Esperienze con il progetto Apri

Anche D. 23enne originario del Mali è uno dei beneficiari del progetto “Apri” attivato dalla Caritas di Saluzzo su invito di Caritas Italiana che ha lanciato questo modello innovativo di integrazione, centrato sulla figura di famiglie e singoli tutor, nel 2020.

Giulia, coetanea saluzzese, ha scelto di mettersi in gioco come tutor in questo progetto, seguendo D. che ha solo un anno di differenza da lei.

Racconta Giulia :

L’ho conosciuto qualche anno fa quando dormiva al Foro Boario di Saluzzo come tutti gli altri e mi ha molto colpito un po’ perché è molto giovane e perché preparava sempre il tè, creando un clima gioviale attorno a lui.

Negli anni in cui ho fatto la volontaria in Saluzzo Migrante ho conosciuto meglio D. e grazie al mio francese imparato in Erasmus abbiamo iniziato a conoscerciraccontandoci molte cose.

Mi colpì subito la sua enorme dignità ai tempi dell’occupazione illegale di un capannone, quando lui aveva deciso di dormire fuori su un cartone, in disaccordo con il resto dei migranti.

Aveva il desiderio di restare e di non seguire il flusso stagionale di braccianti che dopo Saluzzo andavano a Rosarno dove ha visto molti amici morire negli incendi delle baraccopoli o addirittura un ragazzo ucciso perché prendeva un pezzo di lamiera per costruirsi un riparo.

D. ha uno spiccato interesse per la geopolitica : gli interessa capire cosa succede in Africa.

Una volta entrato in contratto con la famiglia di Giulia, per D. si è aperta la possibilità di affittare un monolocale di proprietà della famiglia, dove attualmente vive. Questa opportunità gli ha permesso di vivere la prima esperienza di una vera casa, anziché dormire sui cartoni in strada o in una baracca in mezzo alle campagne, come purtroppo ancora capita anche ai migranti che hanno un contratto a tempo indeterminato.

Grazie a Saluzzo Migrante, D. ha poi trovato un tirocinio in un vivaio nel quale lavora da un paio di mesi. I datori di lavoro si sono detti molto contenti di lui e di come lavora: per lui si prospetta un’assunzione se vorrà rimanere e se ci saranno le condizioni.

Nel corso degli anni trascorsi a Saluzzo, è riuscito ad ottenere la patente pur vivendo al Foro Boario, studiando la teoria alla luce di un lampione. Tra i suoi obiettivi c’è quello di prendere la licenza media facendo un corso serale e di migliorare il suo italiano per ampliare le sue relazioni sul territorio.

Giulia commenta quelli che considera i punti di forza del progetto “Apri”:

Sicuramente è un’occasione in più per rinforzare i rapporti di D. qui a Saluzzo, anche con la mia famiglia, perché ci sono più punti di riferimento, Anche su aspetti pratici come l’assicurazione dell’auto o la busta paga, il fatto di avere qualcuno a cui chiedere un aiuto perché c’è una relazione molto famigliare orizzontale, permette di allargare la rete sociale e i punti di riferimento. Non a caso chiamo D. “doko” che in bambarà significa fratello più piccolo.

Sicuramente la disponibilità economica che il progetto “Apri” crea è molto utile per potersi concentrare su altre dimensioni della vita che non siano solo mangiare e pagare l’affitto. È una stampella molto importante che gli permette di fare altre cose.

La messa a disposizione del tutor che può dedicargli tempo e stare con lui è un altro pezzo fondamentale.

Da quando D. ha la stabilità abitativa vedo in lui tanti cambiamenti:  è come se lo capacitasse. Raggiunto il desiderio di avere una casa, ora è più libero di agire, anche da cose che non vuole più fare. Questa condizione gli ha dato la forza di agire, mettersi al centro della propria vita diventando più consapevole, più libero.

Il progetto “Apri” di Caritas Italiana mette infatti a disposizione dei fondi utilizzabili per vari tipi di supporto alla persona migrante, già stabile da tempo sul territorio, per incentivare la sua integrazione. Dal corso per la patente all’attivazione di una borsa lavoro o di un tirocinio. Un supporto quindi sia relazionale, grazie ai tutor, sia economico, che consente ai beneficiari di superare la precarietà dovuta alla ricerca di un lavoro e di una casa, per potersi concentrare sul costruire una rete sociale di supporto, sviluppare competenze trasversali, professionali e linguistiche.

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