La carica dei 500


di Gino Scarsi.

Negli ultimi tempi si sta assistendo ad una mezza sollevazione di sindaci, professionisti e industriali nei confronti del disegno di legge passato alla camera sul “contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”: prima i piccoli comuni cuneesi con la Confindustria, poi a Monteu (il 31 maggio) i sindaci Roerini e infine il megaconvegno di Cherasco del 29 giugno che ha visto la stratosferica partecipazione di circa 500 tra geometri, architetti, ingegneri e industriali, in pratica il gotha delle persone che sull’argomento "suolo" hanno interessi diretti ...

In sostanza assistiamo alla costernazione e alla disperazione dei molti, anche in buona fede, che non riescono a capacitarsi che tutto non possa continuare come prima sui terreni fertili: compro-lottizzo-costruisco-vendo. Queste persone sono rimaste indietro e non sanno leggere una verità storica incontrovertibile: non possiamo permetterci di consumare neanche un metro in più di terreni vivi, sono loro gli alleati indispensabili nella guerra in corso dei cambiamenti climatici. Come è possibile prendersi dal cambio clima, gli attuali tremendi ceffoni e non interpretare il tutto come avvisaglia dei futuri sconvolgimenti?
Un terreno fertile respira, immagazzina CO2 ed è il più grande contributore terrestre al contenimento del riscaldamento globale, oltre a fornirci cibo e bellezza complessiva; ci chiediamo se i nostri amministratori e tecnici sono al corrente del reale valore del suolo e se si rendono conto a quale livello è giunta la cementificazione attuale in atto, al ritmo di sei metri quadri al secondo; sanno cosa significa inertizzare nuovi terreni? Se il corpo italico ha la cirrosi con le metastasi che avanzano inesorabilmente ovunque, occorre smettere di farlo bere a forza, sta già vomitando ... purtroppo, invece, il disegno di legge approvato alla Camera gli ha appena tolto i superalcolici.

Il Forum Salviamo il Paesaggio e difendiamo i territori, di cui sono referente per Roero e Langa, ha condiviso lo spirito e la necessità del disegno di legge, ma purtroppo gli emendamenti spinti dalla vandea dei vari “500” ne ha fatto un colabrodo che addirittura incentiva il consumo di suolo. Prova ne sia che persino Beppe Rossetto, giurista e relatore dai sindaci a Monteu ammette “ci si è accorti che il disegno di legge ha maglie molto larghe“ e che il blocco si avrà soltanto per i comuni che “non hanno compiuto il censimento del consumo del suolo e degli edifici sfitti”. A Cherasco il presidente di Confindustria Cuneo si è detto orgoglioso che “da questa Provincia è partito il contrasto a questa legge che porterà alla distruzione o quasi e creerà miseria e meno benessere per tutti”,  ironia della sorte è proprio da questa Provincia che nel 2009 partì il Movimento Stop al consumo di territorio; considerando che sono stato tra i promotori e che i firmatari per lo stop furono milleeduecento solo in Provincia di Cuneo, mi permetto - per la pari autorità maturata sull’argomento, lui di rappresentare i suoi associati e io dei firmatari dello stop - di  inviargli queste poche righe:

“Caro Biraghi, pensavo che gli industriali avessero come sommo compito la produzione di beni finalizzati all’armonioso e compatibile vivere, sapere che Lei è partito in tromba per difendere ulteriori cementificazioni, pur se finalizzate alla produzione, mi lascia nel dubbio che tutto il gran parlare, fatto in questi anni, sulle implicanze di consumare la risorsa suolo si arrestino sulla porta di Confindustria; quando poi invita i suoi aderenti a cementificare preventivamente gli spazi individuati nei PRG come misura cautelativa contro una eventuale legge, dà uno schiaffo a Madre Terra e uno schiaffo in pieno volto a me e a coloro che da anni si battono per salvare il salvabile. Voi industriali avete certo i numeri e le capacità, perché non li impegnate a riutilizzare le  migliaia di capannoni vuoti che se restano tali diventeranno come tombe nel cimitero della nostra complessiva pochezza?”.                                                                                                                                                                                       
In ultimo, un'amara constatazione: se negli ultimi anni le espansioni previste dai vari PRG sono procedute a rilento è a causa della crisi, non ancora da una volontà condivisa di tutelare i suoli e di recuperare o ricostruire sull’esistente. Forse ci arriveremo ..., intanto invito tutti umilmente a farsi una coscienza su quel che c’è sotto i nostri piedi con il libro del Prof. Paolo Pileri, docente di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano, dal titolo appunto “Cosa c’è sotto”.


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