Un anno di gran lavoro per gli Ambientalisti astigiani ...

di Alessandro Mortarino
ImageImpianti a biomasse, termovalorizzatori, discariche, nuove tangenziali, impianti di bitumaggio …
Il “solito modo” di concepire lo sviluppo, ha fortemente contrassegnato per tutto il 2007 il panorama dell’intera provincia di Asti, disseminando pericoli e (fortunatamente) scatenando la concreta reazione delle comunità locali. Con alcuni risultati registrati e molte questioni aperte, che saranno oggetto di un presumibile nuovo impegnativo e vigile anno a venire.

Si era iniziato con la scoperta di un mega-progetto di impianto a biomassa legnosa in quel di Castagnole Lanze, in Gennaio.
Poche e scarne le informazioni pubbliche, si mormorava (voce di popolo …) dell’interesse dell’azienda monregalese/argentina Silvateam ad insediarsi in Valle Tanaro per produrre energia dal legno di castagno restante dall’estrazione di tannino (principale “specialità” dell’azienda); si sapeva, inoltre, della costituzione di una commissione (consiglieri comunali di maggioranza e minoranza più alcuni “esperti”) che avrebbe dovuto valutare la bontà di un simile progetto da circa 50 Megawatt termici: il più grande impianto del Piemonte, maggiore o identico a quello di Airasca !

Roy Ragusa, allora segretario astigiano di Rifondazione Comunista, è il primo a cogliere la portata del pericolo e invita l’amministrazione castagnolese ad un incontro di chiarificazione che, in realtà, ben poco chiarisce. All’incontro partecipano anche Gianni Dapavo di Legambiente, Marisa Pessione e Alessandro Mortarino del Gruppo P.E.A.C.E. dell’Asti Social Forum, che si danno da fare per coagulare attorno al problema i cittadini di Castagnole e dintorni.
Si forma un nucleo di persone (guidate da un attivissimo “Portavoce”: Enrico Griseri) desiderose di approfondire la questione e, con l’aiuto di alcuni esperti in materia (primi fra tutti Michele Bertolino e Maria Grazia Maia di Legambiente Mondovì), si inizia ad individuare la dimensione ed i pericoli di un insediamento certamente molto redditizio per l’azienda, ma ben poco aderente alle esigenze e caratteristiche del territorio. L’amministrazione di Castagnole Lanze, interpellata in merito, minimizza e definisce la dimensione dell’impianto come “normale”, non approfondisce la questione e il 27 Febbraio (a sorpresa) convoca un consiglio comunale che discute la questione ed approva all’unanimità la sigla della convenzione con la Silvateam per l’impianto a biomassa.

La reazione dei cittadini è immediata; si producono documenti, relazioni, volantini, comunicati stampa ricchi di elementi formativi e il 19 Marzo il neonato Comitato Difesa Valle Tanaro organizza un incontro pubblico “bipartisan”, invitando tra i Relatori anche il Sindaco Violardo e il Vice Sindaco Roero. La sala è gremita e gli argomenti dell’Amministrazione risultano poco convincenti e, comunque, insufficienti a contrastare le affermazioni del Comitato. Il Sindaco, che fino a quel momento aveva atteso a firmare il documento di convenzione (nonostante la totale approvazione dei consiglieri comunali), resta fermo sulle sue posizioni.
Nel frattempo, si scopre che circa 23 (uno più, uno meno …) sono i Comuni dell’astigiano in analoghe situazioni: aziende proponenti impianti a biomasse, Amministrazioni unanimemente concordi …

Il 22 Marzo, giornata mondiale per l’acqua, in Provincia, ai margini di un incontro pubblico, alcuni componenti del Comitato Astigiano a favore delle Acque Pubbliche hanno la possibilità di chiacchierare informalmente con il Presidente Marmo e lo mettono al corrente del pullulare di incombenti impianti a biomasse lungo tutto il territorio e dei malumori di un ampio strato di popolazione.
Poche settimane più tardi, l’Amministrazione Provinciale annuncia di essersi attivata al fine di regolamentare la costruzione di impianti a biomasse attraverso un percorso progettuale che porterà all’emanazione di apposite Linee Guida.
Il Sindaco di Castagnole Lanze coglie l’occasione per “congelare” la convenzione con la Silvateam (ancora da lui non siglata) e a Maggio, il consiglio comunale approva all’unanimità la sospensione della convenzione stessa, in attesa delle Linee Guida della Provincia.

Nel frattempo, altre vertenze territoriali e nuovi Comitati si sono sviluppati: a Canelli (impianto a biomassa di circa 26 Megawatt Termici, per un consumo preventivato di 61mila tonnellate all’anno di legna), Mombercelli (termovalorizzatore, cioè un inceneritore di biomassa e rifiuti), Montegrosso (progetto immediatamente portato a conclusione da parte dell’Amministrazione comunale).
Curioso constatare che tutti i progetti di convenzione hanno un elemento ricorrente: la totale approvazione di tutti i consiglieri dei Comuni coinvolti, di maggioranza e minoranza. Tranne uno: Paolo Vercelli, che a Canelli oppone la sua astensione al “bulgaro” voto favorevole dei suoi colleghi.

