Se Giustizia incontra Samuele e gli domanda ...

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di Alessandro Mortarino.


Che freddo. Un freddo così improvviso e così ... freddo che persino le emozioni si intirizziscono e le idee restano embrioni privi di sviluppo: nascono, si arrestano, diventano rigide. E quando le idee diventano rigide. Quando le idee si arrestano. Allora sono tempi bui, per tutti. Quindi è bene parlarne, raccontarne, dialogarne. A cominciare dal primo giorno della nevicata di quelle idee ferme, quando Giustizia uscì di casa, scivolò sul marciapiede ghiacciato e battendo la testa ebbe l'impressione di avere capito tutto ...

Prima credette di comprendere la luce, quell'alone smaltato brillante (o satinato lucido ?) che accompagna ogni buona nevicata epocale. Si rese conto di essere rimasta senza conoscenza per qualche istante e pensò così di avere avuto la possibilità di osservare dritto a sè ma con un diverso sguardo, con la proiezione allargata di una visione periferica - chimera di qualunque seguace delle filosofie orientali - che abbracciava l'oggetto primo del suo guardare, centrale e diretto, ma cogliendo l'insieme, l'universale, il tutto.

A quel punto si sentì certa di avere chiaro l'orizzonte e si rialzò. Barcollando, perchè Giustizia è donna non più tanto giovane e le gambe iniziavano a darle problemi.
Vide passare da quelle parti Samuele e lo fermò.

Giovanotto, cosa fai lì ?

Corro.

Corro ?

Sì, certo. Sto correndo.

Ma corri verso dove ?

Corro, semplicemente. Non ho una meta, mi limito a correre.

Ma questo è davvero strano. E per me assolutamente incomprensibile. Non ho mai saputo di qualcuno che corre senza sapere dove andrà a finire.

Beh, veramente non mi pare una novità; l'intera nostra società moderna corre senza sapere perchè.

Ah, il tran tran ...

No, il cervello spento. Comunque, se le interessa, posso dirle che sto correndo perchè voglio evitare di fare una scemenza. Dietro quest'angolo ci sono carabinieri, poliziotti e altri custodi dell'ordine che stanno reprimendo una manifestazione popolare. Vedo volare manganellate, insulti, provocazioni da ogni parte. Temo di non resistere alla tensione del momento, potrei prendere un sasso e lanciarlo contro qualcuno.

Caro giovanotto, questo è molto grave.

Questo ... che cosa è grave ?

Che vi siano tensioni e scontri.

Le ripeto: c'è una manifestazione popolare in atto, migliaia di persone. Ma le forze dell'ordine hanno ricevuto l'input di non lasciarle avvicinare al cantiere. Con le buone o con le cattive. E io mi ci trovo nel mezzo e pieno di certezze: sono dell'idea che in quel cantiere ci dobbiamo entrare e abbattere le recinzioni.

Ma è contro la legge.


Ma la legge è contro migliaia di persone; in tutta Italia milioni di persone dicono che quel cantiere è illegale, che la faraonica opera che si vuole costruire è inutile e addirittura dannosa, un disastro ambientale e sociale.

La legge ...

La legge non può essere cieca. Se masse così rilevanti di persone pensanti chiedono la revisione di una decisione amministrativa, se lo motivano tecnicamente e concettualmente e se lo fanno con le buone maniere del dialogo, non è possibile nè accettabile che "il Potere" non ne tenga conto.

La legge ...

La legge ? Ma qui stiamo parlando di maggioranze e di minoranze, non di leggi. E quando le minoranze sono rilevanti, nessuna maggioranza può permettersi di dire "io ho deciso e così sarà". Se l'uomo è davvero l'animale pensante che dice di essere, non può ridursi ad una simile semplificazione. Il principio primo della nonviolenza e del buen vivir ci insegna che occorre giungere tutti assieme alla meta condivisa, senza lasciare nessuno indietro. Dovremmo vivere in un mondo win-win, tutti vincitori e nessun vinto.

Sì, ma la legge ...

La legge la fa l'uomo. Che la scrive e poi la legge.

E tu cosa vorresti fare ? Stai correndo ...

Corro. Ma poi va a finire che mi fermo, mi chino, prendo un sasso e lo lancio. Sono arrabbiato.

E lì un flash potrebbe immortalarti, creando una prova provata dei tuoi misfatti.

Sono arrabbiato. Migliaia di persone arrabbiate sono assieme a me.

Ma non ci sono pietre nè foto a dimostrarlo.

Ma che legge è se non tiene conto dei bisogni delle persone ?

Minoranze.

Enormi minoranze. Che società è. Che legge è. Che Potere è.

Tu con i sassi ci sai fare.

No, a me i sassi non interessano. Ma mi interessano le persone e i loro problemi. Purtroppo questi problemi paiono interessare a pochi. E cosa posso fare, se non arrabbiarmi ?

Sì ma la legge.

E dagli ...

Sono anni che dite di no. Ora la decisione è presa, dovete farvene una ragione. E poi proprio tu che ce l'hai con i fascisti di Cuneo, con gli sfratti di Asti ... Proprio tu ti devi preoccupare anche dei sassi di Chiomonte ?

Sono arrabbiato. Non capisco perchè tutti mi dicano che a questo mondo bisogna dialogare. E sono proprio loro, quelli che invocano il dialogo, a negarlo.
Cuneo è città medaglia d'oro della Resistenza, come può accettare che una Casa Pound prenda dimora tra le tombe di chi si è sacrificato per le nostre libertà ?
Asti è un luogo, come mille altri, in cui persone e famiglie chiedono di vivere in una casa che nessuno vuole dare loro. E quando riescono a conquistarsela, gli tolgono l'acqua.

Sì ma la legge.

Allora vogliamo dialogare ? E poi che risposta mi date ?

Tu fai troppe domande. La legge ne fa solo qualcuna. Poi agisce. E il modo migliore per insegnarti a vivere è di lasciarti per qualche settimana in una cella con le tue domande.

Samuele è in carcere a Quarto d'Asti dal 26 di Gennaio.

Soltanto il 13 Febbraio è previsto il Tribunale del riesame che lo dovrebbe (forse) scarcerare.

Che dialogo è ?