di Alessandro Mortarino.
La scorsa settimana vi avevamo accennato all'"atterraggio" sulla città di Asti del Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), un documento di 226 pagine redatto e proposto con il supporto tecnico di Environment Park S.p.A. per conto del Comune, e vi avevamo promesso una nostra puntuale analisi. Eccola (in sintesi estrema) con l'invito a studiare il Piano (non solo le nostre sintesi) perché - qualora l'amministrazione decidesse di adottarlo - non si tratta di uno strumento "qualunque", ma della strategia politica che dovrà delineare la città dei prossimi 10/20 anni, come ben indicato nella sua premessa: «è importante che i futuri strumenti di pianificazione adottati dal Comune risultino coerenti con le indicazioni contenute nel presente documento programmatico. Piani per il traffico, Piani per la Mobilità, Strumenti Urbanistici e Regolamenti edilizi dovranno pertanto definire strategie e scelte coerenti con i principi declinati nel PAESC»...
Siamo quindi dinanzi a quello che un tempo veniva definito come "Piano Strategico", cioè gli obiettivi cui tendere per ottenere il risultato di una pianificazione in grado di guidare un percorso a breve, medio e lungo termine per la vita virtuosa della comunità.
Non una passeggiata. E, ovviamente, un percorso che deve (dovrebbe...) vedere coinvolta tutta la popolazione e proprio nella sua fase di costruzione.
Sfogliando le 226 pagine noi qui ci limitiamo a segnalarvi alcuni aspetti e qualche numero utile a fotografare la situazione attuale e la sfida del futuro. Almeno secondo le proposte dei tecnici che hanno elaborato il progetto e in attesa di conoscere il gradimento dei componenti dell'amministrazione (Sindaco, Giunta, consiglieri di maggioranza e minoranza).
E' un elenco di spunti basilari tratti dal documento, tutte le analisi necessarie ed opportune saranno il frutto successivo (anche) delle vostre considerazioni e del dibattito che la città e l'amministrazione vorrà animare...
Questo a seguire è il nostro elenco, ma ovviamente ognuno dei punti toccati viene sviscerato nei dettagli all'interno del documento progettuale. Potremmo approfondire mille aspetti, ma qui entrate in gioco voi.
Noi siamo convinti che il PAESC possa essere uno strumento determinante per definire e immaginare il futuro della città, a patto che vi sia la volontà politica, che le scelte siano trasparenti e condivise con la cittadinanza, che le azioni non si limitino ai "titoli" (in gran parte già previsti dal PUC, dal PUMS, dal PRGC ecc. ecc. ma mai messi in campo).
Il PAESC in teoria dovreste facilmente reperirlo in grande evidenza sul sito del Comune di Asti, ma noi non lo abbiamo trovato!
E quindi, se anche voi confermate l'evidente non evidenza... ve lo proponiamo noi a questo link.
Scaricatelo, leggetelo e... buon lavoro!
ELEMENTI BASILARI
- Dal punto di vista tecnico, il PAESC si fonda su un approccio integrato mirato alla pianificazione di attività di promozione di pratiche virtuose di gestione energetica in termini di “offerta”, in funzione della domanda attuale e stimata nel medio e lungo termine, attribuendo un ruolo centrale al concetto di efficientamento energetico, in combinazione con l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. Esso si pone anche, quale obiettivo non meno importante, il superamento di un modello tipicamente improntato alla messa in atto di azioni sporadiche svincolate tra loro, attraverso l’approvazione di uno strumento efficace di programmazione multisettoriale. In tal senso, è importante che i futuri strumenti di pianificazione adottati dal Comune risultino coerenti con le indicazioni contenute nel presente documento programmatico.
Piani per il traffico, Piani per la Mobilità, Strumenti Urbanistici e Regolamenti edilizi dovranno pertanto definire strategie e scelte coerenti con i principi declinati nel PAESC, rientrando nell’ambito del monitoraggio periodico previsto. È importante, quindi, che siano considerati nuovi indicatori nella valutazione dei documenti di piano che tengano conto, ad esempio, della mobilità indotta nelle nuove lottizzazioni e che, contemporaneamente, permettano di definire meccanismi di compensazione o riduzione della medesima.
