La notizia che Altritasti ha divulgato nelle scorse settimane a proposito della sperimentazione della nuova tecnologia 5G in 120 piccoli comuni italiani, tra cui 10 in provincia di Cuneo e 6 in quella di Asti (il sesto, erroneamente da noi non indicato in precedenza, è Montabone) si è propagata rapidamente e molti cittadini hanno iniziato a chiedere lumi alle proprie amministrazioni. La sorpresa è che nessuno (per ora) dei Comuni inseriti nell'elenco degli sperimentatori in base alla delibera n. 231/18/CONS dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni dichiara di avere mai ricevuto informazioni e di non essere minimamente a conoscenza della "scelta" fatta, evidentemente, a loro insaputa...
Possibile? Possibile che AGCOM e Ministero abbiano steso su una scrivania una grande cartina dell'Italia, abbiano scelto i comuni in cui avviare la sperimentazione del 5G e, poi, si siano "dimenticati" di avvisare le amministrazioni comunali della decisione "d'imperio" o per condividere la delicata decisione assieme a loro?
Parrebbe proprio così.
Il Forum Salviamo il Paesaggio non si è accontentato di ricevere risposte "a voce" dai Sindaci e ha anche trasmesso via posta elettronica certificata una richiesta di accesso a tutti gli atti in possesso dei comuni astigiani. Altrettanto ha fatto Italia Nostra, sezione di Alba nei confronti dei comuni delle Langhe.
Le prime risposte confermano il "non ne sappiamo nulla".
E l'accorata lettera di Daniela Boglione ai sindaci di Isasca, Marsaglia e Paroldo ha avuto una prima risposta. Franca Biglio, sindaco di Marsaglia e anche presidente dell'Associazione dei Piccoli Comuni di Italia, assieme ai colleghi primi cittadini di Paroldo e Roascio, ha dichiarato che «le nostre amministrazioni non hanno mai chiesto né di essere inserite nella sperimentazione 5G, né dato alcuna disponibilità in tal senso. Inoltre ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione ufficiale da parte delle autorità competenti e qualora ciò si verificasse, sarà nostra cura e premura acquisire le dovute informazioni tecniche al fine di verificare i pro e i contro a difesa dell’ambiente e dell’imprescindibile tutela della salute dei nostri cittadini. Tale importante decisione verrebbe, in ogni caso, assunta solo ed esclusivamente di concerto con la cittadinanza».
Questa risposta ci è stata riportata integralmente anche dal comune di Vigliano d'Asti attraverso una formale risposta, verbalmente riassunta anche da tutti gli altri sindaci astigiani.
Tutte le amministrazioni comunali ora sono informate e hanno fonti scientifiche di riferimento su cui riflettere.
E ricordiamo loro che, giurisprudenza alla mano, tutti i Sindaci hanno la facoltà di emanare provvedimenti "contingibili e urgenti atipici per tutelare la salute dei cittadini", come indicato dalle sentenze del Consiglio di Stato n. 256/200, del Tar del Molise n. 24 del 2000 e del Tar Lombardia n. 1868/99, così come l’ex art. 38 della Legge 8 Giugno 1990, n. 142 sull’Ordinamento delle autonomie locali, che investe il primo cittadino di "Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale": "il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini”.
Possiamo quindi attenderci una loro rapida azione nei confronti delle Autorità competenti per - quanto meno - discutere dell'avvenuto inserimento del loro territorio nell'elenco dei Comuni "sperimentatori" e un conseguente momento di riflessione/decisione con i cittadini?
Staremo a vedere...
Nel frattempo, lo scorso 2 marzo si è tenuto a Vicovaro (Roma) il 1° meeting nazionale promosso dall’Alleanza italiana Stop 5G dal titolo "Emergenza politica di precauzione" a cui hanno aderito e/o preso parte parlamentari di diversi schieramenti, amministratori locali, avvocati, scienziati, medici, tecnici, giornalisti, associazioni di malati, comitati civici, gruppi di consumatori e ambientalisti, singoli cittadini.
