Anche quest’anno è tornata la rondine, sebbene non negli stormi di un tempo, ma possiamo tirare un sospiro di sollievo nel risentire la scossa dell’aria frizzantina attraversata dal suo garrulo verso. Il seme gettato quattro anni fa a San Benedetto Belbo, non a caso patrono della manifestazione, ora germina in altre località che cercano di ricostruire un’identità comune attorno alla bellezza dei loro paesaggi rurali. Altri territori regionali si avvicinano, quest’anno la mitica e retica Valtellina cantata da Virgilio e gli olivi di Venafro (IS) a cui appese la cetra niente meno che Orazio.
L’aulicità però è bandita e ci sta pure il canto dialettale accanto al sommo vate ispiratore del tutto, Beppe Fenoglio, in quest’edizione in compagnia di quel ricercatore del tempo perduto che viaggiando per tutto lo stivale ad inseguire l’autenticità del vino ne ha distillato l’anima: Mario Soldati.
Riflessioni, spettacoli, percorsi partecipati alla ricerca del genio dei luoghi, quest’anno anche qualche nuova formula nuova per dare spazio e voce ad autori che dagli atri muscosi del passato tentano l’edificazione di una nuova ruralità che contempli tutti gli organismi viventi.
Sabato 26 aprile dalle ore 11 a San Benedetto Belbo.
PROGRAMMA:
Ore 11
Inaugurazione mostra fotografica £Biodiversità, micro-meraviglie vicino a noi".
Ore 15
Visita guidata alla "Xiloteca di Toio" e alla vegetazione ripariale del torrente Belbo.
Salotto letterario. Dialogano sul paesaggio rurale Grziella Luttati, Fabio Balocco, Gianni Repetto. Conduce Enrico Rivella.
Piece teatrale da "Il partigiano Johnny" di Gianni Repetto e musiche di Mauro Carrero.
Ore 18:30
Visite guidate alla Censa di Placido e proiezioni.
Ore 21
Monologo di Enrico Rivella "Beppe Fenoglio e il paesaggio dell'anima, non solo quello del tempo che fu".
Proiezione del documentario "Langa, Terra dimenticata".
Piece teatrale di Gianni Repetto in omaggio alla figura del "Norcino", personaggio dei racconti fenogliani di San Benedetto Belbo.