"Superare il fallimento della privatizzazione con approvazione immediata legge acqua pubblica".
Dopo il totale fallimento della privatizzazione è necessario una trasformazione radicale del servizio idrico integrato in Italia", è dura la critica all'attuale sistema da parte dei rappresentanti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua in audizione alla commissione ambiente della Camera dei deputati in merito alla legge per la gestione pubblica e partecipata del ciclo delle acque...
Una proposta che nasce dalla legge di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum col sostegno di oltre 400mila cittadini e poi nuovamente depositata nella scorsa legislatura dall’intergruppo per l’acqua bene comune composto da 200 parlamentari di diversa estrazione politica. Testo che successivamente è stato ulteriormente aggiornato e depositato in questa legislatura a firma di diversi parlamentari del gruppo M5S.
La delegazione, composta da Paolo Carsetti, Remo Valsecchi, Giuseppe Grauso e padre Alex Zanotelli, missionario comboniano e figura simbolo della lotta per i beni comuni, ha sottolineato i pesanti aumenti tariffari subiti dagli utenti negli ultimi anni in cambio di un sensibile abbassamento della qualità del servizio e un drastico calo degli investimenti da parte di grandi gestori che, ad esempio dal 2010 al 2016, hanno distribuito il 91% degli utili in dividendi per i loro azionisti.
Il Forum ha, inoltre, denunciato la grave opera di disinformazione in atto nelle ultime settimane dalla gran parte degli organi di stampa, che diffondono informazioni destituite di ogni fondamento sullo scenario che si verrebbe a conformare in caso di approvazione delle legge, avvalorando assurde tesi disegnate dalle multi-utility che gestiscono il business dell'acqua.
La proposta di legge d'iniziativa popolare, invece, si pone l’obiettivo di sancire in Italia il riconoscimento del diritto all’acqua come diritto umano universale garantendo a tutti i cittadini un quantitativo minimo vitale giornaliero, definendo tariffe eque, non volte al profitto e che garantiscano gli investimenti infrastrutturali, attuando concretamente la volontà popolare espressa nei referendum del 2011.
La nuova legge, affidando la gestione del servizio ad aziende giuridicamente pubbliche, produrrà un modello di gestione dell’acqua innovativo, efficiente, democratico e partecipato, un servizio industriale rispettoso dell'ambiente, dei diritti degli utenti e dei lavoratori, rendendo il servizio idrico pubblico ed essenziale: un diritto garantito dallo Stato, come l’istruzione e la salute.
Il sistema di gestione completamente pubblico porterà una diminuzione delle tariffe medie stimata tra il 20 e il 30 %, eliminando ogni profitto e altri costi inutili, e sottrarrà le competenze ad ARERA, l’Autorità di regolazione, che ha di fatto cancellato il referendum, ha aumentato le bollette e non ha tutelato né il servizio né gli utenti, favorendo le aziende che dovrebbe controllare.
Ci auguriamo che il testo di legge venga approvato al più presto e senza emendamenti che la stravolgano.
Si segnala che il dossier depositato in Commissione "Operazione verità: una legge per un nuovo modello di gestione dell’acqua" è scaricabile a questo link.
http://www.acquabenecomune.org/attachments/Dossier_operazione_verit%C3%A0_legge_acqua_def.pdf