Sarà intitolato a Santa Chiara d’Assisi il nuovo cohousing femminile che la Caritas diocesana inaugurerà sabato 3 dicembre alle ore 9 in via Fiume a Saluzzo.
Il progetto, che offrirà 15 posti suddivisi in 7 stanze, nasce in sinergia con altre realtà quali l’Associazione Penelope di Saluzzo e l’Associazione Mai+Sole di Savigliano che si occupano di sostenere donne maltrattate ed in situazioni di fragilità socio-economica. Una nuova struttura d’accoglienza che va ad aggiungersi a Casa Madre Teresa di Calcutta, inaugurata nel 2018, dove nei tre piani in via Sant’Agostino 7 si trovano un dormitorio per i braccianti stagionali in condizioni socio-sanitarie precarie e un cohousing per singoli e famiglie alla ricerca di un approdo verso l’autonomia abitativa, oltre a Casa Monsignor Bona in corso Piemonte 63, un dormitorio maschile da 11 posti con annessa una Mensa, riattivato nel febbraio 2021 e gestito dalla Caritas insieme alla Comunità Cenacolo.
I locali in cui aprirà il nuovo cohousing Santa Chiara d’Assisi sono stati messi a disposizione da enti diocesani che hanno così permesso di colmare un “vuoto” nei servizi di supporto all’abitare della Caritas diocesana, creando un luogo dedicato esclusivamente alle donne. Grazie ai fondi dell’8x1000 di Caritas Italiana e ad un contributo specifico della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la Caritas diocesana diretta dal prof. Carlo Rubiolo e supportata nella gestione dei suoi servizi dall’Associazione di volontariato AVASS presieduta da Tiziana Drago, ha realizzato numerosi interventi di adeguamento in via Fiume, non ancora ultimati.
“Abbiamo acquistato gli arredi necessari, installato una cucina comune e rimesso a nuovo le stanze - spiega il prof. Rubiolo. - Speriamo che questa struttura possa dare sollievo a donne in situazioni di estrema fragilità, permettendo periodi di accoglienza anche lunghi attraverso un accompagnamento dedicato. Lo faremo anche grazie ad un gruppo di volontari chiamati “Custodi” che daranno un aiuto costante a queste donne, abbinando ciascuna ad un volontario, in modo da offrire loro un punto di riferimento specifico”.
Un’esigenza, quella di intervenire a favore di persone particolarmente fragili, sentita non solo dalla Caritas, ma dal territorio intero, che negli ultimi due anni, complici la pandemia e la crisi economica, ha registrato un aumento delle persone scivolate in condizioni di povertà relativa, o peggio, assoluta.
Il Vescovo, Monsignor Bodo, che inaugurerà sabato 3 dicembre questa nuova struttura, sottolinea a proposito del nuovo cohousing: “Casa Santa Chiara ha un profondo significato, in particolare perchè è un’accoglienza rivolta alle donne, per inserirle in un contesto dove possano seguire un percorso utile a ritrovare un posto di lavoro, una casa, riaffacciarsi alla vita con uno sguardo di speranza. Per il nostro territorio, per la nostra Caritas e per la nostra Diocesi è importante che anche le donne abbiano un luogo dove trovare alloggio e un aiuto a ripartire. Un luogo che le porti a riappropriarsi di quell’ottimismo e quelle energie necessarie ad affrontare la vita con più serenità e con il desiderio di ripartire dopo una stagione segnata da prove e situazioni difficili. Il nome ha un significato soprattutto spirituale: Santa Chiara è stata una donna coraggiosa, capace di andare contro tutti e tutto per seguire la propria vocazione. Così auspico che le ospiti di questa nuova Casa della Caritas ritrovino qui la forza per riprendere il bandolo della loro vita, il sapore e il gusto del loro cammino, riappropriandosi di quella gioia che forse si era spenta. Questo è l’augurio che faccio a loro da parte mia e di tutta la Caritas diocesana”.
L’inaugurazione che si terrà sabato 3 dicembre alle ore 9, dopo la benedizione dei locali da parte del Vescovo Cristiano Bodo, vedrà l’apposizione di una targa con il nuovo logo del servizio ideato dall’illustratrice Valeria Cardetti che si è ispirata alla Porziuncola che si trova all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi, luogo in cui Santa Chiara venne
accolta dopo la sua scelta di rinuncia e povertà. Il logo riporta infatti una casa e una porta stilizzate, dal forte valore simbolico, con un contrasto tra i colori pastello, rimando ad un luogo sereno e accogliente, che pone l’accento sulla funzione primaria del co-housing e alle persone che qui vi saranno accolte.
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