di Padre Alex Zanotelli.
Era il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e sancivano l'acqua bene comune: "Ubriachi eravamo di gioia le spalle cariche dei propri covoni !" (Salmo,126).
E oggi, 13 gennaio, ritorniamo a "seminare nel pianto ..." (Salmo,126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre. Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosiddetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull'acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta...
E' quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell'attuale governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori. Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l'acqua.
Iniziando con le affermazioni di A. Catricalà, sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l'acqua è uno dei settori da aprire al mercato. E C. Passera, ministro all'economia, ha affermato: "Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell'acqua, ma non ha mai impedito in sé la liberalizzazione del settore". E ancora più spudoratamente il sottosegretario all'economia G. Polillo ha rincarato la dose: "Il referendum sull'acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l'acqua è e rimane un bene pubblico. E' il servizio di distribuzione che va liberalizzato".
E non meno clamorosa è l'affermazione del ministro dell'ambiente C. Clini: "Il costo dell'acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso ... La gestione dell'acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione del contenuto economico della gestione".
Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del governo (in votazione il 19 gennaio) che all'art. 20 afferma che il servizio idrico - considerato servizio di interesse economico generale - potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando così la gestione pubblica del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare l'esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli, che ha trasformato la società per azioni a totale capitale pubblico (ARIN) in ABC (Acqua Bene Comune - Ente di diritto pubblico).
E' il tradimento totale del referendum che prevedeva la gestione pubblica dell'acqua senza scopo di lucro. E' il tradimento del governo dei professori. E' il tradimento della democrazia.
Per i potentati economico - finanziari italiani l'acqua è un boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire. Per le grandi multinazionali europee dell'acqua (Veolia, Suez, Coca-Cola), che da Bruxelles spingono il governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per la nostra vittoria referendaria, soprattutto il contagio in Europa.
"Un potere immorale e mafioso" - ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo libro "All'ombra dell'acqua" - "si sta impossessando dell'acqua del pianeta. E' in corso l'ultima guerra per il possesso finale dell'ultima merce: l'acqua. Per i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell'accesso all'acqua è il più grave; criminale. Perchè è il più disonesto, il più sporco, il più pericoloso per l'esistenza umana".
Per questo dobbiamo reagire tutti con forza, a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere l'esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a Roma perché questo governo ascolti la voce di quei milioni di italiani/e che hanno votato perché l'acqua resti pubblica.
Chiediamo altresì che il governo Monti riceva il Forum italiano dei movimenti per l'acqua, ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di "obbedienza al referendum" per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico (disobbedendo così al governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell'acqua con striscioni e bandiere dell'acqua.
E infine: ai 26 milioni di cittadini/e di manifestare il proprio dissenso esponendo dal proprio balcone, uno striscione con la scritta: "Giù le mani dall'acqua !".
In piedi, popolo dell'acqua !
Ce l'abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso !
"E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia" (Salmo, 126).