di Padre Alex Zanotelli.
I Comitati Acqua di Napoli e Campania festeggiano una seconda insperata vittoria in difesa di Sorella Acqua bloccando un disegno di legge proposto dal governatore Caldoro che avrebbe privatizzato l’acqua campana. L’altra straordinaria vittoria è avvenuta il 9 marzo, quando il Consiglio Comunale di Napoli ha affidato - con Convenzione trentennale - l’acqua partenopea ad ABC (Acqua Bene Comune), azienda speciale ...
Il coordinamento dei Comitati Acqua della Campania ha dovuto mettersi subito al lavoro per bloccare la legge regionale il cui scopo è di porre l’acqua della regione sotto un unico soggetto, la Gori, una società mista pubblico-privata, che gestisce la rete idrica di 76 comuni dell’area vesuviana. Dietro ci sta l’ACEA di Roma che usa la Gori per mettere lentamente le mani sull’acqua del Meridione (la GORI ha già siglato un Protocollo con l’Acquedotto Pugliese). Da anni i comitati e i cittadini contestano la pessima gestione della GORI che, nel vesuviano, fa arrivare bollette salate agli utenti ed ha iniziato a staccare l’acqua a chi non paga.
Ecco perché il coordinamento campano ha lanciato una campagna di pressione su Caldoro e il Consiglio Regionale per bloccare una legge che non tiene in nessun conto l’esito del Referendum del 2011. Una campagna di pressione che è durata due anni, con un susseguirsi di manifestazioni, sit-in, incontri con la Commissione Ambiente della Regione. In questi ultimi mesi i comitati hanno premuto sul consiglio Regionale partecipando alle sedute dove si discuteva di acqua. Questo ha avuto un notevole impatto sui consiglieri sia della maggioranza che della minoranza, bloccando così la legge della privatizzazione dell’acqua. Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali, Caldoro decise di forzare la mano, ma si trovò con una sua maggioranza spaccata. Il 13 e il 14 aprile, gli ultimi due giorni per legiferare, Caldoro dovette rinunciare a far votare quella legge perché non aveva i voti.
E questo grazie a una costante pressione dei comitati in aula. Fu un momento di grande festa per noi presenti in aula e per tutto il coordinamento.
Ma questa è una vittoria temporanea. Caldoro o chi per lui ritornerà alla carica dopo le elezioni. Perché il problema non è solo Caldoro, ma il governo Renzi e la sua politica sull’acqua e sui beni comuni. Infatti la "Spending Review" del governo Renzi prevede aggregazioni e fusioni individuando dei poli di coesione nelle grandi multiutilities come Iren, A2A, Hera e Acea.
Il governo Renzi ha stipulato la sua politica economica con due provvedimenti legislativi: lo "Sblocca Italia" e la "Legge di Stabilità".
Lo "Sblocca Italia" convertito in legge a colpi di fiducia lo scorso 5 novembre, costituisce un piano complessivo di aggressione ai beni comuni, e inoltre incoraggia l’incenerimento dei rifiuti, nuove trivellazioni e contiene norme che mirano alla privatizzazione del servizio pubblico.
Inoltre la "Legge di stabilità" limita l’affidamento "in house" (sia SPA a totale capitale pubblico che aziende speciali) e dall’altra favorisce le privatizzazioni, incentivando la cessione di quote e più in generale le operazioni di fusione.
Questa legge di Stabilità, in maniera più esplicita del decreto "Sblocca Italia", indica la direzione della privatizzazione dei servizi pubblici, incentivando esplicitamente le dismissioni di quote dei comuni e favorendo economicamente i soggetti privati e i processi di aggregazione.
“I due decreti del governo Renzi - scrive Paolo Carsetti del Forum nazionale per l’acqua pubblica - costruiscono un meccanismo per cui, attraverso processi di aggregazione e fusione, i quattro colossi delle multiutilities attuali (ACEA, Iren, Hera e A2A, già collocati in Borsa), potranno inglobare tutte le società di gestione dei servizi idrici, ambientali e energetici, diventando "campioni" nazionali in grado di competere sul mercato globale!”.
