Quanto è lontano Tricastin da Asti? Poche centinaia di chilometri e poche ore di viaggio in auto, dal punto di vista spazio–temporale. Dal punto di vista del territorio e della sua economia molto meno. Tricastin si trova nella Valle del Rodano in Francia ed è balzata agli onori della cronaca internazionale per due incidenti nella locale centrale nucleare nel giro di pochi giorni. Cosa c’entra Tricastin con Asti ? Apparentemente nulla eppure, a voler approfondire qualche riflessione, possono venire fuori molte affinità. “Coteaux du Tricastin–A.O.C. de la Vallée du Rhone” è la denominazione che accompagna un buon numero di vini rossi e bianchi. L’AOC francese corrisponde alla nostra DOC. I viticoltori di quel territorio, in seguito agli ultimi incidenti alla centrale nucleare e all’eco che hanno avuto a livello mondiale, sembra abbiano chiesto di cambiare nome alla loro AOC perché potrebbero essere pesantemente penalizzati dall’accostamento al sito della centrale nucleare ...
Asti dà il nome ad un buon numero di vini: l’ASTI, che è il vino italiano più famoso nel mondo, e poi ci sono la Barbera d’Asti, il Grignolino d’Asti, il/la Freisa d’Asti, il Dolcetto d’Asti.
La quasi totalità dei vini della nostra provincia è accompagnata dall’indicazione “d’Asti”, senza contare che l’ASTI (moscato e spumante) è prodotto in egual misura anche nelle province di Alessandria e di Cuneo.
Non c’è amministratore pubblico che non abbia inserito nel proprio programma elettorale o di governo la “valorizzazione del territorio”. Come pensate possa conciliarsi quest’aspetto con l’insediamento nel nostro territorio di un inceneritore per rifiuti ?
Nella seconda metà degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90 si discusse molto in Piemonte, e non solo, sull’opportunità di insediare nel sito dell’Acna di Cengio un inceneritore, il cosiddetto “Re.Sol.” (recupero solfati), per avviare la bonifica di quel sito.
In prima linea, a fianco dei cittadini della Val Bormida, contro quell’impianto si schierarono i viticoltori Albesi e le Organizzazioni Professionali Agricole. Il motivo che li spinse a questa battaglia non fu, o quanto meno non fu solo, la solidarietà verso i vicini valligiani ma la paura che quell’impianto danneggiasse il mercato dei loro vini.
Ora se c’è una cosa che abbiamo sempre invidiato, o ammirato, ai Francesi prima e agli Albesi poi è la capacità di promuovere i loro prodotti. Non ci dice nulla il fatto che i viticoltori “du Tricastin” vogliano cambiare denominazione alla loro DOC e che gli Albesi si opposero all’inceneritore di Cengio ?
In questi giorni è stata celebrata dai giornali l’introduzione della “g” nella DOC della Barbera che è quindi diventata Barbera d’Asti DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita). Non pensate che al primo problema, piccolo o grande, che dovesse esserci all’eventuale inceneritore, questo possa ripercuotersi negativamente sul mercato dei nostri vini che, a parte qualche felice eccezione, non godono già oggi di ottima salute ?
Davvero volete andare oltre la “g” e inserire nella denominazione anche la “i” (denominazione d’origine controllata garantita e incenerita)?
E’ questa la valorizzazione del territorio cui pensano Galvagno e Armosino ?