Approvata alla Camera la proposta di legge a tutela della biodiversità italiana

«Ci auspichiamo che questo sia solo il primo passo verso un impegno sempre più concreto, sempre più urgente e che possa fungere da modello per altri paesi europei», commenta Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, dopo l’approvazione del testo di legge sulla tutela e sulla valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare, di cui la prima firmataria è la deputata Pd Susanna Cenni.

«Ammettiamolo», dichiara Piero Sardo «per qualche tempo ci eravamo crogiolati nell’idea che in tema di tutela della biodiversità si fossero realizzati dei passi in avanti. Invece la relazione quinquennale pubblicata alcune settimane fa dalla Commissione Europea ci avverte che non solo non si riuscirà a stabilizzare la biodiversità in Europa entro il 2020, ma che la situazione si è ulteriormente aggravata. Questa legge ci dà un motivo per sperare di invertire la tendenza, e soprattutto una ragione per operare ancora e meglio».

Si tratta di una legge fondamentale per tutelare il nostro futuro, perché solo preservando la biodiversità che ci circonda potremo davvero nutrire il pianeta. Di notevole rilevanza i riferimenti ai princìpi di Slow Food e Terra Madre, soprattutto dove si assegna un valore particolare a concetti come le risorse locali, cioè vegetali e animali originari di uno specifico territorio oppure introdotti da lungo tempo nel territorio di riferimento, e si riconosce il ruolo di agricoltori e allevatori custodi, impegnati nella conservazione delle risorse locali soggette a estinzione, e delle comunità del cibo, gruppi di agricoltori locali riuniti intorno a un progetto di difesa e tutela di una biodiversità, gruppi di acquisto, scuole, centri di ricerca, associazioni, da sempre alla base del lavoro di Slow Food sui territori. Da sottolineare anche l’articolo dedicato alle iniziative da organizzare nelle scuole per sensibilizzare i giovani sull’importanza della biodiversità agricola e sulla conservazione del nostro patrimonio.

La norma intende proteggere le risorse genetiche locali dal rischio di estinzione o di erosione genetica, tutelando il territorio rurale per evitarne lo spopolamento. Numerosi gli strumenti a disposizione: in primis sarà istituito un anagrafe nazionale in cui censire tutte le risorse genetiche locali a rischio di estinzione, affiancato da una rete, un sistema di banche dati interconnesse e un comitato permanente costituito da rappresentanti dei Ministeri e delle associazioni coinvolte.  

«È significativo anche il percorso di questa legge», continua Sardo. «Partita dal basso e dalla concertazione tra territori, Regioni, associazioni e agricoltori, è una legge che ritorna ai territori e, in particolare, alle Regioni, alle quali fa da cornice e a cui è domandato di normare e adeguarsi agli stimoli nazionali».

Non da ultimo, il testo presta particolare attenzione alle sementi, che se iscritte nel registro nazionale delle varietà da conservazione possono essere vendute direttamente dai coltivatori custodi e scambiate all’interno della rete, e all’educazione degli studenti e dei consumatori, attraverso la promozione di attività di formazione e di iniziative culturali.

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