di Roberto Tomalino, consigliere comunale di Rocchetta Tanaro.
Vorrei spiegare le motivazioni per cui nell'incontro pubblico di lunedì 6 giugno ho deciso di non sedermi al vostro fianco e di non condividere la scelta di conferire il servizio idrico integrato alla società “Acquedotto Valtiglione S.p.A.”. Il mio dissenso si fonda principalmente su due aspetti: modalità e tempistiche ...
Per quanto riguarda la modalità con cui è stato gestito il problema, ritengo che sarebbe stato opportuno prima informare la popolazione e successivamente portare in consiglio la convenzione (già approvata con il consiglio del 12/05/11). Questo avrebbe chiarito sin dall'inizio la situazione ed avrebbe evitato inutili polemiche.
Per quanto riguarda le tempistiche, questo è sicuramente il momento meno opportuno per prendere delle decisioni in questo campo, infatti mai come oggi la normativa relativa al servizio idrico integrato risulta confusa e dal futuro incerto. Non sappiamo quale sarà il futuro per gli ATO, ma soprattutto non sappiamo se l'Acquedotto Valtiglione S.p.A. resterà una società interamente pubblica o se sarà costretto a cedere quote societarie ad un socio privato.
Dal mio punto di vista sarebbe stato opportuno temporeggiare almeno qualche altro mese (dopotutto sono 14 anni che Rocchetta non ottempera alla L.R. 20 gennaio 1997, n. 13) ed attendere che la situazione si chiarisca perché è stata fatta una scelta al buio e se il referendum non dovesse abrogare la privatizzazione della gestione dell'acqua, non avremo più nessuna possibilità di opporci e inderogabilmente il 1° gennaio 2012 la nostra acqua sarebbe gestita da una società mista pubblico-privata. Oltre agli aggravi economici a parità di qualità del servizio erogato, tale gestione sarebbe in netto contrasto con quanto riportato nello statuto comunale il quale esclude categoricamente la possibilità di gestire l'acqua a fini di lucro.
Ritengo che l'acqua debba essere pagata il giusto e che la gestione in rete sia la miglior soluzione perseguibile a lungo termine per evitare sprechi e migliorare il servizio. Però se questo dovesse significare affidare ai privati un bene essenziale quale l'acqua, allora non ci sto e personalmente preferirei non ottemperare agli obblighi di legge mantenendo la gestione “in economia”, conscio dei possibili rischi per l’amministrazione ma lieto dei benefici per i miei compaesani.
Spero di aver chiarito la mia posizione e reso meno antipatica la mia scelta.