Mentre nei giorni scorsi la FAO ha reso pubbliche le sue previsioni in merito alle disponibilità idriche del pianeta nei prossimi anni (concludendo con la tragica indicazione che nel 2050 due miliardi di persone resteranno senza acqua e due terzi della popolazione mondiale si troverà ad affrontare una situazione di forte scarsità ...), in Italia la “nostra” proposta di legge popolare per il ritorno alla gestione pubblica degli acquedotti continua ad essere osteggiata nel suo iter parlamentare ...
Il Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua ha sviluppato una prima iniziativa di email-bombing su tutti i membri della Commissione Ambiente della Camera lo scorso lunedì 9 marzo, per indurli ad assumere una decisione sulle audizioni da programmare per la corretta discussione dei contenuti della proposta di legge e finora continuamente rimandata. Il ritardo di tale passaggio è proprio dovuto essenzialmente all’ostruzionismo che i componenti della Commissione stessa stanno facendo, non presentando la propria lista di audizioni in merito.Ricordiamo che le oltre 400.000 firme raccolte per la proposta di legge popolare furono presentate all'allora Presidente della Camera Bertinotti nell'ormai lontano mese di Luglio 2007 ...
In occasione di questo passaggio cruciale, il nostro Forum nazionale ha assunto anche altre decisioni importanti. Innanzitutto si è confermata la decisione di effettuare, una volta calendarizzate le audizioni e, soprattutto in concomitanza con quella in cui saranno ascoltate le vertenze territoriali, un presidio davanti al Parlamento, preceduto da una conferenza stampa.
Si sta inoltre procedendo nel tentativo di costruire un gruppo interparlamentare di sostegno alla legge d’iniziativa popolare: tutti i deputati e i senatori sono stati raggiunti da un invito a costituirlo e nei prossimi giorni si saprà se sussistono le condizioni perché ciò avvenga.
Per quanto riguarda la mobilitazione sociale, vi è l'opinione che la fase che stiamo attraversando veda l’estensione del movimento a livello territoriale, con un aumento delle vertenze in corso, a cui è necessario affiancare una paritetica attività a livello nazionale. Per questo si è ribadita la necessità di utilizzare la Giornata Mondiale dell’Acqua del prossimo 22 Marzo, per il lancio di una giornata nazionale di azione in tutti i territori italiani per la ripubblicizzazione dell’acqua, a sostegno della legge d’iniziativa popolare e contro l’art. 23bis, e di collegamento con il contemporaneo contro-forum di Istanbul.
Si è sottolineata la necessità che lo strumento delle delibere d’iniziativa popolare per il cambiamento degli statuti comunali e per l’affermazione dell’acqua come bene comune e del servizio idrico integrato come privo di rilevanza economica - base necessaria per poter avviare forme di ripubblicizzazione dell’acqua - diventi una vera e propria campagna organizzata in tutti i territori e coordinata regionalmente, in modo da ottenere un impatto quantitativamente e qualitativamente significativo.
Si è inoltre deciso di realizzare a Maggio - nella settimana 18/24 - le carovane dell’acqua, da organizzare in tutte le regioni e in modo da toccare più territori possibili, con conclusione a Roma con una giornata di happening di festa e di lotta.
Anche queste carovane, che dovranno attraversare il periodo di campagna elettorale mettendo in campo gli obiettivi del movimento per l’acqua e della difesa dei beni comuni, richiederanno un coordinamento regionale per la loro realizzazione.
Proseguono, inoltre, le iniziative sulla questione delle tariffe anche dopo l’approvazione del DL 208 relativo alla depurazione, rispetto al quale si studieranno nei prossimi giorni le possibilità di costruire una sua impugnazione per palese incostituzionalità: il decreto è infatti "andato incontro" alle esigenze dei gestori limitando al massimo i "danni economici" (circa 350 mln annui di mancati incassi tramite la quota della depurazione) derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale 335/08.