Al termine è stata condivisa una risoluzione, basata sulle strategie emergenziali ispirate al Principio di Precauzione, da adottare a livello nazionale e locale da quanti intendano sostenere i diritti costituzionali nella tutela per la salute pubblica, minacciata dai piani per le inesplorate radiofrequenze del wireless di quinta generazione. Ecco il testo:
1) GOVERNO
Rinnovo della richiesta di moratoria per fermare la sperimentazione 5G su tutto il territorio italiano.
Non innalzare i valori limite di legge nella soglia d’irradiazione elettromagnetica.
Minimizzare il rischio sanitario promuovendo uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici.
Integrare i contratti d’asta da stipulare e/o già stipulati con l’industria aggiudicataria delle nuove bande 5G con l’inserimento di una clausola per un’accisa risarcitoria da eventuali danni cagionati sulla salute della popolazione.
2) MINISTRO DELLA SALUTE
Promuovere uno studio preliminare nazionale sugli effetti biologici delle radiofrequenze 4G e 5G presso un ente indipendente e privo di conflitti d’interessi con l’industria, valutata la disponibilità dell’Istituto Ramazzini.
Istituire una commissione di vigilanza permanente per il monitoraggio degli effetti dei campi elettromagnetici, individuando membri della scienza e medicina indipendente, un coordinamento tra le associazioni dei malati.
3) PARLAMENTO
Invito alle Commissioni preposte di calendarizzare la discussione di disegni di legge sulle malattie ambientali.
Invito alla Commissione Vigilanza Rai di valutare il livello d’informazione sinora offerto nei servizi di radiotelevisione pubblica circa i pericoli sanitari del 5G.
Di dare piena attuazione alla Legge Quadro del 2001 con l’applicazione dei decreti attuativi, valorizzando una delle leggi più cautelative d’Europa in difesa della salute pubblica.
4) REGIONI e PROVINCE AUTONOME
Promuovere una inter/commissione sanità/ambiente per monitorare le ripercussioni dei campi elettromagnetici su popolazione ed ecosistema, individuando membri della scienza e medicina indipendente e un coordinamento locale tra le associazioni dei malati e di cittadinanza attiva.
5) COMUNI
Invito al Sindaco, in qualità di massima Autorità Sanitaria e ufficiale di Governo e, in subordine, al Prefetto in caso d’inerzia del primo, di adottare un’ordinanza contingibile e urgente per sospendere la sperimentazione del 5G sul territorio amministrato in attesa di quanto ai punti 1), 2), 3), 4).
6) ASSOCIAZONI e CITTADINI
Sostenere la cittadinanza più esposta, in particolar modo i soggetti più a rischio come malati, donne in gravidanza, anziani e bambini in chi ne esercita la patria potestà, nelle diffide legali, anche individuali, da inoltrare ai ministri della salute, dello sviluppo economico e al Sindaco del proprio comune di residenza, rivendicando il diritto costituzionale per la tutela alla salute di cui all’art. 32.
Sostenere l’associazionismo nell’intraprendere un percorso legale di autotutela pubblica anche per mezzo di un ricorso d’urgenza da presentare alla Procura della Repubblica, Tribunale civile ex art. 700 per ‘periculum in mora’.
ULTERIORI FONTI DI APPROFONDIMENTO:
https://oasisana.com/2019/02/08/nessun-alibi-i-sindaci-italiani-possono-fermare-il-5g-parla-lesperto-avv-stefano-bertone-intervista-esclusiva-oasi-sana/
https://oasisana.com/2019/03/12/clamoroso-a-roma-e-trento-si-vota-per-fermare-il-5g-non-lo-vogliono-i-5-stelle-notizia-esclusiva-oasi-sana/
http://www.nogeoingegneria.com/campo-elettromagnetico/alleanza-italiana-stop-5g-risoluzione-di-vicovaro-2019/