Ci eravamo illusi che tutti gli "Attori" del Territorio avessero finalmente condiviso l'idea (o, meglio, la necessità) di remare in una unica direzione per riportare in vita la linea ferroviaria Alba-Asti e Alba-Nizza Monferrato, dopo infinite discussioni e incontri-scontri. Sembrava fatta, alla luce di quanto concordato a Castagnole Lanze tra Sindaci, Assessorato regionale ed associazioni, ma ecco ora rimontare una nuova polemica ...
L'europarlamentare albese Alberto Cirio rende pubbliche queste sua considerazioni: «A fine aprile è stato approvato il documento di programmazione del trasporto pubblico su gomma e rotaia per il triennio 2016-2018, ma della riattivazione della ferrovia Alba-Asti non c’è nessuna traccia. Il sindaco Marello aveva annunciato l’intenzione della Regione di finanziare i lavori di recupero e di inserire la linea tra quelle da mettere a gara, ma nel documento approvato dall’Agenzia per la mobilità del Piemonte non si fa nessun riferimento all’Alba-Asti.
Al contrario - prosegue Cirio - il documento prevede l’individuazione di un unico gestore gomma-rotaia per le tratte attualmente sospese e per il nostro bacino “sud-est” si citano espressamente la Asti-Acqui Terme e la Alessandria-San Giuseppe di Cairo. Il paradosso è che tale esclusione è stata motivata al presidente della Provincia di Asti, Marco Gabusi, con l’impossibilità di mettere a gara una tratta non agibile e su cui sono necessari importanti interventi strutturali. Ma io mi chiedo: se ne sono accorti adesso? Sia chiaro: io sono per il treno, ma non per i binari. E quando più di un anno fa ho proposto una soluzione alternativa l’ho fatto perché ero certo che né il Comune né la Regione avrebbero riaperto questa tratta.
Adesso i miei timori sono stati confermati: non ci sono i soldi e non c’è neppure un preventivo dei costi, se non quelli di una tesi di laurea che non ha alcun valore ufficiale, per cui non c’è nessuna aspettativa di riapertura. Spiace dire che l’avevo detto. Ma l’avevo detto».
E' un preciso j'accuse privo di fronzoli. Che provoca l'immediata risposta dell'assessore regionale ai trasporti Francesco Balocco: «Caro Alberto (Cirio). Ti ho sempre considerato il “miglior Europarlamentare della Provincia di Cuneo”, ma leggendo il tuo comunicato relativo all’incontro che si è svolto ieri ad Alba e nel quale eri rappresentato dal fedele Sindaco di Canelli, nonché Presidente della Provincia di Asti, mi permetto di dirti che stavolta sulla Alba-Asti stai facendo un grosso errore e soprattutto un grossissimo danno al territorio.
Sul ripristino della tratta Alba-Asti che ha come precondizione l’intervento infrastrutturale sulle gallerie Ghersi e Raineri, ho sempre sostenuto che qualsiasi ipotesi doveva partire da una piena condivisione e sostegno da parte di Comuni interessati.
Da oltre due mesi stiamo concordando con il territorio la sottoscrizione di un protocollo di intesa a sostegno dell’ipotesi ripristino ferroviario, che impegna tra l’altro la Regione a ricercare le fonti di finanziamento necessari all’investimento. Rompere il fronte dei Sindaci favorevoli significa compromettere le possibilità di portare a casa qualunque risultato.
Per noi offrire all’albese un collegamento ferroviario con Asti rimane una priorità che il buon senso suggerisce essere imprescindibile. Non ha funzionato con gli FSC? Proveremo con altri strumenti, chiedendo per esempio a RFI di inserire l’intervento nel proprio contratto di programma.
Ma per farlo a questo punto serve un progetto serio, non più basato su stime o congetture e men che meno su tesi di laurea. Ci sono numerose incognite che debbono essere approfondite a livello tecnico circa la tenuta del fronte attraversato dalla Ghersi e che solo uno studio approfondito può definitivamente chiarire. Per farlo servono risorse. Regione è pronta a fare la sua parte, ma il territorio (compatto) deve dimostrare concretamente che vuole perseguire questo obiettivo, anche attraverso il coinvolgimento di soggetti economici come le fondazioni. Penso in particolare alla Fondazione CRC che dopo l’elezione del nuovo board può dimostrare di rispondere anche agli interessi dell’albese, finanziando la progettazione.
Sull’ipotesi pista ciclabile ribadisco quanto ho sempre sostenuto ovvero che il progetto di realizzare una ciclovia che ricalchi il tracciato ferroviario è pura utopia per una serie di ragioni sia in termini di costo che di tempi di realizzazione.
RFI non può alienare i binari se non dopo aver dichiarato dismessa la linea.
Per cedere il sedime, RFI deve partimonializzarne il valore per un importo di 10-15 milioni.
A tale cifra si dovrebbero comunque aggiungere i costi per la sistemazione delle gallerie (non è che perché ci passano le biciclette, anziché i treni, le gallerie non debbano essere messe in sicurezza), i costi di bonifica e rimozione binari, i costi di realizzazione della pista ciclabile, i costi per la valorizzazione della pista stessa, per una cifra che arriverebbe a sfiorare i 100 milioni. Bene se l’on Cirio è in grado di garantire per iscritto che reperirà queste risorse con fondi europei, allora il territorio fa bene a seguirlo, altrimenti sono solo chiacchiere e millanterie che non possono essere accettate passivamente. Resta però il dubbio del perché lo stesso impegno, caro Alberto, non lo metti per gli altri progetti di ciclabilità che coinvolgono i territori UNESCO a partire da quello della Via del Mare, che pur seguendo un tracciato diverso avrebbe le stesse finalità e trova il consenso dei comuni interessati?».
Fine (per ora). Attendiamo silenti il prossimo round oppure iniziamo davvero ad arrabbiarci e a ricordare ad europarlamentari ed assessori che il gioco delle fazioni non ci interessa ma, in compenso, ci aspettiamo che si giochi a "rispondete alle esigenze del territorio" ? ....