Dunque è ufficiale: la recente audizione del Comitato Tangenziale Sud/Ovest di Asti al cospetto del Consiglio della Regione Piemonte, ha consentito di mettere un punto fermo alla sequela di dichiarazioni ed imbarazzi sullo stato dell’arte dell’opera pubblica.
Nulla risulta, tra i “cassetti” dell’amministrazione regionale, di quel progetto che i vertici della società “Asti-Cuneo” dichiarano, da tempo, di avere presentato.
Dopo l’incontro con i rappresentanti del Comitato astigiano, l’Assessore regionale ai Trasporti Daniele Borioli ha risposto alle domande della stampa locale in modo lapidario: “noi conosciamo solo la richiesta di Comune e Provincia di Asti per l’esecuzione non della ventilata autostrada ma di un collegamento a due corsie (con due carreggiate nella “sola” galleria, da ricavare nella collina di Vallarone, NdR). Gli Enti locali vorrebbero anticipare la costruzione dell’opera e ne hanno richiesto le autorizzazioni al Ministero dei Trasporti. Nulla di più”.
Insomma: la Regione Piemonte non ha ricevuto alcuna richiesta di parere o di autorizzazione e non è, dunque, parte integrante dell’iter sino a che il progetto dell’opera non verrà presentato. E che, solo a quel punto, verrà valutato e giudicato dopo aver attentamente ascoltato le motivazioni degli Enti locali.
Il fatto che la Regione Piemonte sia, al momento, completamente esclusa da ogni ruolo attivo nella annosa vicenda, non deve però trarre in facili ottimismi i numerosi sostenitori dell’inutilità dell’opera.
Il parere e le autorizzazioni che il competente Ministero dei Trasporti devono ora fornire, hanno anche il compito di chiarire se l’opera dovrà/potrà seguire le procedure semplificate della legge obiettivo, un “vecchio” regalo del governo Berlusconi …
Si tratta di un quadro normativo finalizzato alla celere realizzazione delle infrastrutture individuate dal Governo stesso (quello di allora, ma le norme sono tuttora in vigore, NdR …) come “strategiche”. E che individua la disciplina speciale che regola la progettazione, l’approvazione dei progetti e la realizzazione delle infrastrutture ritenute essenziali per l’ammodernamento del sistema italiano.
E, infine, che permette alcune rapide scorciatoie in fase sia di progetto preliminare (non occorre una specifica Conferenza dei Servizi; la decisione viene assunta a maggioranza con il consenso dei Presidenti delle Regioni, che si pronunciano - sentiti i Comuni nel cui territorio si realizza l’opera - entro un periodo di 90 giorni dalla presentazione del progetto; non c’è bisogno di una VIA-Valutazione di Impatto Ambientale, cosa che in questo caso, data la natura “eco-mostruosa” dell’opera, è davvero grave …) e sia di progetto definitivo. Con seri ostacoli posti dalla normativa semplificata ai pareri contrari delle amministrazioni coinvolte.
Riassumendo: Provincia e Comune di Asti (e la società Asti-Cuneo, che ha come socio di riferimento il costruttore Marcellino Gavio) stanno dialogando esclusivamente con il competente Ministero e, evidentemente, “puntano” alle scorciatoie della “legge obiettivo”.
La Regione attende di essere informata e coinvolta. Ma, dalle parole dell’Assessore Borioli, pare di comprendere che quando ciò accadrà, l’amministrazione regionale si limiterà a valutare gli aspetti tecnici e le volontà dei proponenti. Punto.
Quindi la partita (apertissima) continua a doversi giocare sul territorio astigiano e bene fa il Comitato TSO a moltiplicare gli sforzi per informare la cittadinanza e sviluppare un dibattito democratico e partecipato. Che, a dire il vero, competerebbe anche a Provincia e Comune promuovere ! …
Nella sezione “Ambiente e Territori” del nostro sito potrete trovare alcuni documenti ed opinioni sulla vicenda. Sul sito del Comitato TSO (http://www.astiterritorio.org) potete, invece, reperire anche una ampia ed esaustiva raccolta di proposte e suggerimenti operativi.
In ogni caso, ci piace ricordare (e ricordarci …) che questo “piccolo” argomento locale e apparentemente circoscritto, altro non è che il preciso sintomo di un punto nevralgico dei nostri giorni: il confronto fra l’attuale modello di vita delle nostre civiltà, basato sulla crescita e lo sviluppo economico, ed una nuova, urgente e necessaria visione imperniata sulla Decrescita e sul De-sviluppo … (ne parliamo in un altro articolo, intervistando Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice NdR).
