A me pare che chi ha “inventato” lo slogan “l'Ambientalismo del fare ...” abbia commesso un gravissimo errore.
Lo so, sto per farmi togliere il saluto e il “link” da qualcuno (e non sarebbe la prima volta) che si riterrà offeso dal tenore di questa mia affermazione, che giudicherà certamente oltraggiosa e fin quasi “sfascista”. Sarebbe più opportuno parlare d'altro, capisco, ma noi abbiamo scelto, sin dall'inizio, la strada meno comoda e ancor meno facile: quella di mettere la faccia e la voce – sempre - alle nostre opinioni. Anche quando cozzano con la quiete del silenzio, del non disturbo, della direzione controcorrente, della delicatezza a tutti i costi ...
Il punto è questo: per mesi, prima dell'ultima campagna elettorale, l'ambientalismo è stato sbandierato come elemento critico della nostra situazione politico/sociale, come strumento di stallo, di letargo, di ostacolo allo sviluppo ed alla crescita. Economica ...
Tanto che anche a sinistra (o giù di lì ...), si è finito per voler distinguere a tutti i costi, coniando questo slogan che avrebbe voluto chiarire il ruolo dell'ambientalismo moderno ...
Chi lo ha coniato, è partito da questo concetto: siccome nelle menti delle “persone normali” si è da tempo formato il sillogismo “ambientalismo uguale No”, il marketing elettorale deve avere la capacità di affermare che “ambientalismo è uguale a Sì”.
“Sì” nel senso di “lasciar fare”.
Ma un'affermazione così ambigua lascia troppi spazi agli equivoci: se lascio fare, significa che allora l'ambientalismo non pone ragionamenti costruttivi ma semplici veti preconcetti.
Infatti, l'equivoco è stato colto da tutti: dalle destre che ci hanno trionfalmente marciato in pompa magna e dagli elettori di sinistra (o giù di lì ...) stessi, che hanno finito per credere che l'ambientalismo è morto. Causa i suoi troppi “No”.
Ma, allora, di cosa stiamo parlando ? Dell'ambientalismo del “fare che cosa ?”.
Volete dirci che dobbiamo essere d'accordo con i rigassificatori, gli inceneritori, le Tav, le Tac, il nucleare moderno ? Che questo modello di Società è l'unico modello possibile e il miglior modello ?
Personalmente, noi siamo profondamente contrari all'idea che non possano esistere alternative al predominio dell'imperativo “crescita e sviluppo” e il punto di sfruttamento raggiunto dal nostro pianeta (uomini, animali, flora, acqua, aria ...) e ormai registrato scientificamente, sancisce chiaramente che occorre voltare pagina.
Ma come ? Iniziando da dove ?
Forse proprio iniziando dal dire “NO”, ora e sempre; opponendosi con concreta e quotidiana ostinazione agli aspetti più evidenti di un modello che va corretto e con urgenza assoluta.
Altro che “ambientalismo del fare” ...
E' ora di coniare uno slogan ben differente e perentorio: “l'ambientalismo del non permettere di fare” ...
Democraticamente.
Conquistando il diritto alla compartecipazione delle decisioni nelle apposite sedi istituzionali.
Sapendo che non c'è futuro ad aggiungere un grammo di cemento e che la vita è una ed è adesso ...
Ci vuole troppo coraggio per un'affermazione del genere ? Il marketing della politica lo sconsiglia ? E allora: viva la politica e lasciamo marcire il marketing in qualche angusto scantinato ...
In fondo, a noi non interessa che la nostra vita finisca venduta al mercato. Noi siamo quelli che preferirebbero chiuderlo, questo inutile e dannoso mercato ...