L'Istituto Statale Istruzione degli Adulti sarà teatro di un'iniziativa di testimonianza sul tema della Violenza sulle donne: giovedì 28 novembre, ore 21.00, galleria centrale del CPIA di Asti, in Piazza
Leonardo da Vinci 22, ospitando un’importante iniziativa dedicata alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
L’Istituto Statale di Istruzione per gli Adulti, fedele al suo impegno sociale e culturale, offrirà alla cittadinanza una serata di riflessione e denuncia attraverso letture, canti e simboli fortemente evocativi.
Una tradizione decennale di impegno contro la violenza di genere
Dal 2014, con l’unica interruzione dovuta alla pandemia, il CPIA di Asti si è fatto promotore di eventi che sensibilizzano sulla violenza di genere, coinvolgendo studenti, insegnanti e cittadini. Come nelle ultime 9 edizioni l’ispirazione è il movimento internazionale "Non una di meno", meglio conosciuto con l’hashtag #NiUnaMenos, una realtà che ha ispirato milioni di persone a combattere contro il femminicidio e ogni forma di discriminazione.
L’evento prevede che i corsisti si alternino in letture e canti, vestiti di nero con una sciarpa rossa al collo, simbolo del lutto per le vittime di violenza. La galleria “Don Andrea Gallo” sarà inoltre allestita con un’esposizione di scarpe rosse, gentilmente prestate dalle studentesse: un simbolo universale nato dall’installazione artistica della messicana Elina Chauvet, che denuncia il dramma delle donne scomparse o uccise.
La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stata istituita dall'ONU nel 1999 e ricorre ogni anno istituita il 25 novembre, la data scelta dalle Nazioni Unite per la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne non cade a caso: ricorda Infatti un Brutale femminicidio avvenuto nel 1960, quel giorno i corpi delle tre sorelle Miirabal ispiratrici del movimento di opposizione nella Repubblica Dominicana furono trovati in un burrone con terribili segni di tortura e violenza.
Questo femminicidio ebbe pesanti ripercussioni sull'opinione pubblica del paese al punto di determinare la caduta della dittatura.
Il movimento "Ni Una Menos" e il suo significato
Nato in Argentina nel 2015 come risposta alla crescente ondata di femminicidi, il movimento Ni Una Menos è diventato un punto di riferimento mondiale nella lotta contro la violenza di genere. La sua prima grande manifestazione, a Buenos Aires, ha visto centinaia di migliaia di persone marciare per dire basta alla violenza, portando il tema al centro del dibattito pubblico non solo in America Latina, ma in tutto il mondo.
Il nome "Ni Una Menos" deriva da una poesia della scrittrice messicana Susana Chávez, uccisa nel 2011, ed è stato adottato come grido di protesta contro i femminicidi. L’obiettivo è chiaro: “Non una donna in meno, non una vita spezzata in più”.
Da allora, il movimento si è esteso globalmente, con manifestazioni in Europa, Stati Uniti e Asia, puntando non solo a denunciare la violenza domestica, ma anche a combattere le discriminazioni strutturali contro le donne.
In Italia, il movimento è stato accolto con il nome "Non una di meno", diventando un punto di riferimento per associazioni e comunità impegnate nella tutela dei diritti delle donne.
Un messaggio di inclusione e speranza
Il CPIA di Asti, nel celebrare questa importante giornata, non si limita alla denuncia, ma lancia un messaggio di inclusione, riflessione e speranza. Come presidio educativo con gli studenti adulti si educa quotidianamente su tale problematica. Lo spettacolo è il frutto di un lavoro quotidiano educativo con i più di 300 alunni adulti delle classi. Attraverso la forza delle parole, dei canti e dei simboli, l’evento punta a sensibilizzare non solo le donne, ma anche uomini e giovani, affinché comprendano che la lotta contro la violenza di genere riguarda l’intera società.
Un’iniziativa che ricorda a tutti che lo sport, la cultura e l’educazione possono e devono essere strumenti per costruire una società più equa e rispettosa. Come sottolinea lo slogan del movimento Ni Una Menos, il cambiamento è possibile, ma inizia da noi: "Vogliamo tutte vive, libere e rispettate”