Negli stessi giorni in cui a Torino si svolgeva il “Salone del Gusto”, manifestazione in cui il buon cibo e l'agricoltura “sana, pulita e giusta” la fanno da padroni, ad Arezzo si è tenuta una conferenza di ISDE Italia, l'associazione dei medici ambientali. Due giorni in cui si è riflettuto sull'altra agricoltura, quella “convenzionale”, agricoltura predominante in tutto il mondo che con il suo uso spasmodico di pesticidi sta creando effetti a dir poco devastanti non solo per l'uomo stesso ma, anche, per la biosfera ...
“Agricoltura e salute: il caso pesticidi” è il focus delle 8e Giornate Mediche dell’Ambiente che hanno visto la partecipazione di esperti del settore, medici ed appassionati per tracciare un continuo aggiornamento sulla questione. Una due giorni che si è conclusa con un dato inquietante: i pesticidi sono molto più pericolosi di quanto abbiamo creduto finora! In Italia i nuovi ammalati di tumore sono 1.000 al giorno, 182.500 morti all’anno, cifre da guerra mondiale. E una percentuale significativa di queste patologie è strettamente legata all’inquinamento ambientale.
Celestino Panizza, coordinatore del gruppo di lavoro ISDE, durante il discorso d'introduzione ai lavori, ha affermato: “La gamma dei guasti ambientali e di salute pubblica che può essere addebitata ai pesticidi non è completamente nota e molto resta ancora da scoprire”. Ma quello che oggi si conosce è più che sufficiente per far partire un allarme urgente e un’azione politica drastica e irreversibile a tutela della collettività e del bene pubblico.
Ma come si posiziona l'Italia in questo fenomeno? Il Bel Paese è molto legato a questo tipo di agricoltura, secondo la rivista Science: siamo uno dei maggiori utilizzatori di pesticidi ed erbicidi per ettaro in Europa, assorbendo, da sola, il 33% del mercato comunitario di insetticidi: 600 diversi prodotti diffusi su 13 milioni di ettari, il 70% della superficie agricola utilizzata. Eppure le conoscenze, le tecniche e i prodotti per cambiare modello oggi ci sarebbero, a partire dall’agricoltura biologica, quella incontestabilmente più sana e meno impattante sull’ambiente.
E alla domanda: "Perché non lo si fa?" la risposta è sempre la stessa: interessi economici, ignoranza e complicità politica ...
Tratto da: http://www.aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2875:quando-lagricoltura-tradizionale-puo-far-male&catid=204:bioagricoltura-notizie-31-ottobre-2014&Itemid=163