Una bella sorpresa quella che hanno fatto gli studenti della Scuola Media “Martiri”, guidati dalla loro insegnante di Arte, attiva anche alla “Brofferio”. Hanno costituito il gruppo dei “Fieri di Alfieri” e si sono presentati con un bellissimo cartellone: campeggia in grandezza naturale – anzi, monumentale – la figura del nostro Concittadino con il mantello svolazzante e su tre grandi pannelli manoscritti un messaggio stupefacente.
Il mito di Vittorio, eterno insoddisfatto, ha suggerito alle giovani generazioni non di lamentarsi e basta ma di segnalare le proprie aspirazioni e le proprie esigenze: come i e le giovani vorrebbero che fosse la Città, quali servizi e quali attenzioni chiedono agli adulti?
E’ un aspetto nuovo della lezione di vita che Alfieri ha ispirato con la sua autobiografia, esercizio continuo di introspezione, imparando a farsi – “fieramente” - domande per sapere distinguere e analizzare criticamente i propri bisogni e le proprie tendenze per distinguere le illusioni dalle utopie. Il coraggio di mettersi in pubblico come gruppo pensando in grande dà un motivo di speranza anche ai meno giovani, tentati dallo scoraggiamento rinunciatario.
Non TRADIRE i giovani è un impegno alfieriano.
“Si traducevano le Vite di Cornelio Nipote, ma nessuno di noi, e forse neppure il maestro, sapeva chi si fossero stati quegli uomini di cui si traducevan le vite, né dove fossero i loro paesi, né in quali tempi, né in quali governi vivessero, né cosa si fosse un governo qualunque. Tutte le idee erano o circoscritte, o false, o confuse; nessuno scopo in chi insegnava; nessunissimo allettamento in chi imparava. Erano insomma dei vergognosissimi perdigiorni; non c'invigilando nessuno; o chi lo faceva, nulla intendendovi. Ed ecco in qual modo si viene a tradire senza rimedio la gioventú”.
Alfieri, Vita, parte III.