Un nuovo Piano regolatore per la città di Asti ?

Imagedi Alessandro Mortarino.

Ligio ai miei doveri, lo scorso mercoledì 30 Novembre ho partecipato all'incontro promosso dall'attuale amministrazione comunale di Asti dall'invitante titolo ”Il Governo del Territorio tra Sviluppo e Tutela” e arricchito da un ancor più ghiotto sottotitolo che suggeriva la volontà di metter mano all'ormai esausto Piano Regolatore attraverso questo caposaldo: “Stop allo spreco del suolo! No alla cementificazione del territorio” (parole autentiche vergate nell'invito, punto esclamativo compreso). Provo a raccontarvene. Confuso ...

Confuso perchè un incontro pubblico su un tema così delicato presupporrebbe interventi di Relatori in grado di esporre una linea innanzitutto politico/strategica e poi, ovviamente, tecnica. Nell'occasione, invece, l'orientamento politico espresso dal Sindaco (uscente) Galvagno e dall'assessore all'urbanistica (uscente) Fabrizio Imerito è parso ben lontano da un quadro strategico e assai più prossimo ad un tentativo di "vedere l'effetto che fa".

Ma seguo l'ordine degli interventi.

Giorgio Galvagno, Sindaco di Asti: “Una città che guarda al futuro”.

Come accade da tempo, l'intervento istrionico di Galvagno si è materializzato in una serie di affermazioni, slegate tra loro, che possiamo riassumere così: "provate a pensare quanto verde, quanti alberi, quante magnolie ho aggiunto io ad Asti dagli anni '70 ad oggi ... E ora vi dico che anche il Piano regolatore deve contribuire a stabilire quanto verde, quanti alberi, quante magnolie andremo a piantumare nei prossimi anni. Noi e voi assieme ....".

Ugo Cavallera, Vicepresidente e Assessore all’Urbanistica e Programmazione Territoriale della Regione Piemonte: “Le nuove norme urbanistiche per lo sviluppo del Piemonte”.

Un intervento politico ? No, una lunga serie di citazioni su strumenti adottati o in corso di adozione da parte dell'amministrazione regionale. Con una dimenticanza: nessun riferimento agli articoli 31 e 32 del nuovo Piano territoriale Regionale con cui il nostro parlamento subalpino ha sancito - senza rendersene conto ? - la difesa dal consumo di suolo (soprattutto nel suo articolo 9 che dice: "i nuovi impegni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali possono prevedersi solo quando sia dimostrata l’inesistenza di alternative di riuso e di riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti. In particolare è da dimostrarsi l’effettiva domanda previa valutazione del patrimonio edilizio esistente e non utilizzato, di quello sotto-utilizzato e di quello da recuperare; non è ammessa la previsione di nuovi insediamenti residenziali su territori isolati dagli insediamenti urbani esistenti").

Fabrizio Imerito, Assessore all’Urbanistica, Comune di Asti: “La nostra città: idee e proposte di sostenibilità locale”.

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare, dice un adagio popolare. E Imerito è da un po' di anni che si accompagna a Galvagno, tanto da averne ormai copiato l'incedere anche dal punto di vista lessicale.

Così il suo intervento non ha offerto grandi dati e una ben scarsa visione del Piano regolatore del (futuro) desiderio. Noi abbiamo solo capito che "si dovrà costruire meglio e meno" e che "si dovranno risparmiare il più possibile i suoli". Altre torri in vista ? O addirittura qualche grattacielo ?

Curioso anche il suo appello al Parlamento perchè si reintegri la legge Bucalossi e si tornino a destinare gli oneri di urbanizzazione solo ai relativi interventi e non alla "moneta corrente": Imerito avrà mai espresso questo concetto (che ci vede perfettamente d'accordo) alla maggioranza che ci ha governato fino all'avvento di Mario Monti ? E non erano esponenti del suo stesso partito ?

Vittorio Pesato, Consigliere Regionale Lombardia ed ex vicepresidente dell'ASP SpA (Asti Servizi Pubblici), “Governo del territorio: Lombardia e Piemonte al confronto”.

Chi va con lo zoppo ... ecc. ecc.. Il giovane rampollo del PDL, politicamente maturato ad Asti, vi ha fatto ritorno con lo stesso spirito di Galvagno e Imerito. Dissertando di grandi orizzonti, di alleanze locali tra "quelle regioni del Nord - Piemonte, Lombardia e Veneto - che rappresentano il cuore dell'economia nazionale, hanno il pregio di essere tutte amministrate dalla medesima coalizione e dovrebbero imparare a "fare sistema" anche dal punto di vista politico". Spaziando ancora un po', Pesato ha anche calato l'affermazione-cuore del suo illuminante intervento: "La Politica con la P maiuscola deve cambiare, deve imparare a risolvere i problemi reali; i Piani regolatori sono strumenti essenziali per un territorio comunale ma devono essere ripensati perchè oggi devono contenere anche nuove cave, nuove discariche, nuovi termovalorizzatori. Una società che produce rifiuti deve sapere progettare, già a monte, la loro destinazione".

