dunque, va chiarita. Ed è una questione, a questo punto, di fondi e non di volontà: anche la Provincia di Asti e i Comuni guidati da amministrazioni di centro-destra confermano il loro interesse alla riapertura delle linee. Ma i denari necessari dove sono ? Chi li verserà ? A quanto ammonta l'impegno complessivo ?
A nostro parere queste risposte (doverose) dipendono proprio dall'iter: senza un progetto impossibile definire cifre. Quindi è un passo in avanti l'impegno che RFI ha già mostrato di voler offrire ai nostri territori. A marzo avremo le idee più chiare e a giugno avremo certezze finanziarie che permetteranno alla Regione di andare a "bussare" al Ministero (che, peraltro, ha già reso nota la sua disponibilità a supportare il progetto, in attesa di precisi conti economici).
Come giustamente ha sottolineato l'ing. Giovanni Currado la questione andrebbe però più correttamente inquadrata in maniera ben differente: prima occorrerebbe stabilire la centralità delle linee ferroviarie come asse dello sviluppo territoriale e definire bisogni e opportunità in grado di fornire un buon servizio ai cittadini-utenti e capace di togliere traffico privato (su strada) ai congestionati centri urbani. Solo a quel punto ci si può trovare nella condizione di realizzare un progetto globale su cui ricercare fondi e finanziatori.
Gabusi ha risposto: «D'accordissimo. Ma quanto costa ? E chi li mette questi denari ? ...».
Insomma: la strada (mentale) è ancora lunga. Ma tutti gli amministratori sono d'accordo (anche se ognuno a modo suo !).
In attesa che RFI fornisca i suoi dati, a noi resta un dubbio: poichè il servizio sarà progettato dall'Agenzia per la Mobilità Piemontese e che questo soggetto pubblico è in realtà un Consorzio fra Enti locali espresso in forma di Bacini territoriali, e dato che il nostro bacino astigiano ha solo 5 "soci" (i Comuni di Asti, Alessandria e Casale Monferrato e le Province di Alessandria e Asti) che tipo di input fornirà alla Regione ?
Tradotto: la Provincia di Asti, che vuole la riapertura delle linee ferroviarie ma mostra di continuo la sua convinzione che "tanto non ce la faremo mai", cosa suggerisce di fare al Bacino e all'Agenzia ? Porta la voce dei cittadini e di molte amministrazioni comunali oppure ... ?
Già, questa è la politica. E fra due anni ci saranno le amministrative regionali: la campagna elettorale è dunque già iniziata.
Noi lo abbiamo già detto: i treni non sono di sinistra e neppure di destra. Ma non pare che sia così scontato ...