Il bar del tempo

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di Elisabetta Perkele Colautti.


In questi giorni di ferventi (e legittime) polemiche contro la Russia, è giusto offrire anche uno spaccato su una parte di paese che ha voglia di impegnarsi a cambiare le cose attraverso la creatività e la condivisione. Nel paese sede delle Olimpiadi invernali si sono recentemente diffusi gli “Anti caffè”. Si tratta di un’idea innovativa di promozione della socialità, se pur in ambito commerciale, che stravolge l’assunto del bar tradizionale: anziché pagare la consumazione come normalmente avviene, il cliente “acquista” il tempo trascorso all’interno della struttura, potendo godere liberamente di bibite e cibarie. Essendo luoghi di aggregazione vengono promosse ogni giorno numerose proposte che spaziano dalle conferenze alle esibizioni, dai laboratori fino ai tandem linguistici ...

Si tratta, dunque, di spazi sociali e culturali nei quali l’idea centrale è la condivisione del tempo. Sono presenti esempi all’interno di tutte le più grandi città russe, in Ucraina a Kiev e recentemente è stata aperta una sede a Londra. Tale modello si è diffuso nel territorio russo mediante il franchising: attualmente sono stati creati dieci anticaffè a Kazan, Kiev, Londra, Mosca, Nizhny Novgorod, San Pietroburgo e Rostov sul Don.

Tutta colpa della poesia
L’idea – sviluppata dal ventottenne russo Ivan Meetin – nasce da un gruppo di amici amanti della poesia che decide di diffondere la propria passione realizzando delle piccole carte laminate in cui scrivere dei versi da donare alle persone per strada. Una maniera alternativa di coinvolgere gli altri nelle proprie iniziative. Tuttavia si pone una difficoltà logistica: trovare uno spazio adeguato dove poter pianificare i propri interventi e mantenere i contatti con le persone. Viene deciso di affittare un piccolo attico nel centro di Mosca chiamato Dom na Dereve (la casa sull’albero) in cui invitare amici e appassionati di arte e letteratura, per discutere assieme, scrivere, suonare il pianoforte, sorseggiando un caffè, mangiando una fetta di torta. Per aiutare nelle spese chiunque era libero di lasciare una piccola offerta. Data la sempre più crescente affluenza viene affittato uno spazio più ampio che però impone di ottenere delle entrare fisse per poterne garantire il mantenimento.
Si rende quindi necessario formalizzare dal punto di vista finanziario il rapporto con gli ospiti. Il problema che si pone è annoso: come mantenere la dimensione sociale del progetto senza snaturarlo per ragioni economiche? Nasce quindi l’idea di mantenere gratuito il consumo di bibite, cibo e la partecipazione alle iniziative e di far pagare solo il tempo di permanenza.

Nel settembre 2012 apre così il primo Zifterblat nel centro di Mosca. L’obiettivo è stimolare la socializzazione sia attraverso iniziative mirate (concerti, feste, serate cinema, giochi, balli) sia attraverso iniziative culturali (come pocket poetry – condivisione di poesie – la human library, living Atlas, Pecha Kucha …), ma soprattutto coinvolgendo gli ospiti, rendendoli parte attiva del progetto.

Reti di relazioni
La proposta ha avuto un successo immediato permettendo la realizzazione di una rete in costante crescita. Ho avuto la possibilità di collaborare per un periodo con la sede di Rostov occupandomi del club di italiano e realizzando insieme ad altri ragazzi il week end dei viaggiatori in cui noi “internazionali” abbiamo raccontato i nostri paesi, cucinato i nostri cibi e in cui stranieri e russi hanno raccontato come viaggiare low-cost e a impatto (quasi) zero attraverso il couch surfing, il volontariato, in bicicletta, a piedi …. Ho anche gestito la pagina facebook in inglese in maniera tale da poter rendere partecipi anche coloro che non masticano il russo e in questa maniera sono venuta a conoscenza delle molteplici iniziative proposte: l’acroyoga, club di cucina, lezioni di filosofia, il club degli artisti anonimi, le esposizioni di artisti locali, le lezioni di scrittura creativa, gli atelier di pittura, gli incontri settimanali con imprenditori locali con consigli su come fare impresa, i club di lingua, il cinema, i concerti, le lezioni di cultura russa per stranieri ma soprattutto l’international club che rappresenta una vera ancora per tutti i “forestieri” è un’ottima maniera per i russi per praticare l’inglese.

L’idea della condivisione del tempo racchiude la consapevolezza dell’importanza che assumono le reti di relazioni nell’innescare cambiamenti positivi: il mettere in comune significa in questo caso favorire il supporto reciproco, far circolare competenze che a loro volta producono idee e cambiamento profondo.

Tratto da: http://comune-info.net