Unesco: è iniziato il secondo tempo



di Alessandro Mortarino.


Il territorio di Langhe, Roero e Monferrato sarà, anche quest'anno, il candidato italiano al riconoscimento dell'Unesco quale "patrimonio dell'Umanità". Dopo essere stato "rimandato" lo scorso anno, il progetto originario ha subito i correttivi suggeriti dagli ispettori dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura e ora la nostra candidatura può viaggiare verso il possibile traguardo. Ce la faremo ? Lo sapremo nel luglio 2014, intanto i problemi restano. E non sono pochi ...

Proviamo ad analizzare la situazione; da ottimisti incalliti, iniziamo con gli aspetti positivi.
Il più evidente è il fatto che la "grande utopia" della candidatura (spesso oggetto di derisione anche all'interno del nostro territorio) ha ottenuto l'approvazione degli organismi Unesco, che hanno dunque ufficializzato la conferma del principale requisito richiesto alla candidatura del nostro paesaggio viticolo: l'essere "unico ed irripetibile". Una conferma importante, poichè fino al luglio dello scorso anno questa certezza non l'avevamo.

Ma per poter procedere nel riconoscimento, il progetto ha dovuto entrare in una profonda fase di revisione e di ripensamento, che ha portato alla riduzione delle aree individuate. Erano nove nella prima presentazione, ora sono solo più sei: Langa e Barolo, Castello di Grinzane Cavour, Colline del Barbaresco, zona di Canelli e dell'Asti spumante, zona di Nizza e della Barbera, zona del Monferrato degli Infernot (i crutin scavati nel tufo).
Complessivamente, dal progetto originario è stato stralciato quasi un quarto del territorio candidato, sono sparite le aree del Roero e delle Langhe del Dolcetto e del Moscato, così come l'intero nord astigiano caratterizzato dalle testimonianze storiche di un pregevole romanico.
I Comuni del territorio candidato sono ora 29, a cui si aggiungono altri 72 Comuni compresi nelle aree di collegamento.
Difficile poter far finta di nulla: il progetto attuale non è il progetto originario e per poter ripresentare la nostra candidatura si è dovuto lavorare con il "machete".
L'area ora individuata mostra maggior coerenza e i molti Comuni usciti dalla "core zone" mantengono comunque l'indubbia prerogativa di essere luoghi di collegamento difficilmente avulsi dal resto del contesto centrale.

I problemi più rilevanti sono almeno due.
Il primo è il piano strategico legato alla comunicazione. Negli ultimi mesi l'informazione interna al territorio di Langhe, Roero e Monferrato (già abbastanza debole ...) è stata parecchio deficitaria, tanto che ben pochi dibattiti sono stati favoriti durante le drastiche azioni di revisioni tecniche al progetto.
In questo momento la nostra sensazione è che non esista un piano di informazione e di formazione in grado di garantire la preparazione dei cittadini e delle attività ricettive prima dell'agognato riconoscimento.
Il dubbio ci è stato confermato anche da Annalisa Conti, referente astigiana del progetto di candidatura, durante un dibattito tenutosi a Vinchio lo scorso 24 marzo: "ora spetta a ciascuno di noi raccontare ai propri conoscenti a che punto è il progetto, quale sarà il percorso futuro, cosa dobbiamo fare per essere pronti ad ospitare il turismo in ingresso che prevediamo affollerà il nostro territorio dopo il riconoscimento da parte dell'Unesco".
Personalmente crediamo che il "puro volontariato comunicativo" non rappresenti una strada sicura e ci stupiamo che un progetto concreto di comunicazione integrata non sia ancora stato reso noto (forse perchè non esiste proprio ... !).

Il secondo problema è legato ai contenuti del fascicolo di candidatura presentato all'Unesco, che al momento non pare essere affatto trasparente e, invece, lo deve diventare (e in fretta).
Un esempio: nelle scorse settimane il sindaco di Canelli, Gabusi, ha annunciato un progetto per trasformare il sedime ferroviario (attualmente non più utilizzato per il trasporto pubblico locale) in una tangenziale stradale affiancata da una pista ciclabile.
Nel fascicolo di presentazione, invece, grande rilevanza viene data (come ovvio ...) alla situazione infrastrutturale dei trasporti locali nel territorio. Nel fascicolo non soltanto si parla del ruolo strategico delle ferrovie ma, addirittura, si indica un possibile progetto di "metropolitana leggera" che colleghi Alba, Asti, Alessandria (dunque anche Castagnole Lanze, Canelli, Nizza ...).
Parrebbe, quindi, che le amministrazioni comunali non lo sappiano. E non ci pare che nessuno lo stia facendo notare loro.

Idem per i Piani Regolatori: siamo sicuri che preservare il territorio "patrimonio dell'Umanità" corrisponda all'azzeramento di nuove espansioni edilizie ?

Sarebbe utile che qualcuno sani l'attuale problema di "scollegamento" tra progettisti e territorio.
Ma a chi spetta farlo ? E colui/coloro a cui spetta farlo, ne sarà a conoscenza ?
Se voi andate su quello che dovrebbe essere il sito ufficiale dell'Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato (http://www.paesaggivitivinicoli.it) troverete un bel logo e questa scritta: "sito in costruzione" (da molti mesi ...).

Infine, sempre Annalisa Conti ha ricordato come la nostra candidatura sia legata non soltanto alla generica dimensione paesaggistica, quanto al "paesaggio culturale" delle nostre colline vitate.
Bene, questo termine - "culturale" - ci pare non sia stato ancora minimamente declinato, almeno all'interno del nostro territorio.
Cosa stiamo aspettando ?

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