Il nuovo che avanza.

Rumore tra il pubblico. Inizio a non poterne più.

Ma per ironia della sorte, l'intervento successivo presuppone che i Relatori scendano dal palco per favorire la proiezione di alcune slide. Pesato inizia a circolare per la sala e a stringere mani. Ascoltare ? No, ci sono cose più importanti da fare.

Sempre per ironia della sorte, ad un certo punto, decide di sedersi tra il pubblico in compagnia di un giovane parente o amico. Di fianco a me.

Mentre l'architetto Demarchis sta sciorinando - finalmente - dati.

I due iniziano a parlottare forte ed accendere i cellulari. Guardo Pesato, vorrei fulminarlo, ma mi limito ad un delicato "chiedo scusa ...".

Niente, il dialogo tra i due è troppo urgente per poter essere interrotto. Quindi scrollo il "nuovo che avanza" per un braccio: "abbia pazienza, vorrei poter ascoltare la prima persona che ha qualcosa di intelligente da dire !". Pesato si acquieta e si sfoga con gli sms. Ma non resiste, ha ancora un supplemento di dialogo impellente (sarà l'incontinenza della nuova politica) da esaurire.

Questa volta lo fulmino con uno sguardo dimostrativo e aggiungo: "ma sta scherzando ?".

Mi risponde: "sa, io sono un po' pazzo".

"No, lei è solo un gran maleducato".

Evviva la politica. Quella che deve saper cambiare, interpretare i bisogni dei cittadini, delineare nuovi scenari ...

Angelo Demarchis, Dirigente Settore Urbanistica e Patrimonio, Comune di Asti: “Criticità e prospettive dell’attuale P.R.G.C.”.

Finalmente qualche dato, qualche prospettiva, qualche idea. Asti ha un Piano regolatore pensato nel 1994 e approvato nel 2000 dopo un necessario adattamento all'era del post-alluvione. Un Piano che prevedeva una città di 127.503 abitanti potenziali (a fronte dei 76.641 attuali) e, dunque, con una potenzialità espansiva molto elevata: ad oggi di quel nuovo cemento previsto ne è stato gettato circa il 50 %, pari a 1.420.000 metri cubi (altrettanti metri cubi potrebbero oggi essere aggiunti ...).

Un Piano ormai datato, che contiene "scarsa condivisione delle previsioni infrastrutturali previste dai lavori pubblici, un basso contenuto di elementi perequativi, pochi vincoli per i Privati (un esempio lampante è il nuovo insediamento di Bellavista) e dunque pare calzato più sulle esigenze speculative che sui bisogni collettivi, privo di una programmazione differenziata delle previsioni e di una visione strategica. Tanto che sono stati oltre 200 gli strumenti urbanistici esecutivi (leggasi: varianti) approvati dal 2000 ad oggi. Per non parlare delle esigue risorse a disposizione dell'edilizia residenziale popolare".

Demarchis ha sottolineato anche qualche positiva peculiarità dell'ormai vecchio Piano regolatore, in particolare "la tutela del territorio agricolo extraurbano: 13.200 ettari su 15.182 complessivi restano saldamente agricoli (l'87 % del totale)".

Conclusioni: è ora di ragionare un nuovo Piano regolatore, "basato su previsioni coerenti con i reali bisogni della collettività". Nessun accenno a come si intenderanno captare questi "reali bisogni" e se stiamo parlando di crescita urbanistica a "zero cemento" o a "un po' meno cemento"; compito della politica definirlo prima ancora che dei dirigenti dell'urbanistica.

E noi ribadiamo: senza un censimento preventivo che ci faccia capire quante abitazioni e quanti capannoni costruiti sono oggi vuoti, sfitti, non utilizzati ... nessuna vera programmazione è possibile !

Elio Morino, Dirigente CSI Piemonte e membro del direttivo INU sezione Piemonte-Valle d’Aosta: “La città motore di sviluppo”.

Secondo (e ultimo) intervento di interessanti informazioni, con uno specchio di quanto accade nel resto d'Europa (con le grandi macro-aree municipali sul tipo di Metz-Nancy o Grand Lyon che iniziano a sostituire le sovranità puramente comunali).

Fine.

Dibattito ? Sì, sarebbe stato utile. Utile per sottolineare come gli interventi abbiano abbondantemente sviscerato l'aspetto economico del tema urbanistico (meno burocrazia per chi investe, tempi più rapidi per chi richiede licenze ecc. ecc.) e poco - quasi nulla - le esigenze sociali dei cittadini.

Ma Galvagno, Cavallera, Pesato e tre quarti del pubblico se n'erano già andati e i pochi amministratori presenti fremevano per recarsi alla seduta del consiglio comunale. Dunque il dibattito è rinviato ad altra data, le nostre domande ce le teniamo strette in serbo per una prossima occasione: magari organizzeremo noi un incontro pubblico, fuori dalla "polvere" della campagna elettorale, per provare a concentrarci sull'arrosto e non sul fumo.

E dato che chi fuma avvelena anche te … (diciamogli di smetterla) !

 

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino