La più bella del mondo

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di Luigi Sposato, Cittadino amante della Costituzione.

I Costituenti furono così lungimiranti da prevedere, quando scrissero la Costituzione, i modi con cui la stessa potesse essere, laddove necessario, modificata. Ora, essendo la nostra Costituzione di tipo "rigido", la procedura per le modifiche costituzionali è diversa da quella per l'approvazione delle leggi ordinarie; essa, infatti, prevede la doppia votazione da parte delle due Camere con intervallo di tempo non inferiore a tre mesi tra una lettura e l'altra e "la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione". Laddove, poi, questa maggioranza non raggiunga i due terzi dei componenti di ciascuna Camera è prevista la possibilità, entro tre mesi dalla pubblicazione, di richiedere un referendum  "confermativo" ...

Dice infatti l'articolo 138 della Costituzione che, in materia di riforme costituzionali, ".... Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. .... Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti".

Il referedum "confermativo" è, dunque, lo strumento attraverso cui la Costituzione affida al "popolo sovrano" (Articolo 1 Comma 2) la decisione finale sulle sue modifiche, quando sulle stesse non vi sia un'ampia condivisione da parte del Parlamento, che si sostanzia nei due terzi di ciascuna Camera.

Ora verrà presentata a breve per la seconda lettura al Senato la riforma Costituzionale a firma del ministro Boschi, che prevede la modifica di una consistente parte della nostra Costituzione; talmente consistente da costituire oggettivamente uno stravolgimento del dettato Costituzionale, di quel mirabile equilibrio tra pesi e contrappesi che contraddistingue la nostra Costituzione.

Il Governo ed i media, per ora però, si limitano a sottolineare che la riforma porterà ad una riduzione dei Senatori ed in defintiva ad un risparmio sui "costi della politica" (qui confondendo la politica con le Istituzioni).
In realtà ben più ampia è la portata dell'intervento (si parla di modificare circa la metà della seconda parte della Carta, la prima parte resterebbe immutata) e quindi limitare l'attenzione alla sola modifica del Senato sembra più "un'arma di distrazione di massa" per non soffermarsi sulle reali conseguenze che la nuova Legge comporta.

Ci si augura che i media vorranno invece fare azione di informazione, ospitando e dando ampia diffusione alle considerazioni, anche contarie alla modifica proposta, favorendo così la formazione del convincimento individuale, nella speranza che, come per il passato, anche stavolta, il Popolo sovrano si dimostri più lungimirante dei suoi rappresentanti in Parlamento, e, bocciando la riforma proposta, non contribuisca allo stravolgimento di quella Carta che Benigni ha definito "La più bella del mondo".