Il referendum nella città boccia l’affidamento alle aziende del servizio pubblico. Berlino dice nein all’acqua privatizzata.
Il referendum che voleva annullare la privatizzazione parziale della società di gestione dei servizi idrici si è concluso ieri con un trionfo dei sì: ne servivano almeno 616.571, ne sono arrivati 665.713. Un risultato che ha sorpreso gli stessi promotori.
UN BENE ESSENZIALE – In serata, scrive Alessandro Alviano sulla Stampa, nel tendone da circo a due passi dal vecchio tracciato del Muro che hanno affittato per seguire i risultati, si contavano più giornalisti che sostenitori del referendum. «Ci speravo, ma non me l’aspettavo più vista la scarsa affluenza inmattinata », racconta Andreas Fuchs, il cassiere del comitato referendario.
«È la prova che si può fare molto anche con pochi mezzi», aggiunge, ricordando che il comitato disponeva di appena 12mila euro ottenuti dalle donazioni. A titolo di paragone: gli organizzatori del referendum sulla religione a scuola, fallito due anni fa, avevano raccolto centinaia di migliaia di euro. «Un bene essenziale come l’acqua non può essere fonte di profitto, vogliamo che torni in mano pubblica» gioisce il portavoce del comitato, Thomas Rudek. «È un segnale anche per voi in Italia», si inserisce la sua collega Dorothea Härlin.
Il referendum chiedeva di pubblicare integralmente il contratto con cui nel 1999 il Land di Berlino vendette alle società RWE e Veolia il 49,9% dell’azienda dei servizi idrici comunali (Berliner Wasserbetriebe). Stando a Rudek, dal 2001 le tariffe dell’acqua sono salite del 35% e oggi sono tra le più alte in Germania.
A Berlino un metro cubo d’acqua costa 5,12 euro, a Colonia 3,26.
MANI PUBBLICHE - Su pressione dei promotori, il Comune ha pubblicato a novembre circa 700 pagine del contratto di privatizzazione parziale: da esse emerge che la città ha garantito alti margini di guadagno a RWE e Veolia. Non solo, ma dal 1999 al 2009 RWE e Veolia hanno incassato più utili di Berlino (1,3 miliardi contro 696 milioni), e questo sebbene la città- Stato detenga il 50,1% della Berliner Wasserbetriebe. Secondo indiscrezioni stampa, nel 1999 vennero firmate altre cinque intese i cui contenuti sono ancora oggi segreti.
Ora il parlamento del Land dovrà votare una legge sulla pubblicazione integrale del contratto di privatizzazione. In caso di rifiuto il comitato referendario è pronto a fare ricorso. Il suo obiettivo ultimo resta però quello di riportare interamente la BerlinerWasserbetriebe nelle mani pubbliche. Evitando al tempo stesso di replicare quanto è successo nella vicina Potsdam, dove la società di gestione dei servizi idrici è stata rimunicipalizzata dieci anni fa ma i prezzi sono aumentati e oggi un metro cubo d’acqua costa più che a Berlino: 5,82 euro.
Sabato il governo cittadino aveva dichiarato inutile la consultazione.
Ieri sera il sindaco Klaus Wowereit ha provato a contenere i danni. L’esito conferma la nostra politica, ha spiegato. Berlino è infatti in trattative con RWE per riacquistare la sua quota nella Berliner Wasserbetriebe.