- I dati a pagina 12 del Piano chiariscono che ad Asti il consumo di suolo già avvenuto è quasi il doppio della media nazionale.
Il suolo consumato al 2022 risulta complessivamente di 2.071 ha, pari al 13,7% del territorio, superiore alla media regionale (7%) e a quella nazionale (7,2%) e dal 2006 al 2022 emerge un continuo aumento. L’incremento netto dal 2006 al 2022 è stato di 92,6 ettari, pari al 5%.
- ... Il territorio di Asti è caratterizzato da aree verdi pubbliche che si estendono per 137 ha, pari al 12% circa del tessuto urbano. Sono destinati 18 m2 di verde ad abitante, una quantità inferiore rispetto al dato provinciale che nel 2021 era pari a 28,1 m2/ab e al dato medio nazionale che è pari a 32,5 m2/ab. Il numero di alberi ad abitante è di 17 ogni 100, maggiore del dato provinciale pari a 15 alberi ogni 100 abitanti.
- Molto interessante anche l'andamento demografico (pagina 18) da cui emerge che la popolazione residente è in costante diminuzione dal 2015.
Complessivamente, nel Comune analizzato risiedono al 2023 73.691 abitanti, per una densità abitativa di 487 abitanti/km.
All’anno di monitoraggio 2021, nel Comune si sono registrati complessivamente 74.065 residenti (contro i 71.124 del 2000) e 34.524 famiglie, con un tasso medio di 2,1 residenti per famiglia.
... Le proiezioni al 2030 prospettano un numero di residenti pari a 70.056 abitanti...
(Aggiungiamo noi: nel 1981 i residenti erano 77.681).
- Secondo i dati del censimento ISTAT del 2011, sono presenti su tutto il territorio analizzato 10.324 edifici residenziali, lo stato di conservazione della maggior parte degli edifici è ottimo o buono.
- Il Comune di Asti presenta complessivamente un valore medio di 3,16 alloggi per edificio, superiore rispetto al valore medio della provincia di Asti (1,36). Dall’analisi è, inoltre, emerso che in prevalenza, sono presenti edifici con 2 piani fuori terra.
Analizzando l’epoca di costruzione degli edifici si evidenzia che il 30,8% è stato costruito prima del 1919 mentre circa l’84% prima del 1976 (anno della Legge 373/1976, la prima sul risparmio energetico degli edifici) e solo il 3,3% % dopo il 2005.
- Gli edifici presenti sul territorio non sono performanti dal punto di vista dell’efficienza energetica. Al 2020, infatti, l’83% degli APE (Attestati di Prestazione Energetica) emessi riporta una classe di efficienza energetica uguale o peggiore alla Classe D, e al 2024 l’80%. Si registra inoltre, negli ultimi quattro anni, un forte incremento nel numero di APE emessi, pari al 58% circa. La maggior parte degli APE sono stati rilasciati per edifici realizzati tra il 1961 e il 1975.
- La superficie agricola totale è pari a circa 3.000 ha secondo il censimento dell’agricoltura ISTAT, e quella utilizzata è pari al 74%. La superficie agricola utilizzata è destinata soprattutto ai seminativi, tra cui prevale la coltivazione dei cereali per la produzione di granella.
- Nonostante la popolazione diminuisca, è previsto un aumento dei veicoli immatricolati (71.915 al 2030 contro i 59.888 immatricolati nel 2002). Ciò si traduce, sulla base del loro rapporto al 2030, in un ulteriore lieve incremento del tasso di motorizzazione, che dovrebbe salire fino a 1,03 veicoli pro capite.
- Riguardo invece le sole autovetture, il numero complessivo passa da 46.206 nel 2002 (tasso di motorizzazione 0,65) a 50.238 nel 2022 (tasso di motorizzazione 0,68) a 53.403 previste per il 2030 (con 0,76 veicoli pro capite).
