Venerdì 24 gennaio, ore 21, Salone comunale di Castello di Annone.
Un'area di Quarto è stata proposta come sede di un inceneritore da almeno 250.000 tonnellate.
La provincia di Asti produce circa 90.000 tonnellate di rifiuti all'anno, di cui la quota indifferenziata è 30.000 tonnellate; di queste solo 10.000 tonnellate finiscono nell'inceneritore già esistente in Piemonte, a Torino.
Per alimentare un inceneritore dunque Asti dovrebbe importare centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti l'anno, diventando, con la sua piccola estensione, la pattumiera del nord Italia.
Ma chi lo vuole questo inceneritore?
I privati che si arricchiranno moltissimo, creando non più di qualche decina di posti di lavoro, e il Comune di Asti, che avrà vantaggi economici.
Chi è che verrà fortemente danneggiato, invece?
Le persone di tutta la provincia, che sopporteranno inquinamento, traffico di mezzi pesanti, case e terreni svalutati, devastazione del territorio, una ciminiera alta 100 metri in mezzo alla piana del Tanaro: in primis a Quarto, Rocchetta, Cerro, Azzano, Rocca, Annone.
All'assemblea interverranno Mauro Bosia, consigliere provinciale, e alcuni esperti di rifiuti e qualità dell'aria, che forniranno approfondimenti sul progetto e sulle sue implicazioni:
Sergio Capelli, direttore di Legambiente Piemonte ed esperto di gestione rifiuti;
Franco Testore, ex Primario di Oncologia del Cardinal Massaja;
Roberto Mezzalama, docente universitario, presidente di Torino Respira;
Anna Capra, associazione Difesa Valtiglione e dintorni.