Per comodità riepiloghiamo, in estrema sintesi, i punti principali di critica all’opera, che il Comitato TSO ha opportunamente sin qui evidenziato, anche nell’audizione in Regione Piemonte.
- Utilità. L'autostrada A33 verso Alba ha già ottenuto anche il collegamento tra la tangenziale Sud di Asti e il casello Asti Est dell’autostrada A21, che corre a Nord della città. Dunque, chi dal sud della Provincia volesse andare in direzione Torino, non incontrerà difficoltà a raggiungere Asti Est e da qui risalire sulla A21 verso il capoluogo regionale.
- Studi sulla fattibilità. Non esistono appositi studi di Idraulica, Geologia e Geomeccanica o studi di viabilità che offrano dati certi di valutazione dell’opera; insomma, non viene dimostrata in alcun modo la necessità e l’utilità di questa Tangenziale costosa e impattante.
- Traffico cittadino. Si dice che la tangenziale ridurrebbe il traffico interno cittadino e decongestionerebbe i corsi Torino e Savona, attualmente molto trafficati (soprattutto in determinate ore di punta). E’ opportuno ragionarne attualizzando i flussi di traffico e controllando meglio il percorso dei mezzi pesanti, che dovrebbero essere indotti a non attraversare la città per raggiungere luoghi diversi dalla città stessa. E, soprattutto - secondo quando già previsto dall'accordo tra Comune e Provincia di Asti – sarebbe logico realizzare un collegamento leggero di due corsie “a raso”, parallelo a corso Torino e, in parte, a corso Savona che corra lungo il Borbore, con il doppio risultato di recuperare alla città l'area del suo secondo fiume. Il progetto esiste già, perché lo si vuole dimenticare? Solo una strada alternativa comoda e vicina e con le opportune rotonde di svincolo potrà ridurre il traffico cittadino. Costerebbe molto meno e sarebbe davvero utile.
- Collegamento col nuovo ospedale. Non serve la Tangenziale per realizzare la bretella progettata che porta da corso Torino-corso Ivrea al nuovo ospedale. Si può fare comunque. La collocazione del Cardinal Massaia, che sorge a poche centinaia di metri dalla A21, rende realizzabile anche l'alternativa di un casello speciale da usarsi esclusivamente per le ambulanze, che potrebbero così ridurre i tempi di percorrenza entrando in autostrada da Asti Est, Asti Ovest, Felizzano o Villanova. Una opportunità in più, considerando che il nuovo ospedale, curiosamente, non è stato dotato di pista per l'elisoccorso. Dunque, la Tso per le emergenze non serve: le ambulanze possono arrivare prima all'ospedale, attraverso strade ben più semplici.
- Impatto ambientale. Come può un territorio che tutti vorrebbero ad “alta vocazione turistica” e il cui paesaggio viticolo si è candidato perfino a diventare patrimonio dell'Umanità riconosciuto dall'Unesco, sopportare nuove “eruzioni” di cemento ? La nuova strada è destinata a tagliare, in viadotto e in galleria, la piana ampiamente coltivata del Tanaro, intaccare il delicato ecosistema degli stagni di Belangero (e condannare a morte il rarissimo Pelobates Fuscus violando il SIC degli Stagni di Belangero e, quindi, le Direttive Comunitarie “Habitat” - Direttiva n. 92/43/CEE - e “Uccelli” - Direttiva 79/409/CEE), distruggere le serre di un'impresa vivaistica, “bucare” (proprio così …) la collina di San Jorio, rispuntare nella piana di villaggio Bellavista e, ancora in viadotto, collegarsi ad Asti Ovest. Il tutto con contorno di svincoli, corsie di scorrimento, piloni, viadotti, cemento, cemento e ancora cemento ...
- Costi. Il costo complessivo dell’opera, pari al 16% del costo totale dell’autostrada AT-CN e pari quasi al doppio della cifra spesa per il nuovo ospedale “Cardinal Massaia”, è giustificato rispetto ai benefici ? Complessivamente, risulta che la TSO avrebbe un costo attorno ai 209 milioni di euro ! La soluzione di una strada di gronda sarebbe molto meno “pesante”, sia dal punto di vista ambientale e sia dal punto di vista economico, con un costo totale di 65 milioni di euro …