Vi proponiamo un breve "carteggio" intercorso tra il nostro Alessandro Mortarino e il Segretario provinciale della Cgil di Asti, Giovanni Prezioso intrecciato sul tema della salvaguardia dei beni comuni, della difesa dell'ambiente e del corretto utilizzo delle opportunità occupazionali in chiave di "sostenibilità". Contiene qualche spunto su cui ci auguriamo possa aprirsi un dibattito costruttivo ...
Caro Giovanni,
mi permetto di inviarTi qualche breve considerazione alla luce del lungo comune lavoro sviluppato all’interno del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche e dei buoni risultati sin qui ottenuti, ad iniziare dal raggiungimento del quorum referendario, dal coinvolgimento di molti giovani nelle attività “militanti”, dalla concretizzazione della più ampia rete sociale locale mai vista nell’astigiano.
Segnali importanti che certamente ci “costringeranno” a nuovo super-lavoro a brevissimo (e la cosa direi che non può che farci piacere !).
Vorrei però approfittare dell’occasione per ampliare un po’ il nostro impegno a salvaguardia dei Beni Comuni.
In questi giorni vedo che è stato riavviato il “tavolo sulle emergenze abitative” presso il Comune di Asti, strumento che considero decisamente strategico per tentare di individuare soluzioni ad una delle debolezze più evidenti del nostro vivere quotidiano.
Con una certa preoccupazione, ho colto in queste ore alcuni commenti che paiono voler creare una connessione quasi inevitabile fra la necessità di reperire alloggi per chi ne ha bisogno e l’avvio di nuove edificazioni di case o condomini in città; è il “solito” scontato sillogismo del “occorrono case popolari, allora costruiamole e parallelamente garantiamo il lavoro agli edili”.
Si tratta di un ragionamento che ritengo pericoloso; la vera domanda credo dovrebbe essere: “quante abitazioni vuote esistono in città”. E una volta individuato il corposo numero, lavorare “politicamente” affinché quel considerevole patrimonio (privato e pubblico) venga messo a disposizione (nei modi e nelle forme adeguate) di chi ne avrebbe utilità stringente.
Insomma, credo che oggi anche il Sindacato abbia bisogno di affrontare in modo approfondito il tema della finitezza delle nostre risorse ambientali, i limiti della crescita e del modello sociale basato sui consumi. So benissimo quanto il tema sia ampio e difficile da ridurre in azioni compiute, ma uno sforzo credo lo dobbiamo fare – tutti assieme - per trasformare il nostro pensiero dalla contingenza (“a fine mese ho bisogno di uno stipendio per far campare la mia famiglia, quindi qualunque lavoro e qualunque opera va bene purchè generi occupazione”) all’essenzialità (“non tutti i lavori e non tutte le opere sono necessarie, mentre necessario è garantire i diritti e i bisogni primari di tutti: una casa, l’alimentazione, l’assistenza, la salute ecc. …”).
Lo stesso ragionamento lo colgo quotidianamente anche in altri specifici temi, ad esempio nelle parole dei lavoratori ex-Ceset che sollecitano le autorizzazioni al progetto “Agrivillage” che millanta la creazione di circa 500 nuovi posti di lavoro in Val Rilate (ma occorrerebbe studiare a fondo l’iniziativa e l’idea di falso sviluppo che reca con sé, prima di giudicarla come una salvifica boccata d’ossigeno all’occupazione nella nostra provincia) oppure la Tangenziale Sud/Ovest di Asti di cui si tende a ripetere: “i soldi pubblici ci sono, perché lasciarseli scappare ?” ...
Il Movimento Stop al Consumo di Territorio è nato poco più di due anni e mezzo or sono e di questi temi si sta occupando a fondo partendo da alcune priorità che vorremmo diventassero una pressante richiesta di tutta la società civile ai nostri (attuali e prossimi) amministratori:
- primario “censimento” degli edifici già costruiti in Asti, che metta in luce un dato essenziale: quanti di essi (civili, industriali, commerciali, artigianali, agricoli …) risultano disabitati, vuoti o non utilizzati;
- moratoria generale al Piano regolatore comunale (e varianti in corso), ovvero: finchè il “censimento” non sarà completato, sospensione assoluta di tutte le nuove edificazioni;
- al termine del “censimento”, convocazione di tavoli partecipati fra cittadini, associazioni, tecnici ed amministrazione per ridiscutere complessivamente il Piano Regolatore (strumento primario della vita di una comunità).