- Esigua quantità di autobus presenti sul territorio: sono presenti 114 autobus al 2002 e 97 al 2021. La tipologia di veicolo prevalente è quella delle autovetture, sia al 2022 sia al 2021.
- Per il settore dei trasporti privati il calcolo dei consumi energetici è stato effettuato a partire dai dati relativi alla consistenza del parco veicoli per l’anno 2007, forniti da ACI (Autoritratto ACI, 2007) su base comunale.
Nostra perplessità: il traffico urbano NON è solo dato dai veicoli immatricolati nel territorio ma da ben altro!
E comunque il dato è riferito al 2007, un'era fa...!
- Nel 2021 le emissioni totali si sono ridotte del 29% rispetto al 2000; la percentuale di riduzione delle emissioni è più alta rispetto a quella relativa ai consumi energetici finali per diverse ragioni:
1. Sostituzione di vettori energetici con altri meno emissivi (es. gasolio per riscaldamento con gas naturale e GPL);
2. Incremento dei consumi da biomassa;
3. Riduzione del fattore di emissione dell’energia elettrica dal 2000 al 2021, mentre i fattori di emissione dei combustibili fossili sono rimasti invariati negli anni.
- Per quanto concerne gli edifici pubblici si osserva una riduzione delle emissioni del 24% (4.575 tCO2 al 2021 a fronte di 6.034 tCO2 del 2000), così come nel settore dell’illuminazione pubblica (- 59%) e della flotta veicolare pubblica (-53%).
- Nel settore relativo agli edifici residenziali si verifica una riduzione del 25%, con 209.158 tCO2 emesse nel 2021 a fronte delle 279.653 tCO2 del 2000.
- Nel settore terziario si verifica una riduzione delle emissioni di CO2 del 32% (107.745 tCO2 al 2021 a fronte di 158.941 tCO2 del 2000).
- Nel settore del trasporto privato/commerciale si è verificata una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 38%, con 20.615 tCO2 emesse nel 2021 a fronte delle 33.233 tCO2 del 2000. Ciò è dovuto a una maggiore efficienza tecnologica del parco veicolare presente sul territorio.
- La riduzione delle emissioni nel settore agricolo è stata complessivamente del 29%.
- Si è deciso di non conteggiare il contributo del settore industriale nel raggiungimento dell'obiettivo 2030.
- Situazione critica per il PM 10, ma in miglioramento. Il numero di giorni all’anno che superano il limite giornaliero è maggiore di quanto consentito dalla normativa per tutto il periodo analizzato. Tuttavia, si riscontra una tendenziale riduzione di questo fenomeno. La concentrazione media annua in atmosfera supera il limite dei 40 μg/m 3 dal 2003 sebbene l’andamento sia in calo.
- Osservando l’andamento della concentrazione media annua degli ossidi di azoto in atmosfera si riscontra una situazione critica, ma in miglioramento. Il limite annuale di concentrazione media previsto dalla normativa di settore, nei 21 anni esaminati, è sempre
superato, ma si riscontra una tendenziale riduzione.
- Osservando l’andamento della concentrazione media annua di biossido di azoto in atmosfera si riscontra una situazione non critica. La concentrazione media annua ha un andamento decrescente, con valori medi al di sotto del limite di legge.
- Il numero di superamenti delle soglie di informazione e di allarme definite dalla normativa di settore indica che la soglia di allarme è stata superata solo nel 2004 e nel 2007, mentre quella di informazione più spesso, sebbene dal 2018 in modo non rilevante.
- La presenza di aree verdi in città può mitigare l’intensità delle isole di calore urbane e l’inquinamento atmosferico.
- Dall’analisi emerge che il tessuto urbano è caratterizzato da un alto livello di impermeabilizzazione che rende vulnerabile la popolazione, in particolare anziani e bambini, sebbene ci sia un’attenzione alla cura del verde che ha un ruolo importante nella mitigazione del fenomeno delle isole di calore.
