Piccoli pensieri. Sedici: emergenza motoseghe

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di Gabriella Sanlorenzo.

C'erano una volta 7 platani... no, fortunatamente ci sono ancora (ma per quanto?) e comunque... c'erano una volta aceri, tigli, bagolari, pioppi cipressini, aceri, prunus... Qualcuno di loro non c'è più, e non se ne capisce il motivo. Qualche altro invece c'è, ma orrendamente amputato.
Si tratta del preziosissimo patrimonio arboreo della città di Asti, in parte pubblico, in parte privato...

Ma se da parte dei proprietari di giardini non possiamo pretendere purtroppo interventi professionali (possiamo comunque consigliare loro di rivolgersi ad altri operatori, visti i risultati obbrobriosi), agli amministratori pubblici possiamo, anzi dobbiamo, chiedere a chi si sono rivolti per spendere così male i soldi della collettività.

I tristemente famosi platani accanto al supermercato in costruzione in Corso Savona sono stati a quanto pare visionati da 'esperti': noi chiediamo quali siano questi esperti.

Come chiediamo anche chi siano gli 'agronomi' (così li hanno definiti dall'ufficio comunale preposto alla cura del verde) che decidono quali interventi eseguire su alberate e alberi singoli, e quali le ditte che operano sul nostro verde pubblico, anche su quello dato in gestione a privati.

Le piante ad alto fusto trattate male e capitozzate sono più deboli, crescono in modo squilibrato e rischiano con più facilità di essere attaccate da vari agenti fitopatogeni che li rendono fragili e a rischio caduta, ma questo gli esperti dovrebbero ben saperlo!

E quindi cito altre parole, certamente più innovative e illuminanti del professor Francesco Ferrini, Professore Ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell'Università di Firenze che sostiene: “La gestione degli alberi richiede un approccio multidisciplinare che integri conoscenze scientifiche, responsabilità etica e una visione a lungo termine. In questo contesto, cinque parole chiave emergono come principi fondamentali: scienza, coscienza, pazienza, persistenza e coesistenza.[...] Pazienza: rispettare i tempi della natura. Gli alberi crescono lentamente e ogni intervento deve essere pianificato con una visione a lungo termine. La fretta nel prendere decisioni può portare a errori irreversibili, come abbattimenti affrettati o potature drastiche che compromettono la stabilità e la vitalità della pianta. La gestione degli alberi deve rispettare i loro tempi biologici e i cicli naturali.”

Ecco, basterebbe tenere ben presenti queste parole prima di mettere in mano a chicchessia l'attrezzo più pericoloso per i nostri amici alberi: la motosega.

Sarebbe anche importante tirare fuori dal cassetto il Regolamento del Verde che un gruppo di esperti astigiani ha elaborato qualche tempo fa.

Qualche esempio di buone pratiche tuttavia si può rilevare in città, ma non basta a far sì che il bilancio relativo alla ‘cura del verde’ possa ritenersi positivo.

(Offro infine  una manciata di immagini - ahimè di pessima qualità – come esempio a supporto di quanto descritto: https://www.facebook.com/profile.php?id=100063683703044 ).