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Il teleriscaldamento di Asti si ferma qui



di Alessandro Mortarino.

La vicenda del teleriscaldamento arriva all'epilogo: con una lettera inviata a Regione, Asl e per conoscenza alla Provincia, il Sindaco di Asti Fabrizio Brignolo ha comunicato che per il momento la pratica urbanistica relativa al teleriscaldamento non verrà più portata in discussione in consiglio comunale. E senza l'approvazione della Variante da parte del Consiglio, viene a mancare la soluzione del principale motivo ostativo che ha, fino ad oggi, impedito alla Provincia di Asti di autorizzare l'impianto: si conclude così la lunga e travagliata vicenda. E ora ? ...

Ma iniziamo dalla laconica nota ufficiale emanata dal Sindaco, che spiega i motivi di questa sua decisione: «Poiché è ormai imminente la scadenza del mandato amministrativo della Città di Asti pare opportuno lasciare che le decisioni finali e la deliberazione di consiglio siano assunte dalla nuova amministrazione, anche per consentire il confronto con la cittadinanza e gli eventuali ulteriori approfondimenti che si ritenessero necessari. Il progetto di teleriscaldamento, che rientra nei piani industriali dell’Asp sin dal 2002, ha avuto con la nostra amministrazione il massimo impulso, con la predisposizione del progetto definitivo che ha ottenuto il giudizio favorevole di compatibilità ambientale, ora però occorre evitare atti o comportamenti che possano essere interpretati come forzature nei confronti del sindaco e dell’amministrazione che a seguito delle imminenti elezioni avrà l’onore e l’onere di reggere il governo della Città. Mettiamo a disposizione della Città un progetto completo che riduce l’inquinamento, fa risparmiare l’Asl, il Comune e i cittadini astigiani: è giusto che sia la nuova amministrazione a decidere se sfruttare questa opportunità o fare scelte diverse, prendendosi con la dovuta calma tutto il tempo necessario a informare e consultare i cittadini».

La realtà è che Brignolo, dopo l'ultima seduta consiliare andata "buca" per l'assenza di alcuni componenti della sua maggioranza e il conseguente non raggiungimento del numero legale necessario allo svolgimento, ha dovuto prendere atto della reale situazione. E cioè la cessata condivisione della sua "squadra" alla linea dura e decisionista voluta dal Primo cittadino, determinato a deliberare la Variante urbanistica contro le volontà palesi di migliaia di cittadini astigiani.
Detto in parole semplici: la sua maggioranza si è sfaldata ... davanti alla perseverante azione critica di cittadini, comitati, associazioni.
Senza maggioranza, impossibile completare l'opera. Da qui la sofferta decisione di fermarsi e lasciare alla prossima amministrazione l'onere di riprendere (eventualmente) il discorso.

Ora ci attendiamo che la Provincia faccia ciò che le spetta: chiuda il procedimento (finalmente ...) registrando l'impossibilità del Comune di fornire il proprio indispensabile benestare urbanistico. E' un atto formale che doverosamente ci attendiamo nei prossimi giorni da parte della Provincia. E che decreterà la conclusione dell'intero travagliato iter.

Dopo questo atto della Provincia, AEC potrà (ovviamente) decidere di ripresentare la sua richiesta, ma attraverso un nuovo procedimento. Lo farà ?
Fino a che non avrà in tasca la Variante urbanistica, crediamo non lo farà: sarebbe un atto autolesionistico. Dunque (semmai ...) se ne riparlerà dopo l'avvenuta elezione della nuova amministrazione.
E questa vicenda influenzerà non poco il voto e l'intera campagna elettorale.

In queste ore molti gridano alla vittoria. Noi preferiamo pensare che il dietrofront del Sindaco dimostri che quando i cittadini sono ostinati, documentati, rigorosi e (soprattutto) tanti, anche le battaglie più ardue possono essere combattute (in modo nonviolento) con successo.

Ce ne possiamo rallegrare, ma senza eccessiva enfasi: in fondo abbiamo solo difeso un piccolo pezzo di "Bene Comune".
Ma solo un piccolo pezzo.
E dobbiamo sorvegliare che in futuro resti bene incollato nel molto più ampio arazzo di tutti i "Beni Comuni".

Siamo pronti a difenderli tutti, i nostri "Beni Comuni", a cominciare da domani mattina ? ...


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