- I fattori che possono incidere sulla vulnerabilità della popolazione ai fenomeni del caldo estremo sono l’età e la condizione sociale. I più sensibili sono gli anziani, i bambini e chi si trova in una condizione più svantaggiata. Il 30% della popolazione del territorio ricade in una fascia vulnerabile e gli indicatori sociali analizzati evidenziano una condizione di medio-alta vulnerabilità.
- Nel complesso emerge che il territorio è vulnerabile al fenomeno delle precipitazioni intense che possono causare erosione idrica del suolo nelle aree naturali, e fenomeni di allagamento nelle aree urbane a causa dell’elevato livello di impermeabilizzazione.
- Dall’analisi risulta che complessivamente il 19% del territorio è soggetto al pericolo idraulico, e ricade prevalentemente in un livello elevato di pericolosità. Analizzando la valutazione del danno potenziale causato da alluvione, emerge per l’area allagabile relativa al fiume Tanaro il livello di danno potenziale complessivo.
Il PGRA del Distretto del fiume Po contiene la mappatura del rischio alluvione relativamente al fiume Tanaro, da cui emerge che il 12% del Comune di Asti è a rischio, soprattutto nella classe di rischio elevato.
Utilizzando i dati ISTAT si evince che il territorio di Asti ha circa il 24% della popolazione residente in area a pericolosità idraulica e dalla mappatura del danno potenziale relativo al fiume Tanaro emerge che alle aree più abitate corrisponde un danno potenziale elevato e un rischio medio.
Circa il 25% dell’area agricola del Comune è soggetto al pericolo alluvionale, prevalentemente di livello elevato ed è associato un danno potenziale medio-alto ed un rischio elevato.
Gli immobili che ricadono in area a rischio rappresentano il 20% del parco edilizio totale del territorio.
- Dall’analisi emerge che il pericolo delle frane non è rilevante, interessando poche aree del territorio comunale, sebbene siano di una pericolosità elevata e media: l’1% del territorio è a rischio frana.
- La costruzione degli scenari evolutivi al 2030 è necessaria per poter pianificare correttamente gli interventi di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO 2 a livello locale.
La ricostruzione storica, dal 2000 al 2021, del bilancio energetico, benché indispensabile per delineare le componenti principali che influenzano l’evoluzione del sistema energetico del territorio in esame e delle corrispondenti emissioni di gas serra, non fornisce generalmente gli elementi sufficienti per proiettare l’analisi nel futuro, anche in relazione all’identificazione di
interventi di efficientamento. È necessaria, a tal fine, l’analisi sia delle componenti socioeconomiche (lette nella loro evoluzione e nei loro sviluppi in serie storica in modo da comprenderne gli andamenti e definirne le tendenze future) che necessitano l’utilizzo delle fonti energetiche, sia delle componenti tecnologiche che di tale necessità sono il tramite.
È importante quantificare anche le dinamiche demografiche ed insediative in atto in una prospettiva futura almeno al 2030, sia in termini di nuovi consumi generati che di emissioni di CO2 indotte.
Gli scenari evolutivi tendenziali prendono in considerazione:
- l’incremento della popolazione residente,
- l'evoluzione del numero di alloggi e di edifici, sia a destinazione residenziale sia terziaria,
- l'evoluzione del parco veicolare circolante.
- Il raggiungimento dell’obiettivo minimo di riduzione delle emissioni comunali di CO2, al 2030, almeno del 55% rispetto al 2000, è influenzato inoltre dall'evoluzione del sistema energetico comunale sia sul lato offerta sia su quello della domanda, e dal quadro normativo nazionale che regolamenta e norma tale evoluzione. È importante, infatti, comprendere come il sistema energetico territoriale potrà evolvere naturalmente fino al 2030, al fine di comprendere quanto e se tale evoluzione può essere vantaggiosa o meno per il raggiungimento dell’obiettivo minimo del PAESC.
