Sabato 12 aprile presso la sala incontri “R. Mucciarelli”, a Chiusa di Pesio, in via Sant’Anna 34, proiezione del documentario "The Genius of a Place - L’anima di un luogo” (2017) di Sarah Marder.
La serata inizia alle 19.30 con un assaggio dei prodotti a marchio Qualità Parco APAM, iniziativa che valorizza le produzioni agroalimentari e artigianali del territorio delle Aree Protette.
Alle 20.15 la proiezione del documentario. Sarà presente anche Sarah Marder. La regista, americana di nascita, vive in Italia dalla fine degli anni ‘80; da allora ha osservato e studiato la fragilità dei luoghi e documentato come il fenomeno turismo a volte esploda in modo spropositato rispetto alle capacità di sostenerne i flussi.
Il film “The Genius of a Place” mostra e documenta la trasformazione di Cortona negli anni: una piccola cittadina toscana diventata famosa per aver fatto da sfondo a un libro, diventato poi un film, "Sotto il sole della Toscana". Da sonnolenta cittadina sulle colline a meta turistica sconvolta dal flusso di visitatori che ne altera gli equilibri.
Questo titolo, dopo la proiezione a Sale San Giovanni nella rassegna 2019, rappresenta un prezioso strumento di stimolo a una riflessione, sotto la superficie, sull’overtourism (sovraffollamento turistico): un fenomeno noto da tempo, di cui sempre di più ne vengono denunciate le derive di sfruttamento paesaggistico e consumistico che segnano pesantemente i luoghi e i residenti.
Nonostante ciò sembra non si riescano a prendere contromisure, le iniziative di gestione sostenibile dei flussi faticano a decollare.
Sarà interessante chiedere a Sarah se Cortona abbia imparato dall’esperienza. Cosa è cambiato in questi anni, come?
Il rapporto con il turismo è contraddittorio: si tende a mettere in luce gli aspetti e le ricadute positive di leva allo sviluppo e a immaginarlo come opportunità per dare lavoro e creare ricchezza senza ponderarne gli effetti a lungo termine sulle comunità e sull’ambiente. Come visitatori andiamo alla ricerca del luogo più autentico e dell'esperienza più esclusiva, meglio ancora se a buon mercato, per poi renderci conto che in tanti, spesso troppi, seguiamo i flussi determinati dal marketing mediatico e virale dei social network.
L’auspicio è che la visione del film e il conseguente dibattito, con la presenza della regista, possano aiutare a immaginare risposte a domande cruciali quali: Quale turismo per il futuro dei luoghi più fragili? Quanti e quali visitatori può sopportare un luogo? Che rapporti intercorrono fra i residenti, le loro attività commerciali, i servizi pubblici e i flussi turistici? Chi si incarica di gestire gli arrivi di grandi masse in piccoli spazi? Come lo fa?
Ingresso libero.