Alcuni componenti del gruppo astigiano di SEquS-Sostenibilità Equità Solidarietà hanno iniziato uno sciopero della fame a oltranza, accompagnato anche da un esposto all’autorità giudiziaria, per protestare contro il taglio dei sette platani di corso Savona.
L'iniziativa viene accompagnata da queste considerazioni:
Dopo un lungo silenzio da parte della giunta comunale di Asti sulla decisione di abbattere i platani di Corso Savona, l’assessora Morra è intervenuta con dichiarazioni poco chiare, per poi rilasciare un comunicato ufficiale che conferma la scelta dell’amministrazione.
Apprendiamo che l’abbattimento è ormai deciso, con la motivazione che gli alberi sarebbero malati e rappresenterebbero un rischio per la ferrovia, secondo le preoccupazioni espresse da RFI. Tuttavia, ciò che non viene detto è che dietro questa decisione ci sarebbero forti pressioni della Lidl, che starebbero inducendo la giunta a sacrificare alberi sani per favorire interessi commerciali.
Chiediamo quindi all’assessora Morra di rendere pubblici tutti i documenti che attestano la pericolosità degli alberi e la loro effettiva classificazione in classe C. Non si può procedere con un simile abbattimento ignorando la volontà di 1.600 cittadini astigiani che si oppongono a questa scelta.
Anche il comportamento di Lidl appare contraddittorio: un’azienda che si presenta come “green” non dovrebbe spingere per la distruzione di un patrimonio arboreo. Un'azienda non può definirsi sostenibile solo perché vende prodotti vegani, mentre allo stesso tempo contribuisce alla distruzione del verde urbano.
L’abbattimento dei platani per dare maggiore visibilità al nuovo edificio commerciale che sorgerà al posto dello storico Mulino Valente è una scelta ipocrita e inaccettabile.
Il Circolo SEquS – Sostenibilità, Equità e Solidarietà di Asti ha già avviato interlocuzioni legali per contrastare questa decisione. La nostra battaglia per la tutela del verde urbano e del benessere della comunità non si fermerà qui.