Unesco senza ferrovie



di Sergio Moscone.


Con l'entrata delle Langhe, Roero e Monferrato nel patrimonio Unesco occorre ripensare tutta la mobilità interna ed esterna della zona. Non è possibile che Serralunga, cuore della zona, per fare un esempio tra i tanti, non abbia più collegamenti di trasporto pubblico verso Alba. Se un turista vuole raggiungere il paese deve aspettare il 15 settembre prossimo, giorno di riapertura delle scuole e utilizzare il trasporto studenti. Ormai gran parte dei paesini della Langa sono completamente isolati e l'unica risposta rimane l'auto privata: anziani, giovani non patentati, pendolari e turisti, devono semplicemente arrangiarsi ...

E se un turista, partendo da Alba, volesse raggiungere le altre aree Unesco, come Canelli, Nizza o il Monferrato degli Infernot, cosa potrà mai fare visto che la tratta ferroviaria della Valle Belbo, in grado di collegare comodamente questi luoghi, è vergognosamente chiusa?
È assurdo aver costruito un paesaggio Unesco su tre province e non avere pensato ad una mobilità sostenibile tra di esse, riattivando la tratta Alba-Asti-Alessandria. È bene ricordare che le tanto esaltate zone Unesco non si trovano nel torinese o sull’asse TAV, Lione-Torino-Milano, ma nel Piemonte Sud Orientale, quello che è stato letteralmente massacrato in fatto di trasporti pubblici e collegamenti, dalla precedente Giunta Regionale del leghista Cota.

Occorre lavorare da subito per ripristinare una buona mobilità interna ed una altrettanto sostenibile accessibilità esterna prima che sia troppo tardi. Possiamo tranquillamente sostenere che siamo entrati nel patrimonio Unesco semplicemente “a piedi”: ferrovie chiuse, strade rotte, dissestate e piene di buche, con frequenti interruzioni e sensi unici alternati, legati a fenomeni franosi di lustri passati, ancora da riparare.
Senza collegamenti adeguati non ci sarà futuro per il nostro patrimonio Unesco.
Sistemare convenientemente le strade, riaprire la linea ferroviaria Alba-Asti-Alessandria, adottare il territorio di piste ciclabili complementari alla strada ferrata e asfaltata, deve essere il passo decisivo verso quella forma di mobilità sostenibile di cui tanto ci si riempie la bocca nei convegni e che la stessa Unione Europea ci chiede.

Non da meno è da tenere presente il discorso turistico-letterario legato a Cesare Pavese e alla ferrovia della Valle Belbo. Se dalle opere di Pavese cancellassimo tutte le pagine in cui si parla di treno, ferrovia e stazioni, che cosa rimarrebbe? E che cosa sarebbero la letteratura italiana del dopoguerra e le Langhe senza di lui?
Un’ulteriore opportunità dovrebbe arrivare dall'Expo 2015: riavvicinare Alba ad Asti e Alessandria significa avvicinare Langhe e Roero, patrimonio Unesco, a Milano cuore della manifestazione.

È ridicolo il fatto che, mentre la compagnia aerea Emirates, degli Emirati Arabi Uniti, ha aperto una sua rotta Milano-New York per assicurarsi il mercato Nord Americano in vista dell’Expo, il ricco territorio albese, di cui ci si vanta incessantemente, non sia in grado di riaprire poche decine di chilometri di ferrovia e non possa permettersi altro che strade da Terzo Mondo.

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