Sono state pubblicate le “indicazioni e le proposte per l’anno pastorale 2020-2021” che il vescovo Marco offre all’attenzione di tutti. L’intenzione dichiarata nel documento è quella di continuare il cammino triennale di riflessione iniziato lo scorso anno per “interrogarsi sulle scelte pastorali da operare perché la Chiesa di Asti possa continuare a vivere in modo significativo e credibile la sua missione di essere Chiesa in uscita”.
Quattro i capitoli a cui si aggiunge il calendario pastorale che traccia mese per mese gli appuntamenti previsti nella nostra Diocesi fino all’agosto 2021.
Nella prima parte (Il cammino della nostra chiesa), si ripercorre l’anno pastorale appena trascorso, che ha messo al centro la liturgia; un cammino fatto dalla comunità diocesana che il documento riassume consentendo a tutti di comprendere come le indicazioni proposte siano il frutto di una riflessione comunitaria, nell’ascolto di esperti e nei successivi approfondimenti sviluppati dagli organismi di partecipazione ecclesiale: consiglio presbiterale e consiglio pastorale diocesano.
Tutti i documenti di questi approfondimenti sono disponibili sul sito della diocesi in una sezione dedicata: http://consigliopastorale.asti.chiesacattolica.it/una-chiesa-che-celebra/
Un anno segnato anche dall’emergenza coronavirus e dal lockdown. “Questo tempo ha messo in luce la capacità di bene che l’uomo ha inscritta nel suo cuore... La quarantena ci ha fatto riscoprire l’importanza della comunità. Abbiamo sperimentato che non possiamo vivere senza rapporti, legami, vite che si intrecciano, persone che si incontrano. Abbiamo riscoperto che la fede ha molto a che fare con una comunità che non è pensabile un Dio fai da te, una fede che vivo io insieme al mio Dio… Questa situazione ha evidenziato come per alcune comunità l’Eucarestia sia il tutto della propria vita”. Anche la novità delle celebrazioni in streaming ha permesso di sperimentare modalità celebrative un tempo sconosciute e suggerito la necessità di “pensare a altre modalità di vita comunitaria cercando di superare l’abitudine del ‘si è sempre fatto così’ e del ridurre la pastorale ad una serie di consuetudini più o meno consolidate”.
Il secondo capitolo si riassume con lo slogan “Più comunità, più messa” che ben delinea il cammino che ci attende: “Migliorare la qualità delle nostre celebrazioni e quindi anche il livello di fraternità delle nostre parrocchie e insieme a ciò ridurre il numero delle celebrazioni perché diventino ancor di più esperienza di vita di una comunità sempre più allargata su un territorio”.
In particolare la dignità di una celebrazione (e dunque le caratteristiche di questa comunità) starebbe nella presenza di tutte le componenti del popolo di Dio (dai bimbi agli anziani, agli stranieri presenti su quel territorio), la presenza di varie ministerialità (ministranti, lettori, coro, ecc.), un tempo sufficiente per la celebrazione che comprenda anche la possibilità per il sacerdote di salutare e incontrare personalmente i fedeli. Questi criteri interessano sia i paesi che la città dove si dovranno ridefinire il numero delle messe per l’incontro dell’intera comunità di riferimento e non come mantenimento campanilistico di un privilegio locale.
Nella terza parte si affrontano alcune proposte operative più concrete che sono “nate dalla riflessione fatta nell’anno passato e che chiedono di concretizzarsi in iniziative da portare avanti nel nuovo anno pastorale”.
Migliorare la qualità delle celebrazioni promuovendo una maggiore e più consapevole sensibilità liturgica, fare crescere la fede e il senso di fraternità delle nostre comunità e fare sì che la chiesa possa essere sempre più fermento del mondo.
Nell’ultima parte Mons. Prastaro guarda al futuro e al nuovo anno pastorale “che ci chiede di dare una prima attuazione pratica al cammino svolto nell’anno passato”.
Il primo compito sarà quello di attuare una profonda revisione circa la qualità e la quantità delle celebrazioni liturgiche. Secondo il programma triennale il nuovo anno pastorale avrà come tema guida per la verifica e l’approfondimento “l’annuncio del Vangelo oggi”.
“Il tema dell’evangelizzazione, della catechesi, della trasmissione della fede alle nuove generazioni ma anche alle generazioni che lo hanno dimenticato o non considerato, diventerà il nucleo attorno a cui lavoreremo”, ha scritto il vescovo. Riprendendo un’espressione di papa Francesco (attinta da papa Benedetto XVI) “Alla fede si giunge per attrazione e non per proselitismo” il vescovo traccia la prospettiva futura che chiude le riflessioni e le indicazioni per l’anno pastorale 2020-2021.