Nella medesima direzione vanno le norme del disegno di Legge delega Madia attualmente in discussione in Senato. Se approvate consegneranno una delega al Governo con indicazioni precise volte al rilancio dei processi di privatizzazione. L’obiettivo ultimo di questo decreto è garantire incentivi e premialità per gli enti locali che favoriscono le aggregazioni e la perdita del controllo pubblico.
Questa politica economica di Renzi è stata una manna anche per il governatore della Campania che subito si è mosso a privatizzare. A questa politica di Renzi come di Caldoro, i comitati campani si sono opposti con forza ottenendo queste due importanti vittorie: l’ABC e il blocco della Legge Regionale.
Abbiamo ottenuto tutto questo perché i comitati cittadini hanno lavorato in rete (anche se non sono mancati momenti di incomprensione) sempre in contatto con il Forum nazionale.
Per questo mi appello a tutti i comitati di riprendere quel grande movimento unitario pre-referendario. Dobbiamo rimetterci insieme per opporci uniti alla politica economica di Renzi. Ritrovare quello slancio, quell’entusiasmo, quell’unità che ci ha portato alla vittoria referendaria. Non è possibile che dopo una così straordinaria vittoria (tanti al mondo ce la invidiano), ci siamo adagiati. E questo mentre a livello mondiale il processo di ripubblicizzazione dell’acqua sta guadagnando terreno.
In questi ultimi 15 anni ben 180 grandi città hanno ripubblicizzato l’acqua, fra le quali Parigi, Berlino, Buenos Aires, Budapest, Kuala Lampur, Maputo ed ora Jakarta. Abbiamo avuto - soprattutto nel periodo 2010/2015 - 235 casi di ripubblicizzazione dell’acqua in 37 nazioni, che coinvolgono 100 milioni di persone.
Insieme, facciamo pressione sul Parlamento italiano perché discuta la Legge di iniziativa popolare che è stata rivista e aggiornata da oltre 200 degli attuali deputati. La Presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha ricevuto il 13 aprile una delegazione del Forum, ci ha promesso di darsi da fare perché la Legge venga discussa al più presto. E’ fondamentale che questo avvenga al più presto perché il Referendum diventi legge. E questo richiede uno sforzo unitario e nazionale.
Mentre a livello locale, mi appello ai comitati perché riprendano la pressione sui loro comuni per la ripubblicizzazione dell’acqua. Aspettiamo ora una vittoria a Reggio Emilia come a Savona, a Trento come a Venezia. Non possiamo accettare che le grandi multiutilities si impadroniscano della Madre di tutta la vita.
Mi appello ai comitati del Sud d’Italia per rimettersi insieme per resistere ai tentacoli dell’ACEA (Roma), che vuole impadronirsi dell’acqua del Meridione. (Il 23 aprile ci siamo dati appuntamento davanti all’ACEA di Roma per respingere una tale possibilità).
Per questo mi sembra importante un incontro a Napoli di tutte le realtà del Sud (insieme al Forum) per salvare le nostre "acque". L’ABC di Napoli è pronta a darci una mano per organizzare un tale evento.
L’ importante è far ripartire con forza il movimento acqua per far fronte alla politica economica di Renzi e delle multinazionali dell’acqua che si nascondono sotto IL CONSIGLIO MONDIALE DELL’ACQUA, che si è incontrato il 12 aprile nella Corea del Sud. Ma soprattutto per rispondere alla drammatica crisi ecologica.
L’acqua sarà la prima vittima del surriscaldamento. Un disastro che sarà pagato, di nuovo, dagli impoveriti del Pianeta.
Diamoci da fare perché vinca la MADRE di tutta la vita sulla Terra.