I Comitati entrano in sinergia tra loro e altri se ne aggiungono (Belveglio, Cortiglione, Rocchetta Tanaro, Rocca d’Arazzo …). Nasce una Rete ambientalista astigiana, che unisce ai Comitati anche le Associazioni (Legambiente, Osservatorio del Paesaggio, Associazione Davide Lajolo, Pro Natura, Ente Parchi, Wwf, Lipu ed altre).

A fine Luglio, le linee guida della Provincia vengono sottoposte al vaglio di tutte le forze sociali ed economiche. La rete ambientalista elabora un documento unitario (tutti assieme, una unica voce …) di proposte di emendamento alle linee guida.

A Settembre, il consiglio provinciale approva il regolamento (contenente alcune delle proposte correttive degli ambientalisti) che sancisce alcuni parametri importanti, tra cui che la biomassa è certamente una risorsa alternativa alle fonti fossili (petrolio, carbone …), ma solo se essa risulta reperibile a “chilometri zero” e se gli impianti sono di piccola dimensione e progettati per produrre contemporaneamente sia energia elettrica e sia calore (termo-riscaldamento).

Le Amministrazioni di Castagnole Lanze, Mombercelli e Canelli (quest’ultima al termine dell’istruttoria in Provincia, attraverso una apposita Conferenza dei Servizi) sospendono/revocano le convenzioni. Palla al centro e la partita ricomincia dallo zero a zero … (anche se grava tuttora il ricorso al Tar della Silvateam, nei confronti sia dell’amministrazione comunale di Castagnole Lanze e sia delle Linee Guida emanate dalla Provincia.

Ora, è in previsione la progettazione, da parte dell’Amministrazione Provinciale, di un “Piano Energetico Provinciale”, estremamente importante per definire con chiarezza lo scenario che si intende disegnare nel prossimo futuro.
Gli Ambientalisti astigiani hanno chiesto pubblicamente che, questa volta, la “concertazione” di una regolamentazione così centrale, coinvolga tutti gli Attori sociali ed economici in forma preventiva. Insomma: occorre creare un tavolo di lavoro (aperto alle Associazioni ed ai Comitati ambientalisti) che analizzi la materia ed elabori la pianificazione (e non seguire l’iter che ha portato alla definizione delle Linee Guida per gli impianti a biomassa, dove l’Amministrazione Provinciale ha preparato il suo documento e lo ha sottoposto a tutte le categorie recependo, alla fine, solo poche proposte correttive).
Questo è, per noi, il giusto modo di interpretare il concetto di “PARTECIPAZIONE” !
Anche i Consiglieri provinciali di minoranza (del centro-sinistra) hanno inteso sostenere questa proposta partecipativa, presentando una specifica interpellanza a fine Novembre a cui l’Assessore all’Ambiente (e Vice Presidente) Giorgio Musso, così ha risposto: <<si concorda con la proposta, non con l’istituzione di un tavolo permanente, che potrebbe appesantire l’iter amministrativo della pratica, ma con la consultazione e il confronto programmato e preliminare riguardo al Piano energetico e alle sue fasi, aperto alle associazioni di categoria e ambientaliste>>.

Al momento non risultano ulteriori passi avanti nella vicenda e la nostra “bella idea partecipativa” langue ai margini di una strada che pare ricca di salite erte e di polvere (per tutti …).

A questo quadro ambientale complessivo, occorre ancora aggiungere l’identificazione dei siti idonei per la creazione di nuove discariche nell’area del villanovese, l’incombente profilo di un impianto industriale di bitumaggio (nella zona di Portacomaro) e il ritorno di un nuovo “mostro”: il progetto di nuova tangenziale sud/ovest attorno ad Asti (per cui rimandiamo ad altri articoli e proposte presenti nel nostro sito web oppure al completo archivio documentale inserito in www.astiterritorio.org , il blog del Comitato spontaneo re-insediatosi nei quartieri che verranno coinvolti dal diabolico progetto …).
Senza dimenticare la nascita di “contro-Comitati” per stoppare l’ampliamento di aree destinate a Parchi pubblici (Cortandone, Val Manera …).
Senza dimenticare i livelli di Pm del centro cittadino di Asti, l’inquinamento delle falde acquifere superficiali attorno ai pozzi dell’Acquedotto del Monferrato (Saluggia) e le scorie nucleari ancora colà giacenti, la minor disponibilità dei pozzi di Cantarana, l’impoverimento della portata del Tanaro e dei suoi affluenti (e il crescente stato di inquinamento che il grande fiume registra nel suo scorrere verso il Po, a partire dal “confine” tra Alba e la nostra provincia), l’attacco alle colline di sabbia che nuove cave muovono al territorio circostante Cortiglione, l’abbattimento selvaggio del verde pubblico (ad esempio, i 99 platani di Canelli) …

C’e altro ?

Sicuramente, sì. Mi viene in mente il progetto ENOLANDIA, declamato a gran voce come la panacea alle esigenze di rilancio economico dell’astigiano e, in realtà (a nostro parere), foriero di ulteriori e forse irreversibili danni per tutti noi …

Ma questa è già materia per il 2008 !

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