Importanti spunti e segnalazioni sono scaturiti dal convegno del 18 aprile 2015 svoltosi presso il Polo Universitario di Asti, con il patrocinio dell’Ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali.
Nella sua introduzione, Enrico Caprio, assegnista di ricerca dell’Università di Torino e coordinatore della Scuola di Biodiversità, ha spiegato che questo primo incontro, che aveva lo scopo di fornire un inquadramento generale del problema, sarà seguito da due successivi momenti di approfondimento dedicati rispettivamente agli aspetti botanici e a quelli zoologici.
Giuseppe Bogliani, docente di Zoologia dell’Università di Pavia, ha illustrato in modo molto chiaro il problema dell’invasione di specie esotiche, fornendo numerosi esempi, alcuni fortemente emblematici e suggestivi, suffragati anche dalla sua esperienza personale sul campo con studenti e ricercatori. Spaziando dalla botanica alla zoologia, dall’ailanto ai pesci tropicali che colonizzano il Mediterraneo, dalle immissioni ittiche in delicati laghi alpini, agli animali esotici “d’affezione” liberati nel nostro territorio, ha proposto un quadro molto articolato che ha rappresentato l’entità del fenomeno. Servendosi dei dati più aggiornati di vari organismi internazionali, ha dimostrato che questo grave problema ha ormai uno sviluppo esponenziale e deve essere affrontato in modo serio senza indugio. Molto interessanti la documentazione che ha prodotto su attività pratiche di lotta e contenimento di animali esotici da lui effettuati in Lombardia e Valle d’Aosta e le proposte di monitoraggi e possibili pratiche di difesa dal pericolo dilagante.
E’ seguita la relazione dei Giorgio Baldizzone, entomologo astigiano, che ha illustrato il caso recente della Piralide del Bosso (Cydalima perspectalis) introdotta in Europa dalla Cina nel 2006 e ormai dilagante anche in Italia e segnalata per la prima volta ad Asti nel 2013 dalla Scuola di Biodiversità di Villa Paolina. Ormai questo lepidottero è diventato un gravissimo pericolo per la sopravvivenza del Bosso, tipico elemento dei giardini all’italiana e non solo. Baldizzone ha lanciato un allarme per le siepi del Cimitero di Asti, che proprio in questi giorni sono infestate da migliaia di larve che le stanno divorando.
Nella discussione che è seguita sono intervenuti Mario Zunino, professore di Zoologia dell’Università di Urbino, che ha portato alcuni esempi relativi al cambiamento delle condizioni di vita d’intere popolazioni del Sudamerica, come conseguenza dell’introduzione di specie esotiche; Ernesto Doglio Cotto, membro del direttivo dell’Ordine degli Agronomi ha portato la sua esperienza sui trattamenti con Bacillo turingense di due ceppi contro le larve della Piralide del Bosso, argomento su cui è intervenuto anche Gianni Allegro, entomologo, ricercatore dell’Istituto di ricerca per le produzioni legnose (CRA) di Casale Monferrato.
In chiusura del convegno, Enrico Caprio ha parlato del nuovo pericoloso “invasore” che è giunto nella Francia meridionale e si espanso nella Liguria occidentale, arrivando poi in Piemonte, in provincia di Cuneo, da cui potrebbe arrivare presto anche in provincia di Asti. Si tratta del calabrone proveniente dal sud-est asiatico (Vespa velutina) che in Europa si nutre soprattutto di api, sterminando interi alveari, con un danno potenziale veramente grave. Caprio ha lanciato un appello alla vigilanza e alla pronta segnalazione tramite un apposito sito web messo a punto da ricercatori dell’università di Torino.