11 giugno: per un nuovo modello di comunità è il momento di incontrare l'Emporio sociale

Per chi sente che nuove forme di comunità sono necessarie e che modelli sociali ed economici alternativi risultano vitali in un’epoca frammentata e faticante, martedì 11 giugno è giorno di possibilità. Nella sala del Palazzo di Banca d’Alba di via Cavour 4, alle 16.30, l’Emporio della Solidarietà incontrerà i cittadini per raccontare se stesso e in particolare il progetto “Emporio fatto per bene” realizzato nell’ultimo semestre e sostenuto dalla Compagnia di San Paolo. Durante l’incontro interverranno il Direttore della Caritas diocesana di Torino Pierluigi Dovis e Anna Zumbo che ha coordinato il progetto per il Comitato S-Nodi - agenzia di innovazione per la riduzione della povertà. Verrà poi proiettato il video “L’Emporio è molto di più!”, e illustrata la mostra fotografica “L’Emporio è un luogo in cui...” – restituzione del lavoro di ricerca e narrazione costruiti durante il progetto.

Aiuto alle fasce deboli Di per sé, l’Emporio solidale è un meccanismo che racchiude un’elevata potenza sperimentale. Molteplici i volti di una struttura che ha solo l’apparenza di un negozio: prima di tutto rimette in circolo generi alimentari, altrimenti sprecati, rendendoli disponibili a circa 1.200 persone della città di Alba in temporanea difficoltà economica, permettendo loro di acquistare beni alimentari con dignità e senza stigmatizzazione.

Cibo, volontari e scuole Dal punto di vista “materiale” il negozio di corso Cillario incarna un meccanismo economico e produttivo alternativo che consente a panettieri, supermercati e aziende albesi di generare nuovo valore economico alle eccedenze alimentari che sarebbero sprecate e comunque da smaltire. Ma l’emporio è soprattutto uno spazio animato da decine di volontari, che ogni giorno dedicano tempo ed energie manuali o intellettuali sperimentandosi nella solidarietà. E’ un luogo di co-responsabilità solidale dove l’utente viene ingaggiato in un percorso attivo per fronteggiare la difficoltà, quindi non assume una posizione di ricezione passiva ma di protagonismo e dove, insieme a lui, tutti gli attori coinvolti (enti pubblici, Catitas, donatori, volontari e cittadini) sperimentano nuove forme di collaborazione orientate a potenziare i processi di emersione dalla povertà e la sua riduzione. L’emporio è infine un’opportunità educativa per tutti, per i parrocchiani che supportano con iniziative di sensibilizzazione e raccolte fondi, per i volontari che scoprono e si confrontano con quel lato meno “luccicante” della città, per i ragazzi delle scuole coinvolti nel recupero del cibo delle mense e in attività di formazione ad hoc.

Raccontare storie Per anticipare i contenuti dell’incontro dell’11 giugno spiega Anna Zumbo, coordinatrice del progetto “Fatto per bene”: “Il lavoro portato avanti in questi mesi puntava a facilitare un processo di consapevolezza sulle potenzialità dell’emporio per riconoscerle e farle conoscere, oltre che a coinvolgere nuovi volontari e nuove aziende, ridurre lo spreco di cibo, coinvolgere attivamente la cittadinanza in percorsi di corresponsabilità, incentivando un cambiamento culturale e rafforzando la motivazione di enti e persone a pensare l’Emporio come opportunità per tutta la comunità territoriale. Il progetto si è strutturato su una serie di incontri di storytelling con lo scopo di accompagnare tutti i protagonisti delle attività in una “ricostruzione accompagnata” della propria esperienza e nell’elaborazione condivisa di una nuova narrazione che vede la struttura di corso Cillario come opportunità per tutti, cittadini benestanti e meno abbienti, imprese e pubblica amministrazione, mondo ecclesiale e società civile”.  Per informazioni e conferma di partecipazione per l’11 giugno è possibile telefonare al numero 333.1370932 o scrivere all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Durante l’evento sarà anche possibile capire come aiutare l’Emporio, sottoforma di donazioni oppure di intervento volontaristico: la complessa macchina solidale ha bisogno di tutti per continuare a funzionare.

di Matteo Viberti

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