Si è inoltre sottolineata la necessità che, così come nel centro Italia è partita la campagna su Acea (che vedrà il lancio proprio nella giornata del 21 marzo), si costruiscano analoghi coordinamenti sulle altre multiutilities, sottolineando l’importanza di un lavoro comune interregionale fra le diverse realtà territoriali.
Per quanto riguarda gli Enti Locali, è stato approvato dagli stessi lo statuto che costituisce il Coordinamento nazionale degli enti locali per l’acqua e si sta organizzando la prima assemblea nazionale.
Come vedete, di “acqua al fuoco” c'è né tanta ed è necessaria l'attenzione e l'attività di tutti.
Ci piace concludere questa breve sintesi con le parole con cui Emilio Molinari, presidente del Comitato Italiano del Contratto Mondiale sull'Acqua, ha nei giorni scorsi presentato un convegno all'Università di Milano dal titolo “Acqua: diritto o business ?”:
Una importante iniziativa con la quale il Contratto Mondiale dell'Acqua intende portare nei luoghi della cultura e della ricerca i grandi temi del nostro tempo e fare dell'Università un luogo aperto ai movimenti e ai cittadini. Le ragioni di queste iniziative stanno nella gravità di due avvenimenti con i quali si è chiuso il 2008 e che rappresentano due veri passaggi epocali.
La prima: il 6 di Agosto 2008 il Parlamento Italiano ha votato la legge 133 che all'art. 23 bis impone a tutti gli amministratori locali del nostro paese di privatizzare tutti i servizi pubblici locali: servizi idrici compresi. Con ciò, tutta l'acqua potabile italiana viene privatizzata. Quella dei rubinetti sarà consegnata a due multinazionali francesi, Suez Lyonnes des eaux e Veolia, a 4 imprese italiane dominate dalle stesse multinazionali, da banche come Monte dei Paschi di Siena e da alcuni famigerati imprenditori noti alle cronache degli affari e politica come Caltagirone e Pisante. Quella in bottiglia è già delle multinazionali: Nestlè, Coca Cola, Danone ...
La seconda: L'ONU nel 2008, ha rinviato di 3 anni il rapporto sul diritto umano all'acqua, rinunciando ad esercitare il compito che gli è istituzionalmente proprio, di indire e gestire i Forum Mondiali, delegandoli, ancora una volta, alle multinazionali Suez e Veolia.
Sempre l'ONU in occasione del World Economic Forum di Davos ha consegnato al Patto mondiale dell'acqua costituito dalle multinazionali dell'imbottigliamento, dell'alimentazione e dell'energia (Nestlè, Coca Cola, Unilever, General Elettric ...) il compito di tracciare le linee di una politica mondiale dell'acqua. E' una svolta che dovrebbe preoccuparci tutti, indipendentemente dalle ideologie e dei partiti a cui facciamo riferimento.
La strada del Diritto all'acqua bene comune, ha subito una battuta d'arresto, che avviene nel silenzio dei media, nel disinteresse della società civile, con l'appoggio dei due massimi raggruppamenti politici del nostro paese. Da qui l'esigenza di un nuovo e rinnovato impegno nella battaglia in entrambe le due dimensioni.
Noi pensiamo che l'università, sia il luogo della conoscenza per definizione, il luogo dove si forma la cultura del nostro tempo, dove si formano le classi dirigenti di oggi e di domani, sia il luogo su cui concentrare i nostri sforzi, per lavorare assieme al corpo docente e agli studenti, per una nuova cultura dell'acqua che diventi materia di studio.
La conoscenza è un bene comune come l'acqua, è la vita dell'intelletto umano come l'acqua è la vita del corpo. Entrambe non possono essere mercificate messe nelle mani e piegate agli interessi delle grandi multinazionali.
L'acqua è vita per tutto ciò che è vivente, è perciò ambiente, ma è anche nuova cultura giuridica, è economia, è agricoltura, lavoro, emigrazione, è esclusione, è guerra e pace, è religione ma sopratutto è diritto.