Le sale di Palazzo Ottolenghi, dal 5 al 19 maggio ospiteranno una mostra di dipinti e grafica di Sergio Fassio, scomparso nel 2007 a soli 64 anni. Geometra libero professionista, con il rimpianto di non aver frequentato il liceo artistico, Fassio ben prima delle scuole superiori dimostrò spiccate capacità e talento per il disegno e le arti figurative, che coltivò anche in seguito con una produzione pittorica abbastanza intensa. Definire la pittura di “Giò” (così firmava i suoi quadri) è arduo, perché le sue espressioni artistiche sono molteplici.
Grazie alla sua innata capacità pittorica, ha spaziato un po’ in tutte le tendenze, passando con disinvoltura dal figurato all’informale. Il suo modo di dipingere è stato d’istinto e di curiosità, nell’accezione più ampia dei termini. Nella sua produzione passava da un’opera concettuale o materica ad un’altra di chiaro formalismo figurativo, oppure ad una successiva concepita per non essere mai completata, perché a suo modo di vedere era già definita così. Sergio Fassio, giovane studente ai geometri, con altri aveva convinto l’allora preside Bruera a promuovere la nascita di un’annuale mostra di arti figurative degli allievi dell’Istituto Giobert, e l’iniziativa si protrasse per anni.
Però, dopo quelle prime esperienze, non ha mai voluto esporre i suoi lavori in una mostra vera e propria. Pochi mesi dopo la sua morte, per iniziativa della moglie Graziella, una “personale” era stata allestita in corso Dante, ed ora i suoi quadri saranno nuovamente visibili a Palazzo Ottolenghi, con il patrocinio del Comune, tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 16 alle 18,30, fino al 19 maggio.