Ad esempio, si assisterà ad un incremento delle fonti rinnovabili nel settore civile sia per obblighi normativi, sia per evoluzione spontanea che renderà il settore energeticamente più sostenibile.
Gli usi finali elettrici saranno caratterizzati da una sempre maggior efficienza dei dispositivi, ma allo stesso tempo questi ultimi tenderanno a crescere sempre di più nelle abitazioni. Infine, il parco auto privato sarà caratterizzato da emissioni ridotte rispetto all’attuale.
Azioni di mitigazione:
- Campagne di comunicazione e sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia.
- Iniziative di sensibilizzazione in collaborazione con le famiglie e le scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
- Organizzazione di eventi verso la cittadinanza.
- Organizzazione di campagne di sensibilizzazione per la cittadinanza.
- Campagne per promozione e utilizzo delle migliori tecnologie e dispositivi più efficienti in ambito domestico e terziario.
- Promozione dei meccanismi di detrazione fiscale.
- Sensibilizzazione della mobilità sostenibile informando i cittadini su nuove piste ciclabili e nuovi parcheggi per biciclette.
- Campagne di comunicazione e sensibilizzazione per la produzione e condivisione di energia rinnovabile.
- Diffusione tra i cittadini, PMI ed enti le comunicazioni relative a eventuali eventi di formazione e informazioni sulle 7 configurazioni di autoconsumo diffuso organizzate da enti istituzionali come il GSE, la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, ENEA, ecc.
- Organizzazione di specifiche campagne di promozione finalizzate al coinvolgimento dei cittadini, delle PMI e degli enti del territorio al fine di aumentare il numero di adesioni alle forme di autoconsumo diffuso presenti sul territorio, in particolare della futura CER.
- Organizzazione di specifiche campagne di sensibilizzazione anche attraverso il coinvolgimento di partner privati, relative alla diffusione di impianti di produzione di energie rinnovabili elettriche in particolare fotovoltaico. In particolare nelle configurazioni di Gruppi di Autoconsumatori di Energia Rinnovabile che agiscono collettivamente tra i proprietari di alloggi in condomini.
- Favorire la creazione di gruppi d’acquisto d’acquisto.
- Sportello Energia.
- Interventi di efficientamento energetico degli edifici pubblici.
- Interventi di efficienza energetica su edifici pubblici non ancora riqualificati.
- Efficientamento e ottimizzazione della rete dell’illuminazione pubblica.
- Gestione energetica del patrimonio pubblico – Energy Manager.
- Sostituzione veicoli flotta comunale con nuovi più efficienti.
- Mobility Management e Piano Spostamenti Casa Lavoro dipendenti Comune di Asti.
- Costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili.
- Promozione della mobilità elettrica.
- Promozione di servizi innovativi di sharing mobility.
- Incremento infrastrutture mobilità sostenibile ciclopedonale.
- Potenziamento ed efficientamento del trasporto pubblico.
- Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e sviluppo di forme di mobilità sostenibile.
Azioni di adattamento:
- Sensibilizzazione e preparazione della comunità ai rischi climatici.
- Sistema di comunicazione della popolazione sui rischi climatici.
- Sistema di monitoraggio delle variabili, degli eventi e degli impatti climatici.
- Monitoraggio delle criticità dell’area urbana.
- Banca dati dei soggetti a rischio e dei fattori di impatto.
- Misure di adattamento al pericolo climatico della siccità.
- Misure di adattamento per l’agricoltura al pericolo climatico della siccità.
- Incremento e manutenzione delle aree verdi urbane.
- Realizzazione di rifugi climatici.
- Integrazione dell’adattamento climatico negli interventi urbanistici.
- Interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano.
- Misure atte a contrastare la diffusione di specie alloctone e insetti vettori di malattie.
- Realizzazione del Bosco degli Astigiani.
- Dall’analisi dei contributi, in termini di riduzione di CO 2 delle singole azioni suddivise per settori si constata il fatto che è necessario agire soprattutto nel settore residenziale, terziario e trasporti.