Paludo: un'area da tutelare e tre Comuni astigiani



Domenica 6 luglio si è tenuta una piacevole iniziativa nell'area del Paludo, un piccolo tratto di area umida con caratteristiche ambientali e paesaggistiche di spiccato rilievo che la rendono unica nel territorio del Sud- Astigiano, per l'esattezza tra Agliano, Calosso e Costigliole. Una salutare camminata da San Bovo di Calosso lungo una secondaria strada, prima su asfalto e poi su sterrato, immersi nella quiete di una valle di campi, prati, vigne e bosco per assaporare lentamente la "conquista" del laghetto di Sant'Agnese ...

Dove ad attenderci erano i volontari della Lipu, in compagnia di una giovane civetta e di un gheppio di poco più anziano, entrambi in attesa di essere liberati dopo un periodo di assistenza "sanitaria". E poi un monologo teatrale donatoci da Massimo Barbero del Teatro degli Acerbi tratto da "Pinin e le Masche" di Davide Lajolo e, per finire con il giusto calore, qualche sorso di buon vino locale e qualche appetitoso assaggio gastronomico offerto dalla esemplare Pro Loco di Calosso, come sempre di grande godimento.

Una festa autentica, insomma. E come tutte le feste che vogliono essere portatrici di stimoli all'intelligenza, anche un condensato di buoni valori, utili per fortificare gli animi e per rigenerare le stanchezze.

Dietro a questa festa c'è un complessivo "Progetto Paludo", che nel 2013, fra l’altro, nell’ambito del Premio del paesaggio del Consiglio d’Europa è stato ritenuto meritevole di attenzione per le positive pratiche di gestione in corso.
La scarsa densità abitativa, la presenza di ampie valli, tra cui la lussureggiante Valle Fausano di Calosso, e l’esercizio di una coltivazione di fondovalle non particolarmente intensiva hanno fatto sì che i canneti, nel tempo, siano divenuti un importante sito dormitorio invernale ed estivo di alcune specie ornitiche di grande interesse. Per questo Paludo è uno dei pochi siti provinciali dove da molti anni viene monitorata, dall’Osservatorio Ornitologico della Lipu di Asti, l’avifauna stanziale e migratrice.

Al centro dell'area si trova il caratteristico laghetto Sant'Agnese adibito all'attività di pesca sportiva “no-kill” (prendi e rilascia). L’attenta e rispettosa gestione dello specchio lacustre consente frequentemente la sosta di rare specie in migrazione.
La salvaguardia delle aree umide si identifica quale necessità improrogabile al mantenimento di quello che è considerato uno dei più delicati e rappresentativi ecosistemi, le cui funzioni ecologiche sono fondamentali sia come regolatori del regime delle acque, sia come habitat di una particolare flora e fauna.

Le finalità del progetto sono: mantenimento e miglioramento dell’habitat; caratterizzazione naturalistica del sito attraverso il censimento delle essenze arbustive/arboree e delle essenze erbacee di spiccato pregio (ad es. orchidee spontanee); censimento animali vertebrati, con specifica attenzione agli anfibi e ai rettili; censimento invertebrati; determinazione dei valori microbiologici e chimici delle acque superficiali per la verifica dei parametri di qualità; incentivazione della fruizione turistica della località dal punto di vista naturalistico con la collocazione di apposita cartellonistica e installazione di capanni osservazionali; avvio dell’iter procedurale per l’ottenimento della Dichiarazione di notevole interesse pubblico, di cui agli artt. 138-141bis del D. Lgs.  42/04 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, primo strumento che la normativa vigente istituisce a tutela del paesaggio.

Nonostante la notevole distribuzione delle specie e degli habitat d’interesse comunitario legati all’ambiente acquatico, il loro stato di conservazione è allarmante. Infatti complessivamente il 40% dell’habitat e delle specie legate all’ambiente acquatico presentano uno stato di conservazione “inadeguato”, il 19% “cattivo”, l’11% “sconosciuto” e il 29% “favorevole” (Report art. 17 Direttiva Habitat).    
Le piccole zone umide costituiscono una ricca biodiversità con circa 200 specie tutelate dalla normativa europea, nazionale e/o regionale, fra cui circa 80 specie di uccelli acquatici, 60 specie di piante acquatiche, oltre 20 specie di anfibi, più di 15 specie di invertebrati acquatici, cinque specie e sottospecie di rettili, tre specie di mammiferi e una specie di pesci. Spesso il livello di conoscenza scientifica della fauna e della flora ospitate in questi ambienti è ancora scarso.  

Quest’anno il Comune di Calosso, con parte dei fondi ricavati dalla vendita all’asta delle cassette nido dell’iniziativa "Il Paese dei Nidi", evento che nel 2011 ha ricevuto una menzione speciale del premio Cultura di Gestione di Federculture, ha acquistato circa 4.000 metri di terreno siti nel territorio comunale, per consentire la salvaguardia dell’area di inanellamento scientifico.

A pochi passi, in territorio di Costigliole, un privato ha richiesto l'autorizzazione per la costruzione di un impianto a biomasse, che si vorrebbe alimentare con un particolare tipo di canne coltivate nelle sue prossimità: terreni fertili per produrre materiale combustibile. Una follia. Un'autentica follia a cui il Comune di Costigliole ha risposto: "No, grazie" e che ci auguriamo induca i proponenti a desistere dal progetto.

L'area del Paludo è un piccolo scrigno, che deve essere tutelato, protetto e valorizzato. I presupposti ci sono tutti: le amministrazioni di Costigliole e Calosso sono d'accordo, i cittadini reclamano giuste attenzioni a questa sorta di oasi. Manca solo un primo atto anche da parte dell'amministrazione comunale di Agliano, purtroppo assente alla festa di domenica scorsa. Un'assenza che ha destato sorpresa e anche qualche amarezza.

Ma la "gente" se lo è detto: queste giornate di "amore" - autentico - per il territorio sono messaggi che anche il più calcolatore degli amministratore non può non comprendere.
E, fiduciosi, attendiamo che anche Agliano passi all'azione.

Il Paludo attende. Silenzioso, come tutti i laghi.
In alto, forse, una civetta e un gheppio volteggiano anch'essi in attesa ...

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