Non tutti sanno, forse, che i Cip 6 sono incentivi che lo Stato eroga ai costruttori di impianti destinati alla produzione di energia da fonti rinnovabili, assimilate e da cogenerazione.
Come fonti rinnovabili, secondo il Cip 6, sono considerati gli impianti alimentati da fonti che utilizzano il sole, il vento, l’acqua, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici e inorganici o di biomasse.
Le fonti energetiche ‘assimilate’ sono risorse di origine fossile; il Cip 6 comprende gli impianti di cogenerazione, gli impianti che utilizzano calore di recupero, fumi di scarico e gli impianti che utilizzano gli scarti residui di lavorazione e/o di processi e quelli che utilizzano fonti fossili prodotte esclusivamente da giacimenti minori.
L’80,5% dell’energia elettrica Cip 6 è prodotta da fonti assimilate.
La specifica Autorità in materia (quella per l’energia elettrica e il gas) ha effettuato nel biennio 2006-2007 un centinaio di controlli ispettivi sugli operatori attivi nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate ed ha “scovato” numerose irregolarità.
Gli accertamenti finora conclusi hanno coinvolto 97 impianti e consentito di incassare subito, con conseguente alleggerimento del conto per nuovi impianti da fonti rinnovabili e assimilate (componente A3 della bolletta), circa 27 milioni di euro, relativi ad incentivazioni indebitamente percepite da impianti “assimilati” nell’ambito del provvedimento Cip n. 6/92.
Complessivamente, ammontano a ben 91 milioni di euro gli incentivi indebitamente percepiti da restituire nelle bollette dei consumatori. Già, perché i Cip 6 vengono finanziati da una voce specifica della “nostra” bolletta famigliare: siamo noi, insomma, i principali soci di quegli impianti che, in realtà, troppo spesso ci vengono imposti da decisioni “superiori”, tenendoci lontano da qualunque processo partecipativo decisionale …
Proprio noi: i veri finanziatori !
