Cerealicoltura: a San Martino si tirano le somme

A cura di Coldiretti Asti.
San Martino, in agricoltura, torna ad essere tempo di bilanci nonché di conti e, raramente, come quest’anno, si è assistito ad uno scenario difficile dal punto di vista meteorologico, con temperature particolarmente elevate (oltre i 40° C.) e una pioggia persistente che, nell’astigiano, ha superato l’80% della media stagionale. A risentirne maggiormente sono state le semine autunnali, la cui fioritura è coincisa con le persistenti precipitazioni primaverili. Ne sono derivate rese più basse fino a -30%, ovvero attestatesi sui 40-45 quintali ad ettaro contro i consueti 65/70.

“L’eccesso di pioggia non ha compromesso solo la quantità, ma anche la qualità” spiega Felice Ferrero rappresentante Coldiretti in seno alla Consulta Cerealicola Regionale. “In molti casi si è assistito alla pre-germinazione dei chicchi, che ha costretto le aziende agricole a ripiegare la destinazione d’uso del frumento, declassandolo da uso alimentare ad uso zootecnico o energetico (impianti biogas). Tradotto in soldi, la forbice tra il grano di forza e quello ad uso zootecnico pesa ben 10 euro”.

 “Le colture a semina primaverile (mais, soia e girasole), invece, sono state seminate in ritardo, per l’impossibilità di accedere nei campi, spesso simil guado e/o gravemente fangosi; questo non ha agevolato le semine tempestive e ha comportato un netto posticipo del raccolto, in alcuni casi, risultato inconsistente e in altri andato perduto” conclude Ferrero. “Buona la produzione per il mais a cicli medio-lunghi seminati in pianura, con buona disponibilità idrica”.   

Una pesante fotografia sul comparto che, in parte, ha trovato sollievo guardando all’accordo di Filiera Gran Piemonte, stipulato tra la Coldiretti Piemonte e il Consorzio Agrario del Nord Ovest.
“L’accordo” prosegue il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone “si basa su una progettualità innovativa, che prevede la miscela dei diversi grani già in campo e una semente certificata in sacchi loggati Filiera Gran Piemonte. Parliamo di un Contratto che dà valore al raccolto, a partire dalla qualità, produttività, premialità e trasparenza contrattuale stessa, fino alla garanzia del ritiro, all’assistenza tecnica e ai pagamenti agevolati. Inoltre, la Filiera Gran Piemonte è costantemente oggetto di attenzioni, di studio e investimenti tecnici da parte del Consorzio, con l’obiettivo di definire le migliori opportunità colturali a seconda dei diversi areali di produzione”.

“Di particolare interesse il mix Forza Piemonte, caratterizzato da una specifica combinazione di produzioni che, nel rispetto del disciplinare, garantisce attenzione all’ambiente e alla biodiversità, fornendo una buona resa nonché resistenza alle patologie e una farina duttile, con una stabilità dei componenti nella fase molitoria (peso ettolitrico minimo; 79 kg, proteine minimo: 15% e W minimo: 400)” aggiunge il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso.

Anche in annate complicate sotto il profilo climatico ed economico, come quella appena trascorsa, il progetto di Filiera Gran Piemonte consente dunque di potenziare e di valorizzare la produzione di grano astigiano, per ottenere prodotti con farine di ottima qualità, che rispondano alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla provenienza e alla genuinità degli ingredienti.

In ultimo, ma non ultimo, la Filiera Gran Piemonte riconosce prezzi equi alle aziende, mai al di sotto dei costi di produzione, e garantisce il rispetto della normativa di contrasto alle pratiche sleali, con l’obiettivo di fornire le industrie italiane di frumento 100% Made in Piemonte.

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