di Francesco Balocco, Assessore ai Trasporti, Infrastrutture e opere Pubbliche della Regione Piemonte.
A tutti, durante le festività natalizie, capita di sognare. Succede anche agli assessori ai trasporti. Ma quando i sogni incrociano realtà preoccupanti come l’”emergenza inquinamento”, allora è un segno che al risveglio occorre davvero fare qualcosa.
Il mio sogno è la creazione di un fondo statale per il potenziamento del trasporto pubblico locale di 500 milioni di euro annui. Un fondo con caratteristiche e vincoli propri e con una gestione autonoma e partecipata – magari coordinata in sede di Conferenza delle Regioni – con il coinvolgimento formale degli enti locali, delle associazioni dei consumatori, delle rappresentanze dei pendolari e dei lavoratori del settore, con il contributo tecnico delle università e di professionisti riconosciuti ...
Nessun assemblearismo: un lavoro serio, per piccoli gruppi, ciascuno con un mandato preciso da portare a termine in tempi stabiliti; ognuno a portare il proprio contributo specifico per arrivare a proposte serie e attuabili.
Nel mio sogno, circa la metà del fondo, 250-300 milioni, dovrebbe servire per intensificare i servizi dove sono carenti e portarli dove non ci sono più o dove non ci sono mai stati. Trasporto ferroviario, innanzitutto, e poi trasporto su gomma di prossimità, flessibile, tagliato ad hoc per le esigenze dei territori e coordinato con quello su rotaia. Poi, altri 100-150 milioni annui per piccoli investimenti urgenti sulla rete ferroviaria, ulteriori rispetto a quelli di RFI, da spendere anche e soprattutto per far partire velocemente interventi a cui mancano i necessari cofinanziamenti, a cominciare dalla rimessa in funzione delle linee secondarie. Infine, le rimanenti risorse dovrebbero andare per “cucire” il sistema, con investimenti sull’infomobilità, sull’integrazione tariffaria e sulla bigliettazione elettronica, oltre che per varare un massiccio piano di incentivazione all’utilizzo del trasporto pubblico integrato, per far provare ai cittadini i vantaggi di un sistema di mobilità che, dove funziona, è in grado di far dimenticare il mezzo privato, magari portandoti il wireless perfino sui treni regionali.
Tutto questo in coincidenza del varo – oggi possibile grazie alle disposizioni contenute nell’ultima finanziaria – di una società pubblica che si occupi dell’acquisto centralizzato del materiale rotabile e che permetta finalmente un suo rinnovo graduale e continuativo: mezzi che resterebbero nella disponibilità dello Stato e che rappresenterebbero dunque un volano decisivo per la concorrenzialità fra gestori.
Certo il sogno comincia con 500 milioni che adesso non ci sono e che non spendiamo. Ma davvero non ci sono e non li spendiamo? Quanto paghiamo oggi per servizi sanitari legati alla cattiva qualità dell’aria? Quanto costa al sistema pubblico e quale impatto ha sulle famiglie l’alto tasso di incidentalità stradale? Qual è l’impatto delle carenze delle reti di mobilità sulla competitività del sistema Italia? Quali sono le conseguenze sulla quantità e qualità dell’afflusso turistico, o sulla fruibilità e sull'attrattività dei beni paesaggistici? Quale impatto ha tutto ciò sulla tenuta delle reti sociali e affettive, specialmente per quanto riguarda le fasce deboli della popolazione?
Così, a occhio, mi pare che quei 500 milioni sarebbero, più che una spesa, un investimento, perché creerebbero risparmi ben maggiori su molte altre voci di bilancio. E in tutto ciò non ho contato l’effetto moltiplicatore che il potenziamento dei servizi avrebbe sui ricavi da traffico, e non ho neppure considerato le ricadute occupazionali e la ripresa delle attività economiche in un settore che – dai servizi di trasporto alla produzione di rotabili – ho imparato a conoscere e apprezzare, e al quale, con un progetto serio in mano, si potrebbe chiedere di fare e di dare di più.
Siccome non credo di essere l’unico ad aver sognato questa cosa, e siccome non sarebbe male trasformare questo sogno in una proposta, chiedo a tutti gli interessati di mandarmi contributi e integrazioni, oltre che di condividere queste righe con chi pensano che sia utile.
Con l’ultima finanziaria, la Regione Piemonte, con una forte presa di posizione politica e grazie anche alla costruttività delle forze di opposizione, ha sostanzialmente confermato il livello di risorse destinate al trasporto pubblico locale anche per il 2016 – il che significa aver portato per il secondo anno gli investimenti regionali per il TPL dai 6 milioni stanziati dalla passata amministrazione ai 50 attuali. È inutile dire che, considerato il ben noto quadro di finanza pubblica che interessa la nostra Regione, si tratta di un dato notevole.
Se siete d’accordo, consideriamolo un punto partenza.