Questo “schema” ricalca quanto stiamo promuovendo in tutta Italia, con qualche esempio già concretizzato in Comuni che hanno riveduto il loro Piano Regolatore e decretato la “crescita zero urbanistica”: nessuna nuova espansione edilizia ma incentivazione delle ristrutturazioni (Cassinetta di Lugagnano, Solza, Camigliano …).
In questi Comuni l’azzeramento delle nuove costruzioni non solo non ha causato traumi ma, al contrario, ha dato impulso a nuove economie sia nel campo edile (manutenzioni, restauri, ammodernamenti in chiave di risparmio energetico) e sia nella nascita di attività agricole, artigianali e di “altreconomia” favorite dal contemporaneo sviluppo di nuove forme di aggregazione sociale sul territorio (ad esempio Gruppi di Acquisto Solidali).
Mi piacerebbe che anche ad Asti questi temi iniziassero ad essere al centro di un dibattito concreto, non viziato da ideologismi, finalizzato ad obiettivi “alti”. E per questo Ti invito a stimolare una discussione tra i Vostri aderenti, che ritengo essere “Attori” principali di un’era di cambiamento che solo con le nostri mani possiamo costruire e modellare in modo proficuo.
Resto a Tua completa disposizione per ogni possibile collaborazione.
Alessandro Mortarino
Caro Alessandro,
ho ricevuto con piacere la tua lettera e letto con soddisfazione le riflessioni in essa contenute.
Da tempo in Cgil abbiamo maturato in modo collettivo come sia importante la collaborazione con i movimenti e le nuove forme di rappresentanza dei diritti e delle opinioni.
Le camere del lavoro territoriali sono la sede naturale di questo confronto e ad Asti ne siamo particolarmente convinti; ritenendo che questo confronto non possa che arricchirci e meglio aiutarci a rappresentare i cittadini lavoratori e pensionati.
L’esito da tutti noi sperato dei referendum ci ha dato soddisfazione e nuovo coraggio per affrontare nuove battaglie.
Come tu sai negli ultimi dieci anni la Cgil è stata l’unica grande forza organizzata che a livello nazionale si è opposta in modo fattivo ed ostinato all’avanzare di politiche liberiste che cercano di porre le ragioni del mercato e del consumo al di sopra dei diritti e del benessere sociale delle persone.
Il risparmio del suolo e l’uso corretto delle risorse, l’ambiente come bene comune da tutelare, il favorire l’uso di energie rinnovabili anche come opportunità di sviluppo, sono state oggetto di dibattito e di assunzione di responsabilità, anche nell’ultimo congresso della Cgil.
Pertanto mi sento di poter affermare che su quanto tu segnali, e fai bene a farlo, c’è tutta la nostra attenzione ed intenzione di confrontarci, anche perché mi rendo conto che molte cose che noi poniamo da tempo nelle sedi a noi proprie, potrebbero divenire oggetto di iniziative comuni e pertanto avere maggior forza.
Non solo penso sia corretto porsi nell’ottica del non ulteriore consumo del territorio, ma ritengo sia necessario e possibile, come stiamo chiedendo ai Sindaci ed alle Istituzioni, un recupero del territorio, a partire dalle aree industriali dismesse, prevedendo un piano territoriale più ampio dove le allocazioni industriali siano tutte all’interno di aree opportunamente attrezzate (non ha senso che ogni Comune abbia un’area industriale).
In questo senso anche il grande impegno nel convincere il Comune di Asti ad un accordo sulle politiche della casa, con il ripristino del tavolo sulle emergenze abitative, ma anche nel cercare soluzioni abitative a partire da immobili dismessi dalla pubblica amministrazione (ferrovie, demanio, asl ecc. ...).
Così come abbiamo chiesto al Sindaco di Asti un censimento sulle case sfitte e di considerare opportune agevolazioni per chi ristruttura nel centro storico per destinare in locazione degli immobili.
Penso ti sia nota la nostra posizione sul cosiddetto progetto della “tangenziale”.
Ti anticipo che al rientro dalle ferie, proprio per i motivi che anche tu solleciti e per rendere pubblico il dibattito sul tema delle politiche della casa, la Cgil di Asti ha deciso di promuovere un convegno pubblico con la partecipazione delle Istituzioni in cui penso, se vorrai, potrai dare un contributo.
Mi piacerebbe in modo più approfondito intrattenermi e confrontarmi con te su questi temi, ne avremo certo il modo, passa a trovarmi quando puoi, ti aspetto in Cgil.
Con stima.
Giovanni Prezioso